Dal settimanale di Riviera Oggi numero 934 dell’8 ottobre 2102

CUPRA MARITTIMA – Le immagini parlano da sole. Una spiaggia deturpata dalla natura infuriata? In parte sì, perché di detriti ce ne sono in abbondanza anche per via delle ormai famose e note perturbazioni settembrine, ma di certo la mano dell’uomo dà sempre una grande mano e ci mette il carico da novanta.

I primi disagi si incontrano già sul primo grande sottopasso in uscita da Grottammare (Acqua Rossa) in direzione nord, dove il fango ha sommerso oltre che il passaggio pedonale anche la pista ciclabile. Questi sono stati liberati dall’amministrazione comunale che si è dotata di aziende private per la rimozione, ma il transito non è ancora semplice e non è dato sapere quando lo sarà.

Il successivo sotto passo pedonale verso la spiaggia e la pista ciclabile ci porta poi allo chalet Gabry, dove il piccolo fiumiciattolo di scarico sottostante al pontino ferroviario ha creato un vero e proprio percorso acquifero, con il suo letto e la sua foce.

Anche in quell’area di spiaggia sono notevoli i resti ed i cumoli di sporcizia, come tubi di scarico e montagne di terriccio riverse sulla sabbia.

La melma ha inoltre ridipinto magicamente il caratteristico colore della “grigia pista ” facendola diventare color terra bruciata con ancora ai lati gruzzoli di fango depositati.

All’altezza della scuola “Cata Marà” (sempre lungo la pista ciclo-pedonale) un altro sbocco di acqua ha creato disagi al litorale portando via in profondità metri e metri di spiaggia, caratterizzati tra l’altro da visibile immondizia come bottiglie di plastica, bidoni, siringhe e contenitori di tetrapack.

Ma una volta fotografato l’arenile, girandosi verso est si notano le imponenti catene montuose, che caratterizzano la fasci a adriatica e purtroppo la visione non è così consolante. Pure qui non serve un occhio tecnico per capire che gran parte della costa è venuta giù e sta subendo cedimenti.

Spostandosi nella spiaggia più a nord, fronte concessione Papà Orso, ancora ci sono piccole montagne di detriti sul manto sabbioso create da alberi, fogliame e altri elementi poco riconoscibili. E questo accade in un tranquillo pomeriggio soleggiato dei primi giorni di ottobre, mentre molte persone sono al mare per godersi il “panorama”.

Altri disagi li riscontriamo presso la foce del torrente Menocchia: si nota, in aggiunta a una mancata cura del territorio circostante, anche una colata di calce-cemento, dolcemente depositata su un lato della foce.