Dal settimanale di Riviera Oggi numero 903 del 26 gennaio
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La strada più chiacchierata di San Benedetto. Via Mentana. Sabato sera, mezzanotte e mezza.
Siamo di fronte al Barcode e staremo lì fino a chiusura. Ci siamo subito mescolati tra la folla, un centinaio di persone o poco più.
“Non facciamo niente di male stiamo qui, ci beviamo una birra e chiacchieriamo” ci dice la prima ragazza che incontriamo.
Una delle tante che troveremo durante la serata, molto carina, vestita alla moda e sicuramente non di quelle che t’immagini che girato l’angolo le trovi con i pantaloni calati a fare pipì sulla soglia di una casa. Infatti alla nostra domanda sul problema della “strada diventata bagno pubblico” (via Aspromonte) strizza il naso e preferisce non rispondere.
Fa freddo, è ormai l’una passata, facciamo qualche domanda ad un ragazzo trentenne: “Questo è l’unico posto dinamico di San Benedetto. La gente non sta seduta ad un tavolo staticamente, i gruppi si mischiano. La cosa favorisce incontri”.
Aggiunge subito un altro ragazzo: “Ci troviamo tutti qui senza darci l’appuntamento. È un posto strategico”. Una ragazza poco più che ventenne: “Questo è il sangue di San Benedetto! Se non ci fosse rimmarrei a casa fino a mezzanotte e poi me ne andrei in discoteca”. E poi ancora: “Il Barcode racchiude una realtà sociale mista e questo è positivo. Ti senti a tuo agio perché ci trovi di tutto”.
Grazie alle dichiarazioni dei ragazzi comincia nella nostra testa a formularsi un pensiero. Il fatto che nonostante a San Benedetto, come in tante città, non esista più in concetto di piazza, i giovani l’hanno ricreato in via Mentana.
Mentre ci aggiriamo tra la folla esce il titolare, l’energico “Peppe Code” che commenta: “Tanti solo gli accorgimenti che abbiamo preso per evitare il più possibile di creare problemi. Dai bicchieri di plastica alla chiusura delle 2 di notte. Il mio personale poi provvede a pulire la strada. Il problema delle persone che usano via Aspromonte come bagno posso solo arginarlo grazie ai miei ragazzi, ma non dipende da me. Certo se la strada fosse più illuminata, se ci fossero le telecamere le cose cambierebbero”. Chiediamo a “Peppe” delle case in vendita e lui ci risponde che quella di fronte al locale è di una signora che risiede a Roma e che non gli risulta una fuga da via Mentana.
Pare che i problemi per i residenti siano due. Il primo è lo schiamazzo notturno. Su questo vorremmo sottolineare, ad onor del vero, che durante tutta la sera, non abbiamo sentito urla di alcun tipo, semmai brusio di oltre cento persone che parlano. Certo è che d’estate con le finestre aperte la situazione è diversa.
Se bisogna essere un po’ tolleranti per il vociare notturno, sempre se non superi la soglia di tollerabilità e diventi schiamazzo, non lo si può essere altrettanto con chi utilizza una via del centro come una latrina a cielo aperto. La gente beve, d’inverno fa freddo e d’estate ha più sete, di fatto l’esigenza di andare in bagno è forte. Ma che un quasi trentenne confonda l’angolo di una casa per un vespasiano è grave e lede all’immagine del Barcode.
Ora noi di Riviera Oggi ci chiediamo, per ovviare a questo problema (molto più grave d’estate, per il cattivo odore), se sia il caso di pensare a dei bagni chimici. Potrebbe essere un’idea.
Sono le due e Peppe comincia a cacciare, nel vero senso della parola, la gente per chiudere e lo fa in tempo record. Rimaniamo ancora e assistiamo alle pulizie. È già domenica.
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Quello dei bagni chimici mi sembra una buona idea, ma rimane il problema di dove collocarli, certo che davanti al locale direi proprio no, non mi sembra carino fare un aperitivo all’aperto con un cesso accanto, e non mi sembra nemmeno carino metterli sotto al balcone di qualcuno! Quindi dove li mettiamo? Ho trovato molto bella e piena di significati la frase di quella ragazza che ha detto: “Questo è il sangue di San Benedetto! …… Il Barcode racchiude una realtà sociale mista e questo è positivo. Ti senti a tuo agio perché ci trovi di tutto”. Quello che quasta… Leggi il resto »
Di solito, ma non voglio fare l’uccello del malaugurio, una “cosa”, una “novità”, ha una sua “durata” (nulla è “infinito”).
Una Attività di Successo prima o poi arriva ad uno stato o stadio in cui non “calamita” più.
Probabilmente non è questo il caso.
La mia vuole solo essere un’analisi di marketing urbano.
Una “miscela” o “formula” vincente è funzione di tutta una serie di parametri che per “tempo” e “spazio” e “costume” risultano di “moda”. Ora la scommessa è: “Quanto durerà”?
Eppure ogni angolo della città è già una latrina per i cani, ma nessuno impedisce loro di andare in giro.
Io li sistemerei dove sta il parco a nord del locale, almeno serve a qualcosa.
Personalmente preoccupa di più il “come” stanno ristrutturando alcune abitazioni in via Mentana e dintorni (senza un minimo di ricerca architettonica nè tantomeno rispetto per le preesistenze), non la gente che staziona su quella via.
le feci dei cani devono obbligatoriamente essere raccolte dai proprietari degli stessi..pena salata e giustissima multa, posto che non si può mettere un pannolone ad un cane.., carissimo amico Gundam…..che stai paragonando il quadrupede all’uomo???? perchè la mia Zoe si offende!!!!