TESTO DI SARA DI GIUSEPPE

“Sei ancora quello della pietra e della fionda, // uomo del mio tempo”
Tripudio negli USA per la morte di Osama Bin Laden: folle deliranti, brindisi e bandiere. Giustizia è fatta: chiosa sui media Barack Obama. Il mastino Cheney esalta l’evento come successo del sistema concentrazionario e torturatore di Guantanamo.

Tele-mezzibusti italioti annunciano la “buona notizia” di Osama ucciso. Pettorute conduttrici catodiche raccontano al pubblico plaudente che c’è una bella notizia e adesso gentili signore e signori restate con noi chè vi facciamo vedere le immagini del blitz che è durato 40 minuti!

Eccetera.

Indifferenza quasi generale dei media per il raid NATO in Libia che ha ucciso, con un figlio di Gheddafi e sua moglie, tre nipoti del rais (rispettivamente, dai figli Mohammad, Hannibal, Aisha): Saif, 2 anni – Carthage, 2 anni – Mastoura, 4 mesi. Proprio mentre Gheddafi proponeva un cessate il fuoco bilaterale, passato quasi sotto silenzio.

E’ di conforto apprendere che il figlio di Gheddafi, sua moglie e i bambini morti “non erano un target dell’Alleanza”(sic). A tal punto non lo erano, i bambini morti, che non opinione pubblica non politici non giornalisti non pontefici non chiesa in tappeti rossi e giubilo beatificante spesero parole per deprecare, ammonire, semplicemente vergognarsi. Dev’essere che i bambini dei tiranni sono meno bambini degli altri, specie da morti, e chiedere perdono del loro assassinio non aumenta i voti nè gli share d’ascolto. Dev’essere che siamo marci dentro, se brindiamo perchè un uomo è stato eliminato, sparato, inabissato nei mari e nessun civile tribunale potrà più processarlo e condannarlo per i crimini commessi contro l’umanità.

Dev’essere che abbiamo attraversato invano i millenni e restiamo quelli della pietra e della fionda che sempre siamo stati. Solo con più raffinata dialettica, e sappiamo chiamare “guerra umanitaria” il fallimento del Diritto, la bulimia di denaro e potere, il calcolo elettorale; sappiamo chiamare “danni collaterali” i nostri crimini umanitari senza colpevoli.

Dev’essere che siamo ancora la folla festante sotto i palchi per le ghigliottine del Terrore, siamo i parenti della vittima che seguono al di là del vetro l’esecuzione capitale dell’omicida, siamo i barbari ai confini dell’impero.

Dev’essere che siamo noi, i barbari.