SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È bastata una convocazione da parte dell’assessore alle Politiche della Mobilità con delega alle Politiche attive del Lavoro Luca Spadoni, per farli andare su tutte le furie se il provvedimento (quasi certo) dell’Amministrazione comunale verrò messo in atto.

Nella mattinata di mercoledì 4 gennaio, alcuni commercianti della zona del Paese Alto fra cui Nazzareno Pomili, Emanuela Clementi, Nicola Filesi e Sigismondo Gaetani proprietari rispettivamente de Il Torrione, La Vecchia Campana, Il Caffè dei Poeti e della degusteria Il Gigante sono stati convocati dall’assessore Spadoni per un incontro, da cui hanno appreso che secondo una delibera di giunta che deve ancora essere approvata, i parcheggi a pagamento presenti in piazza Bice Piacentini potrebbero presto essere riservati ai soli residenti del vecchio incasato. Una scelta, secondo l’assessore, motivata per favorire l’utilizzo dei 60 posti auto gratuiti inaugurati lo scorso settembre vicino alla scuola Marchegiani di proprietà del Comune, a pochi minuti di distanza dai quattro locali.

Immediatamente, si sono sollevate le proteste dei quattro gestori, i quali hanno replicato come un provvedimento del genere non farebbe altro che penalizzare ancora di più le loro attività, messe già a dura prova fra l’altro dai lavori di rifacimento della pavimentazione che sono in corso in piazza Sacconi e via Voltattorni da parecchi mesi.

“Siamo totalmente contrari – esprimono a gran voce i quattro ristoratori – se vogliono diminuire il traffico delle auto per via dell’inquinamento, potrebbero benissimo chiudere interamente il centro del Paese Alto al transito delle auto. E invece no, vogliono riservare i parcheggi ai soli residenti. È assurdo – proseguono – se oltre a un motivo del genere c’è anche quello di diminuire l’inquinamento, è bene che considerino che il flusso di auto si verifica comunque tutti i giorni sia nelle vie limitrofe che a ridosso della scuola Marchegiani”.

Considerati i toni accesi, i titolari degli storici locali della città si sono detti pronti a proseguire la loro protesta non escludendo la possibilità di organizzare delle manifestazioni qualora la delibera fosse approvata. “Nel periodo in cui si sono svolti i lavori – aggiungono gli esercenti – il nostro lavoro ha subito qualche flessione e ora che si avviano al termine, un’idea del genere è inaccettabile. Il traffico non è generato solo dai nostri clienti ma anche dai residenti stessi”.