SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alle ultime elezioni hanno vinto gli astensionisti che insieme ad altri delusi potrebbero dar luogo al vero risanamento di una politica riconosciuta universalmente malata. Ma quello che più mi ha colpito è che, a ribellarsi per quello che ha sancito il voto, non sono stati i ribelli dell’astensionismo, delle bianche o delle nulle ma chi, da anni, punta sull’attuale modo di votare che, a loro, è andato benissimo fino a ieri.
Mi riferisco all’avvocato Vittorio Santori e a Pietro Colonnella, per il quale vorrei sfatare un “mito”. Santori ha commesso il grave errore di non denunciare prima le incongruenze della propria coalizione che avrebbe dovuto presentare candidati con la cartina penale illibata, è chiaro che, se fosse stato eletto anche lui, la denuncia non sarebbe stata fatta.
Passiamo al “mito” di Colonnella: l’ex sottosegretario viene spesso accusato di non aver mai lavorato, motivo per cui la politica diventerebbe per lui un mezzo di sostentamento economico fondamentale. Non è proprio così, Colonnella è stato un validissimo Perito elettronico che ha lasciato un ottimo lavoro con importanti sviluppi di carriera nel campo dell’informatica. Sono sue parole: «Appena diplomato a pieni voti presso il Montani di Fermo, la ditta Bellachioma mi fece un contratto di lavoro con buoni guadagni che lasciai per la mia grande passione per la politica».
In effetti i successi arrivarono subito grazie però al Partito Comunista che lo aveva formato e sostenuto. Stavolta non ha fatto in tempo a capire che il mondo è cambiato e che, magari, l’elettore avrebbe preferito un Colonnella più forte delle sue due presidenze provinciali, e quindi in grado di camminare da solo, piuttosto che un Colonnella appoggiato ad un Partito come quello Democratico disgregato e non più decisivo.
Perazzoli lo ha capito e si è visto anche dal suo slogan elettorale. Anche se sicuramente il Pd diviso in due, tre tronconi lo ha favorito in quanto dalla sua parte aveva D’Alema (ex presidente del Consiglio, ex di molto altro) mentre Colonnella aveva Fassino. Una divisione secondo me alla base della sconfitta, insieme ad un altro particolare solo apparentemente insignificante. Stavolta il “presenzialismo” (nel senso della sua presenza ovunque) dell’ex presidente della Provincia ha pagato meno anche perchè è stato usato contro di lui come un’arma dai suoi avversari, principalmente quelli ascolani.
Resta comunque un problema da affrontare il grande astensionismo dovuto alla poca fiducia di politici e politica, generata negli anni da negatività, oggi davanti agli occhi di tutti.
Se qualcuno riuscisse ad assorbire con intelligenza, serietà, onestà, trasparenza quell’abbondanza di voti, in molti cambierebbero idea e la politica tornerebbe ad essere strumento indispensabile per una buona democrazia.
Magari nei prossimi giorni provo ad inviare un appello ai “non votanti” ed a chi intende rappresentarli. Chissà che il tutto non si risolva in un… uovo di Colombo. Infatti, credo che gli astensionisti non possono considerarsi anarchici ma persone che, non sapendo chi scegliere, preferiscono non votare. Fa poi scalpore e diventa emblematica la dichiarazione di un uomo colto, intelligente e preparato come il giornalista Enrico Mentana che, in una trasmissione televisiva, ha detto di far parte da diversi anni della categoria degli astensionisti. Una schiera di elettori che tende a crescere e che potrebbe veramente rappresentare la terza via.
Tra loro metterei fin da ora quelli che vanno a votare ma “si tappano il naso”, i politici che stanno cercando inutilmente di cambiare la politica da dentro e che vedono i primi successi personali e la loro voglia di cambiamento vanificata da poteri forti che li ritengono un pericolo per il Partito stesso. Ma anche chi occupa ancora un ruolo (penso a Paolo Perazzoli) ma, dopo anni di astinenza politica, ha capito, si è redento e vorrebbe anche lui contribuire al cambiamento.
Siamo intenzionati ad aprire un forum per capire cosa chiedono veramente (per tornare alle urne) gli attuali astensionisti. Dopo di che daremo spazio a chi si vuole mettere in gioco per esaudire i desideri dei delusi. Tra i candidati potrebbe uscire il leader (magari il nuovo sindaco di San Benedetto del Tronto) per quella che potremmo chiamare… la terza via.
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Direttore, non credo nella terza via. Il popolo degli astenuti è molto eterogeneo. Non potranno mai esserci un'unica persona, o un'unica idea, capaci di raccogliere quel 30%. In quel 30% ci sono clericali e laici, liberali e comunisti, conservatori e progressisti, giustizialisti e garantisti. Le faccio il mio esempio. Non mi sento in alcun modo di sinistra, ma il PdL, che si dimostra liberale a parole non riesco a votarlo e non l'ho votato (in Lombardia). Tuttavia ho la tessera del PdL, perché spero di conoscere meglio le persone che ci sono dentro e capire se sono i loro neuroni… Leggi il resto »
un bell'impegno cercare il rappresentante degli astensionisti? Sicuramente non su basi ideologiche che non hanno più senso ( come dice Gundam) ma "sui temi" che sicuramente attrae l'astensionista! Temi che sempre più vengono discussi fuori dai partiti, è lampante il crescere di comitati spontanei di cittadini ( sull'acqua, sul nucleare, sulla turbogas..) ed è lì che si annida l'astensionista..che cerca informazione e valuta proposte! Di contro però c'è un fatto da valutare ed è la difesa dello status quo da parte dei partitocratici che come nel caso delle elezioni regionali e nella modifica dello statuto delle elezioni ( sbarramento del… Leggi il resto »
Chiedere, questo è il problema, o no ? Consiglio di leggere CONSUMATI-DA CITTADINI A CLIENTI, di B.R. Barber, edito da Einaudi….
Credo che sia importante il coinvolgimento di persone che possano convincere i residenti su programmi ed idee valide e condivisibili, che non promuovano il mercato delle poltrone, degli incarichi e dell'appartenenza partitica. Troppo spesso vediamo azioni di parte, consiglieri che rappresentano un rione, o un circolo e non tutta la città, proposte di lobby e non interessi comuni. Tuttavia il non voto rischia come sempre di dare spazio a minoranze organizzate. Chiunque detiene la maggioranza del 60% dei residenti (40% astenuti) è rappresentante del 31% dei residenti e quindi non riconosciuto dal 69% degli elettori, ma comunque governa e decide.… Leggi il resto »
A Giorgio Fede consiglio la visione del film Il Concerto, nel passaggio di quando l'impresario Gavriliov ex KGB divenuto impresario musicale, parla dei bei tempi andati…