SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La Samb è partita nel primo pomeriggio di giovedì alla volta di Imola. La squadra rossoblu, composta da circa 18 elementi, resterà fino a sabato quando si trasferirà nel capoluogo emiliano.

Tra i motivi di questa anticipata partenza, oltre alla voglia di prepararsi al meglio per il difficile incontro, c’è anche la necessità di estraniarsi dal pressing causato da un ambiente di tifo legittimamente deluso, amareggiato ed irritato per la prestazione da “agnello sacrificale” assunto dalla squadra nei confronti della Pro Patria.

E’ ancora molto presente nella mente dei tifosi sia il risultato che l’atteggiamento degli undici di Piccioni i quali, senza nulla togliere alla potenza devastante della prima in classifica, non hanno mai dato la sensazione di voler reagire o cercare di dire la loro. Lo testimonia l’unico tiro in porta (telefonato) effettuato da Cigan in tutta la partita.

Per il luogo del soggiorno è stato scelto l’hotel residence“Il Molino Rosso”, una struttura ricettiva di prestigio con 120 stanze, sale convegni, campi da tennis e di calcio, specificamente attrezzata per soggiorni individuali, conferenze e squadre di calcio.

Questo a conferma che il “nuovo corso”, iniziato dalla società attuale o futura con la nomina di un nuovo Ds e i rinnovi triennali di contratti, non intende di certo badare a spese. Un’altra riconferma delle voci secondo le quali nuovi partner sarebbero entrati (o sono sul punto di farlo) nella società. Movimenti impensabili fino a pochi mesi fa quando la proprietà Tormenti aveva fatto del “contenimento spese” il principio conduttore della sua gestione.

A molti tifosi questa collocazione potrebbe suonare come una specie di “soggiorno premio” assai immeritato dalla compagine di casa. Senza peccare di eccessi e nel solo intento di sdrammatizzare vengono in mente tutt’altro tipo di ritiri in stile “punitivi”, come era prassi per Gaucci.

Leggendario quello deciso per la squadra del Perugia che, dopo una sconfitta in casa dove i grifoni avevano giocato malissimo, il “patron”  portò la squadra in un paesino sperduto dell’Umbria scegliendo la pensione più umile invitando il gestore a “non usare nessun tipo di riguardo“.