SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Rivivere una pagina dolorosa della nostra storia, per non dimenticare. E’ questo l’intento della serata “Con il cuore in gola. Gli anni di Roberto e Patrizio Peci”, proposta dal Premio Libero Bizzarri giovedì 9 luglio alle ore 21.30 in piazza Matteotti.
Verrà proiettato, per la prima volta in forma integrale, il documentario in concorso “L’infame e suo fratello” del regista sambenedettese Luigi Maria Perotti, opera invitata in questi giorni anche alla Roma Fiction Fest (fuori concorso, nella sezione Factual) e che ha già partecipato a vari festival, come quello di Annecy in Francia.

A seguire, gli interventi di coloro che hanno vissuto direttamente le vicende degli anni di piombo: dalla testimonianza umana di Roberta Peci, figlia di Roberto, nata due mesi dopo la morte del padre, ucciso dalle Brigate Rosse solo in quanto fratello del terrorista pentito Patrizio Peci, a quella politica dell’onorevole Marco Boato.
«Molti amici dei fratelli Peci», rivela Massimo Consorti, direttore artistico del Festival insieme a Fabrizio Pesiri, «ex di Lotta Continua, saranno presenti alla serata, ma non se la sentono di intervenire. Per molti sambenedettesi che non hanno dimenticato quegli anni è una ferita ancora aperta, un capitolo doloroso».
Oggi l’ex terrorista Patrizio Peci si è rifatto una vita, con un’altra identità: ha una famiglia, un figlio. La sorella Ida, che ha consegnato foto e ritagli di giornale al regista Luigi Maria Perotti, si è chiusa nel silenzio e non sarà in piazza Matteotti. Roberta Peci, studentessa universitaria a Bologna, parlerà invece per la prima volta. Secondo Perotti «per lei sarà come liberarsi di un peso: è stata proprio Roberta a chiedermi di accompagnarla nel luogo dove venne ritrovato nel 1981 il padre, nella campagna romana, vicino all’ippodromo delle Capannelle, come per stabilire un contatto con lui, non avendolo mai conosciuto». Il regista sambenedettese si è detto d’accordo con la volontà del sindaco Gaspari di intitolare una via cittadina a Roberto Peci, in ricordo di una vittima del terrorismo.
Continuano, intanto, le proiezioni pomeridiane presso l’Auditorium Comunale dei documentari in concorso. Ha suscitato commozione mista a indignazione, martedì, il film di Daniele Cini “Noi che siamo ancora vive” sui figli dei desaparecidos argentini, grazie alla forza mista a delicatezza con cui il regista torinese ha tratteggiato una vicenda ancora attuale per molti argentini (spesso anche di origine italiana), facendo scattare la standing ovation del pubblico.
Questo il programma di giovedì 9: alle ore 16.30 “Quando combattono gli elefanti” di Simone Amendola, la storia di una ragazza di colore che subisce il licenziamento del padre, macchinista e delegato per la sicurezza per Trenitalia, ed è costretta ad abbandonare la casa sulla ferrovia dov’è nata e cresciuta. Segue, alle ore 18.15, “It’s Only Rock’n Roll (but I like Keith)” di Piergiorgio Gay, la storia di Massimo Della Pietra, super fan dei Rolling Stones con un cognome quasi profetico.