dal settimanale Riviera Oggi numero 767
GROTTAMMARE – Sempre più disperata la crisi dell’Itac. Ai 150 lavoratori in mobilità della lavanderia industriale grottammarese ora se ne aggiungono altri 18 della Cosfin, la compagnia che curava la parte commerciale della stessa holding dell’Itac. Marsilio Antonucci della Cisl ci spiega che l’Itac, come tantissime altre aziende della vallata del Tronto e della provincia, ha risentito di un periodo di incertezza economica che era iniziato già prima della recente crisi. «La crisi ha fatto solo da catalizzatore – spiega – ma le cause sono pregresse. Purtroppo il trasferimento all’estero delle fabbriche di grandi marchi implica anche uno spostamento di terzi che offrono servizi, occorre la vicinanza. In particolare poi per l’Itac c’è stato il problema di riuscire a sostenere economicamente un impianto enorme, studiato diversi anni fa per lavorare su milioni di capi. Ma oggi non si lavora più sulla quantità, la produzione è rallentata». Certo è che si è aggiunto a tutto ciò anche il poco fortunato momento economico in cui le banche , trovandosi anch’esse alle strette, non concedono credito.
Continua Antonucci: «La questione dell’Itac è molto grave. Mentre per la Foodinvest, ad esempio, c’è una speranza di ripartire, qui hanno messo l’impianto come garanzia del debito. Ciò significa che tutto andrà all’asta e queste famiglie, finiti gli ammortizzatori sociali, andranno sul lastrico». La maggior parte dei dipendenti tra l’altro si trova in un’età in cui si è troppo giovani per andare in pensione, ma non abbastanza da trovare facilmente un altro posto di lavoro. Ma i sindacati intanto cosa stanno facendo?
«Noi possiamo fare poco e niente – risponde Antonucci – dal momento che ora è tutto in mano al commissario. Stiamo cercando di far pressione sulle istituzioni, anche per sbloccare le banche nella concessione di prestiti. Un po’ ci ha aiutato la Provincia anticipando 500 euro al mese ai cassaintegrati, ma più che un aiuto definirei la cosa poco più che un’elemosina».