dal settimanale Riviera Oggi numero 853 in edicola da lunedì 10 gennaio

IL PLACIDO
Giovanni Gaspari, sindaco uscente di San Benedetto. I partiti amici per ora gli danno più grattacapi dei partiti “nemici”, ma lui mostra (oppure ostenta?) tranquillità. E così, fra un monito sulle primarie di coalizione che cade nel vuoto, una Megavariante che gli fa venire travasi di bile per il comportamento degli imprenditori che non si aggregano, una Grande Opera che prima nessunolavuole poi tuttilavogliono, il sindaco con la barba ci mette tutta la sua esperienza di politico navigato e accenna alle “tempeste” del passato guardando al futuro di un mare (politico) “calmo”. Placido, come Michele.

L’ACCIGLIATO
Eldo Fanini, assessore allo Sport e al Personale. Entra nel 2006 in consiglio comunale con l’Udeur, passa poi all’Italia dei Valori. Evidente feeling con i partiti “personalistici”, da Mastella a Di Pietro. Negli ultimi tempi chi lo incontrava in Comune ne notava lo sguardo accigliato e a tratti iroso, ne ha constatato l’assenza nella conferenza stampa di inizio anno del sindaco con parte della giunta. Ora a nome dei dipietristi chiede di contare di più. Non poltrone, ma opere di bene. Fuori dalla metafora, l’Idv chiede al Pd cosa vuole fare da grande. Che alleanza uscirà fuori per sostenere il “candidato naturale” Giovanni Gaspari. Dal partito di un assessore allo Sport non ci si attendeva il messaggio “per perdere possiamo anche andare da soli, qui con il Pd ci andiamo solo se ci vinciamo sicuro”. De Coubertin non avrebbe mai potuto fare politica.
Precisazione del 16 gennaio, ore 19:48
L’assessore Eldo Fanini ha voluto specificare quanto a mio modesto parere traspariva già dal testo qui sopra. Ha specificato cioè che la frase virgolettata “per perdere possiamo anche andare da soli, qui con il Pd ci andiamo solo se ci vinciamo sicuro” è stata proferita dal dirigente Idv Dante Merlonghi e non da lui. Ne siamo ben consapevoli in quanto presenti alla conferenza stampa in cui la frase in questione è stata pronunciata, e il lettore lo potrà accertare cliccando qui.
Comunque rispettiamo la precisazione di Fanini, che vuole ulteriormente specificare e ribadire che la frase citata fra virgolette non è attribuibile a lui.
È vero e sacrosanto che la frase non va attribuita all’assessore Fanini, quindi riteniamo giusto precisarlo ancora, in quanto cosa verificabile e inoppugnabile. Ma ne eravamo consapevoli anche al momento della scrittura di questo pezzo. Tanto si doveva. (o.p.)

IL MAGNETE
Amedeo Ciccanti, nume tutelare del Terzo Polo, fautore della aggreganda aggregazione di vecchie glorie della politica e “virgulti” arrabbiati come Mario Narcisi. Pensavate che era inconcepibile sostenere Gaspari e salvargli la poltrona un anno fa, per poi imbarcare nella stessa alleanza finiani e arcinemici del sindaco come il socialista Narcisi? Sbagliavate. Il cerebrale e raffinato deputato ascolano ci sta riuscendo. Giocatore di scacchi, fine tessitore della migliore scuola Dc, magnete degli opposti poli che come suggerisce il buon Emidio Girolami assiduo lettore di queste pagine può ben diventare “magnate”. Sovrano di una Corte che non vorrà certo passare per Corte dei Miracoli. Uno e trino, è come i dogmi. Non ci si ragiona, ci si crede.

LA POP-POLITICA
Paolo Forlì lo hanno definito bene i commentatori di Rivieraoggi.it. Politico colto, mente libera, radicale e socialista di formazione, difficilmente sposabile con il centrodestra di questa Era Berlusconiana post predellino. E infatti se ne sta distaccando, anche lui “magnetizzato” dal terzo polo ciccantiano.
Ha il talento del calciatore serbo. Genio e sregolatezza. Genio perché se ne ricordano le parole del suo ultimo intervento pubblico come le più sinceramente entusiasmanti di questa politica politicante. Sregolatezza perché con lui non sai mai cosa attenderti. Sprazzi di politica alta e libero pensiero, lunghe assenze dal dibattito pubblico.
Come per molti studenti, possiamo dire che “è intelligente ma non si applica”.

I “POVERI” MA FIERI
Gabriele Franceschini, ex assessore di credo perazzoliano ma non Ds. Candidato sindaco della lista civica “Forza San Benedetto”. Critico viscerale di quel Gaspari con cui è stato nella stessa giunta. Il passato che ritorna. Arrabbiato più che mai. Autonominatosi pasdaran delle liste civiche, punta l’accento sul fatto che la sua lista si autofinanzia e non ha la partitocrazia alle spalle. Poveri ma belli, si diceva una volta. Per non orientare il voto lasciamo da parte il giudizio estetico (non ne avremmo competenza, del resto) e lo chiameremo “povero ma fiero”.

LA “VANITOSA” INDECISA
Si chiama Sinistra Ecologia e Libertà, l’oggetto del desiderio della politica cittadina. Gaspari la corteggia da un anno. La giudica più abbordabile della scorbutica Rifondazione. Ma i vendoliani sambenedettesi Giorgio Mancini e Luca Spadoni trattano il sindaco come la più bella della classe tratterebbe il “secchione” del primo banco, lentigginoso e occhialuto. Il ritiro della Megavariante potrebbe essere il compito in classe passato dal secchione alla pupa, che farebbe cadere la pupa nell’abbraccio agognato. Ma attenzione, l’anno scolastico poi sarà lungo. Si potrà copiare ad ogni compito. Oppure arriverà il bel Primavera e la donna vanitosa cambierà strada lasciando il sindaco sui sudati libri a rimpiangere i bei tempi andati?

L’ONNIPRESENTE DELLE URNE
Bruno Gabrielli, candidato sindaco per il Pdl e la istituenda coalizione di centrodestra. Consigliere comunale, assessore provinciale al Turismo. Già, negli ultimi anni di appuntamenti elettorali non se ne è fatti mancare. Nel 2009 grande risultato nel suo collegio alle provinciali. Nel 2010 ha tentato anche la scalata al consiglio regionale, iniziando anche la propria campagna di immagine. Ma poi gli equilibri interni al Pdl gli hanno fatto lasciare il posto all’ex An Luca Mignoli.
Oggi punta alla scalata a Viale De Gasperi dopo cinque anni di opposizione senza sconti, condita anche di battaglie legali e ricorsi contro le decisioni urbanistiche di Gaspari. Fa l’assessore provinciale al Turismo e si trova per proprio dovere istituzionale a dover dialogare con la giunta di centrosinistra della città più turistica del Piceno e forse delle Marche.
Vuole diventare sindaco per coronare una carriera politica precoce quanto intensa, come abbiamo visto.
“Azzurro” di lotta e di governo, come si diceva una volta del Pci ed oggi della Lega.

L’ENFANT TERRIBLE
Daniele Primavera di Rifondazione Comunista a Gaspari gli ha voluto bene sul serio, azzardiamo. Ma poi se ne è sentito prima incompreso, poi tradito, infine odiato. Oggi lui e il sindaco sono due rette parallele.
Giovane e ribelle, oratore che rifugge dal destino “parolaio” del suo ex leader Bertinotti, studia e studia. Prende di petto le questioni, ci mette passione ed entusiasmo. Talentuoso ma non vediamo una grossa squadra dietro di lui. Ma lui non se ne dà preoccupazione, e corre con il fiato in gola sostenendo le sue ragioni. Se Rifondazione, in Italia, fosse tutta come lui, Montecitorio avrebbe ancora le bandiere rosse. Ma così non è, e la sinistra è sempre più da bandiera bianca

L’INQUIETO
Paolo Canducci, assessore all’Ambiente e leader dei Verdi, è così. Chi lo conosce lo sa. Euforico e veloce, frizzante e naturalmente anfetaminico. Prende le cose di petto. Quando anche il Pd diceva che le primarie di coalizione non servivano, lui si è fatto avanti e ha detto: “Fermi tutti, il candidato dei Verdi sono io. Facciamole”. Ora che il Sole che Ride si è intristito per l’attendismo del partito del sindaco, firma comunicati al veleno che accusano i democrat di mancanza di progettualità e iniziativa politica.
Il suo motore interno gira veloce. Ma da buon ambientalista deve imparare che troppa fretta brucia troppa energia.

LE VESTALI DEL DISSENSO
Nella Roma Antica, le Vestali erano sacerdotesse consacrate alla dea Vesta. ll loro compito era di mantenere sempre acceso il fuoco sacro alla Dea.
Palma Del Zompo e Lina Lazzari, consiglieri comunali rispettivamente dell’Italia dei Valori e del Partito Democratico, sono mutatis mutandis le incaricate di tenere sempre acceso il fuoco sotto i piedi del Divo Gaspari.
Donne colte e di abbondante quanto appassionante eloquio, in questi anni hanno spesso offerto orazioni e prese di posizione affatto appiattite sulle posizioni dominanti della maggioranza. Ma, come si definiscono loro stesse, sono leali alla disciplina di partito e sanno che un conto è il dissenso, un conto è votare contro.
Perciò finora le loro abilità dialettiche non si sono mai sposate con esplicite sconfessioni dell’operato del loro sindaco.
Vestali del dissenso, ma sempre fedeli al culto gaspariano.

IL PICENO DELLE ALPI
Pietro Infriccioli è l’alfiere piceno della Lega Nord e nelle ultime elezioni europee e regionali ha avuto risultati di successo e non scontati.
La Lega Nord, per quanto “distante” antropologicamente dal contesto piceno, vuole diventare un partito nazionale all’insegna della sua visione prima di tutto federalista.
Il Pdl e la Lega andranno insieme al voto, appare sicuro.
Infriccioli “piceno delle Alpi” si accinge alla campagna elettorale? Lo rivedremo sulle barricate di verde vestito?
Per ora tutto tace.