MARTINSICURO – Una pista ciclabile progettata in maniera estemporanea, senza alcun collegamento con le opere esistenti. Il Coordinamento Ciclabili Abruzzo Teramano segnala l’inefficienza del percorso ciclabile realizzato sul nuovo ponte della statale 16, tra Martinsicuro e San Benedetto che, a quasi due mesi dall’inaugurazione del viadotto, resta ancora chiuso. Una passerella da subito apprezzata dal popolo dei ciclisti, in quanto costituisce l’elemento di congiunzione del cosiddetto “corridoio adriatico”, finora interrotto proprio all’altezza del fiume Tronto. La realizzazione dell’opera, però, ha suscitato, fin da subito, alcuni dubbi sulla sua effettiva fruibilità.
“Era stato da subito evidenziato – si legge in una nota dell’associazione – come un opera del genere era inutile senza i necessari collegamenti ciclabili sulle sponde del fiume, che avrebbero permesso ai ciclisti di raggiungere il ponte senza rischiare la vita per percorrere la trafficatissima statale. Tale pericolosità, evidentemente, è stata rilevata anche dai gestori della strada visto che, dal giorno dell’inaugurazione, la corsia ciclabile è sbarrata ed è impossibile percorrerla”.
Oltre alla mancanza di collegamenti con un percorso sul lungofiume che raccordi la pista ai due lungomari di San benedetto e Martinsicuro, l’associazione critica anche le modalità con cui è stato realizzato il tracciato sul nuovo ponte: “La stessa pista – aggiunge l’associazione – risulta priva di segnaletica orizzontale e verticale e presenta più di un pericolo per i ciclisti, sia sulla pavimentazione (ostacoli sul percorso) che sul parapetto (dove sono presenti elementi in ferro sporgenti). Quanto da noi denunciato, quindi, è più che reale: occorre progettare e realizzare in maniera integrata i percorsi ciclabili, creando delle reti continue che colleghino percorsi turistici e punti di attrazione urbana, permettendo al ciclista di viaggiare in sicurezza spostandosi sia all’interno della città che fuori. Purtroppo– prosegue la nota – seppure in rari casi le amministrazioni si ricordino di applicare la normativa vigente (che, ricordiamo, impone, in caso di realizzazione o manutenzione straordinaria di opere stradali, di realizzare a fianco delle stesse piste ciclabili) lo fanno in modo estemporaneo, senza alcun collegamento con opere esistenti”.
Il Cicclat cita come esempio anche la rotatoria sulla statale 16 tra Tortoreto e Giulianova, “dove la corsia ciclopedonale che l’affianca presenta addirittura dei gradini di accesso e non è collegata con i percorsi ciclabili della costa”, e il nuovo ponte sul Salino, progettato dalla Provincia di Teramo, “dove due marciapiedi larghi 2 metri dovrebbero fungere da pista ciclabile e pedonale (ed è stato presentato come il completamento del percorso ciclistico costiero tra Provincia di Teramo e di Pescara) ma l’opera è posizionata nel “nulla”, e non collega percorsi ciclabili che, al contrario, sono ubicati più a valle, in prossimità del lungomare”.
“E così – conclude la nota – accade che opere ampiamente pubblicizzate come “amiche della bicicletta” si rivelino, in realtà, inutili, e rimangano chiuse per anni, senza che nessun Ente si preoccupi di portare avanti una serie, e utile, politica di incentivazione della mobilità ciclistica”.
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Propongo di organizzare una “traversata del Tronto su due ruote” invitando a partecipare tutte le autorità che furono presenti il giorno dell’inaugurazione.
Purtroppo molte volte le amministrazioni utilizzano le piste ciclabili come spot elettorali e realizzano tali infrastrutture senza tenere conto che anche la bicicletta è un veicolo e perciò necessita di percorsi che possano incentivare l’utilizzo di tale mezzo, rendendo la passeggiata o il semplice spostamento confortevole e privo di rischi, molto spesso percorrendo in bici le piste ciclabili nei nostri comuni, ci si imbatte in veri e propri esempi di mancanza delle benché minime conoscenze di ingegneria civile, alcune volte si provvede alla costruzione di queste strutture dando qualche mano di vernice colorata sopra i marciapiedi o lungo il lato… Leggi il resto »
magari di notte così si accorgono che di tutti quei lampioni che hanno installato, non ne funziona uno! Chissà cosa aspettano ad illuminare la zona? mah…
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X berry8 volevo solo puntualizzare il fatto che le piste ciclabili non possiamo solo concepirle sul lungomare. Nei paesi nordici o anche in alcune grandi città le ciclabili cittadine sono una cosa consolidata e ben inserita nel traffico automobilistico, quindi anche San Benedetto per poterla collegare a Grottammare ha dovuto “arrangiarsi” un po’ nella zona Ballarin. Non e’ che possiamo concepire ciclabili in sicurezza al 100% come sul lungomare, troppo semplice, e poi diciamocela tutta la sicurezza del ciclista la fa la civiltà di ognuno di noi sia che siamo seduti sul sedile di un’auto che su quello di una… Leggi il resto »
è ovvio che non possiamo concepirle solo sul lungomare! criticavo il fatto che le piste ciclabile dei comuni della riviera non hanno nulla a che fare con le piste del nord europa, i nostri amministratori spesso e volentieri le costruiscono senza criterio, nella zona ballarin ti assicuro che il mio cane avrebbe saputo fare di meglio.
Sono molto contento che le amministrazioni di Monteprandone e San Benedetto del Tronto hanno dimostrato ampia disponibilità al mio sollecito……..qualcosa si sta’ muovendo
Roberto Capriotti