SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’ultimo sondaggio dell’Eurispes Marche rivela il progressivo impoverimento del ceto medio nella nostra città. Si tratta di quella fascia socio-economica che fino a qualche anno fa si sentiva garantita dai rischi della lunga congiuntura economica negativa.

Oggi, secondo i dati del sondaggio, oltre il 50% delle famiglie sambenedettesi dispone di un reddito mensile inferiore a 1900 euro; un dato preoccupante alla luce del fatto che quasi sempre sono entrambi i coniugi a lavorare.
Il campione del sondaggio è di 220 persone, intervistate fra il 22 e il 30 gennaio. Secondo il presidente dell’istituto di ricerca Camillo Di Monte, «preoccupa l’assuefazione che rileviamo nei sambenedettesi verso l’impoverimento e la perdita di potere d’acquisto. Da mesi abbiamo chiesto al sindaco di istituire un tavolo di discussione con i direttori delle tante filiali di banche che insistono in questo territorio. Bisogna chiedere loro di mostrare una maggiore tolleranza verso le situazioni economiche difficili. Però – dichiara Di Monte – non abbiamo ancora ricevuto segnali dall’amministrazione comunale».
Questi i risultati del sondaggio nel dettaglio:
PERCEZIONE DI BENESSERE ECONOMICO. Il 38,5% dei sambenedettesi ritiene che nel 2006 la situazione economica della propria famiglia sia peggiorata, mentre per il 56% si è mantenuta sostanzialmente stabile.
Un sambenedettese su due (il 51,6%), afferma che nel 2006 si è verificato un generale peggioramento della situazione economica: in particolare, per il 25,5% c’è stato un netto peggioramento e per il 26,1% un leggero peggioramento.
CRISI DEL CETO MEDIO. Per quanto riguarda le aspettative di miglioramento dell’economia italiana nel 2007, è in crescita la quota di coloro che guardano al futuro con pessimismo (erano il 30,1% agli inizi del 2006 contro il 37,5% nel 2007). Il ceto medio ha subito pesanti penalizzazioni nell’ultimo quinquennio scontando una perdita di ruolo e una pesante crisi di identità.
Secondo l’Eurispes questa crisi dipende anche dalle trasformazioni epocali del mondo occidentale e dal passaggio da una società basata sulla produzione industriale a una società basata sulla produzione di conoscenza, comunicazione e informazione.
LE PREOCCUPAZIONI. Secondo il sondaggio, dopo molti anni la prima fonte di preoccupazione per i cittadini sta nel timore che il proprio diritto alla salute possa essere leso (il 18,8%), segue l’insoddisfazione per il proprio posto di lavoro (17%) e il timore per i propri figli (tra le risposte è stato dato particolare risalto agli ultimi eventi dell’ITC Capriotti – 16,6%).
STILI DI CONSUMO CONTRO IL CAROVITA. La perdita di potere d’acquisto viene affrontata puntando su saldi e offerte promozionali, tagliando spese superflue e regali, privilegiando le spese alimentari. Per l’abbigliamento grandi magazzini e outlet allettano “molto” (30%) e “abbastanza” (51,5%) i consumatori.
Anche le famiglie con un discreto livello economico puntano su soluzioni low cost per quanto riguarda viaggi, arredamento e telefonia.