SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Legio Picena, anno secondo. In una conferenza stampa la formazione rugbystica ha illustrato le nuove prospettive societarie in attesa dell’apertura di campionato prevista per l’11 ottobre 2009 (salvo imprevisti). Dal presidente Antonio Angelini, al suo vice Massimiliano Apostoli e gli allenatori Pignotti, Laghi e Jepson, per arrivare a tutti gli atleti, traspare gioia ed entusiasmo al rilancio delle nuove iniziative già in fase d’esecuzione. «Vedremo a breve le squadre under 14 e under 16, con la maglia rossoblu» dichiara il portavoce del team Marco Seproni, «utili alle iscrizioni nelle categorie maggiori ma fondamentali per la lunga vita del rugby sambenedettese».
Seproni, anche neo responsabile del settore giovanile, rilancia la sfida con un progetto che vede protagonista la Legio Picena nelle scuole del territorio, per divulgare la conoscenza del mondo del rugby e la disciplina sportiva che spesso viene concettualmente distorta. «Un modo per migliorare la qualità di approccio al rugby, sembra essere la finestra che unisce uno spettatore comune alla Legio Picena e al Rugby». Anche Gianluca D’Amico, responsabile provinciale della federazione Rugby Italiana, ha condiviso il programma e le scelte societarie poiché a suo dire, manifestano passione e voglia di crescita sportiva.
Già dalla prossima settimana, riferisce il presidente Angelini, saranno iscritte le categorie under 14 e under 16, un gruppo nel quale la presidenza spera di diffondere la cultura dello sport senza grandi pretese in termini di risultati. «Se non fosse stato per gli sponsor, il lavoro più grande e molti dei nostri progetti sarebbero rimasti solo su carta» riferisce il presidente, «ma va detto che quando c’è stato bisogno, anche i giocatori stessi hanno contribuito di tasca loro per la società ed io non posso che sentirmi orgoglioso ed onorato».
L’allenatore della prima squadra Sergio Pignotti ritorna a San Benedetto nonostante le difficoltà passate. La fede che lo lega al Team non lo aveva mai abbandonato e fiducioso dei “ragazzi” oggi rinnova il suo credo «puntare a vincere il più possibile». Non mancano consigli del veterano del Rugby sambenedettese, il coach Andrew Jepson che dispensando suggerimenti prettamente anglosassoni ha tenuto a precisare la validità della disciplina affermando che «nel rugby non esistono solo uomini in grado di fare, ma uomini in grado di cambiare e rivoluzionare lo sport e la vita».
L’unica nota dolente sembra essere ancora l’impianto di gioco. Intanto, la squadra giocherà il campionato presso il campo Rodi adiacente al campo Europa, in attesa che gli organi competenti propongano soluzioni adeguate alle necessità societarie. Per le giovanili invece l’avventura nel rugby inizierà dietro il parco Eleonora di Porto d’Ascoli.
In conclusione, la Legio Picena si sente pronta ad affrontare una nuova stagione rugbistica in serie C, e questa volta a sfidarli otto team molto preparati come: Ascoli, Falconara, Fermo, Macerata, San Lorenzo, Stamura e Recanati. Riusciranno a confermare il primo posto sul podio? Non ci resta che augurarglielo.
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In bocca al lupo ragazzi!
in bocca al lupo anche da parte mia,ma vorrei capire perchè una squadra sportiva di san benedetto che veste i nostri splendidi colori rossoblù si debba chiamare picena.ringrazio chi mi spegherà il motivo.
Salve AUTONOMO ROSSOBLU,
con molta probabilità credo che la risposta si trova nella parola Legio. Dal latino legio, derivato del verbo legere, "raccogliere assieme". I giocatori del Team pur portando i colori della città, non sono tutti Sambenedettesi e quindi, Picena come simbolo di "unione" tra uomini e terra di appartenenza. Un unica identità per convogliare la ricchezza sportiva di un territorio.
Qualora la mia interpretazione fosse infondata, rimango in attesa di smentite.
Perfetta la risposta di Salvatore Antonelli, in effetti raccogliamo sotto i colori rossoblu ragazzi di Ripatransone, Massignano, Montefiore, Castel di Lama, Pagliare, Offida, Tortoreto, Colonnella…
Una buona metà di noi NON è di San Benedetto. E San Benedetto, piaccia o no, rientra nel territorio definito "Regio V Picenum" già in epoca augustea.
Ci è parso giusto ufficilizzare nel nome questa "universalità" di territorio, pur mantenendo collocazione societara e colori.
Trovo diverse persone che si sdegnano di vedere quel "Picena" accostato al nome di una squadra di San Benedetto… reminiscenze calcistiche samb-ascoli??
ringrazio salvatore e valko per la risposta esaudiente,ma nonostante tutto mi sorge un dubbio.se la squadra vincerà i campionati(tocchiamo ferro)e ce lo auguriamo,sicuramente arriveranno giocatori anche da fuori territorio"regio v picenum" in quanto i campionati saranno più importanti e agonisticamente e qualitativamente più impegnativi,per questa squadra che mi sembra sia stata fondata a sbt e che gioca coi colori rossoblù proprio a sbt,avrebbe ancora senso chiamarsi "picena"?purtroppo per molti che vojono accostarsi a questo splendido sport i colori sociali e il nome non sono dettagli.chiudo qui il discorso e rifaccio gli in bocca al lupo.
Mi incuriosirebbe sapere se nel Milan giocano tutti ragazzi di Milano o nella Juventus tutti ragazzi di Torino… HA senso chiamarsi ancora MIlan e Juventus Torino???
Al contrario, nella massima serie di Rugby, il super 10, sono molti i giocatori di Rovigo che militano nel Rovigo, molti i ragazzi trevigiani che giocano nel Treviso…
Sono due sport, due mentalità, due CULTURE diverse.
Il nome è un problema SOLO per chi il rugby non lo conosce e conosce TROPPO il calcio, locale soprattutto…