SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Carismatico, schietto, simpatico, deciso. Quattro aggettivi per definire la personalità del presidente della Samb Calcio Umberto Mastellarini. Nato a Roseto degli Abruzzi il 18 settembre del 1947, figlio di un pugliese e di una abruzzese di Mosciano, è sposato da ventisette anni con la signora Anita Caproni di Mosciano, da cui ha avuto due figli, Gabriele di ventisei anni e Maria Teresa di dodici.
Mastellarini è entrato nell’ambiente sambenedettese in un periodo veramente critico della storia rossoblù, ma subito è riuscito a conquistare il cuore della tifoseria, senza proclami ma semplicemente comportandosi in maniera limpida. Mastellarini è ogni giorno nella sede della Samb, segue la squadra tutte le domeniche, ha un rapporto diretto e cordiale con tifoseria, stampa e amministratori comunali. Inotre anche qui a San Benedetto, nonostante le ovvie difficoltà iniziali, sta dimostrando di poter ripetere le gesta a volte trionfali che l’hanno visto protagonista nel suo passato sportivo. Ma Mastellarini è a San Benedetto soprattutto per un motivo: assaporare la Serie B e sentirsi realizzato compiutamente dal punto di vista umano e sportivo.
La sua vita è legata indissolubilmente al lavoro. Quando ha iniziato a lavorare?
“Avevo quattordici anni, e mi sono da subito cimentato nel campo dell’edilizia. Quando ho compiuto diciannove anni, ho cominciato a lavorare nalla mia azienda, la Mastellarini Costruzioni, che ancora adesso è di mia proprietà, anche se sono pensionato e volendo potrei anche smettere di lavorare. Nel periodo che va dai diciannove ai ventitré anni ho lavorato ogni giorno, dall’alba al tramonto, per permettere all’azienda di crescere e diventare solida. È stato un periodo di grandi sacrifici.�?
Umberto Mastellarini uomo di lavoro, ma anche grande uomo di sport. Quando nasce la sua passione per le attività sportive?
“Ho a che fare con lo sport da quando avevo diciannove anni. Costituii la squadra di calcio del Cologna Spiaggia, una frazione di Giulianova. Partimmo dalla Terza Categoria: ero il presidente, il massaggiatore, il guardalinee…Per spostare i ragazzi nelle trasferte avevamo a disposizione appena un’automobile! Ad ogni modo, con il Cologna, riuscimmo a vincere due campionati.�?
Tuttavia il suo rapporto con lo sport non si è fermato al calcio…
“Se dovessi elencare tutti gli sport che mi hanno tenuto occupato, non finiremmo mai! Dopo l’esperienza con il Cologna mi occupai per una decina di anni, ovvero dai ventiquattro ai trentatrè, di ciclismo. Avevo una squadra sia a livello dilettantistico (Terza Categoria) che una amatoriale. Poi è venuta la volta della boxe, che mi ha coinvolto per circa cinque anni. I miei ragazzi hanno disputato quasi cinquanta incontri di boxe tra Giulianova e Roseto, per uno di questi incontri a Giulianova dovette essere allestito un teatro tenda per contenere tremila spettatori, e l’avvenimento fu trasmesso dalla Rai. In quegli anni ho conosciuto i massimi personaggi del mondo della boxe, e tra i pugili che ho avuto con me c’era un campione come Caioni. Poi, assieme ad un’amico, mi impegnai nel basket, dopodiché giunse l’avventura con il Giulianova Calcio.�?
Dove raggiunse risultati eccezionali.
“È vero. Quando arrivai il Giulianova era in Interregionale, e scalammo i campionati fino a giocarci la possibilità di arrivare in Serie B, disputando la finale play-off contro l’Ancona.�?
Eppure ha lasciato il Giulianova, e i tifosi giallorossi ne sono dispiaciuti. Perché se ne è andato?
“Mi sono sentito tradito da un amico che mi era vicino in quell’avventura, proprio nei giorni precedenti la finale con l’Ancona, e a quel punto ho perso gli stimoli per andare avanti come in precedenza.�?
Prima della Samb è stata la volta della grande avventura nella pallavolo femminile. La sua è la squadra dei record.
“Gestisco la pallavolo femminile giuliese da quattro anni, e l’anno scorso abbiamo compiuto l’impresa di vincere ventisei partite su ventisei, mentre quest’anno siamo già a dieci successi consecutivi, otto in coppa e due in campionato.�?
Prima di entrare dettagliatamente nel discorso della Samb Calcio, le devo fare una domanda obbligatoria: cosa cerca nello sport?
“In tutte queste attività sportive, e anche in altre minori che mi hanno coinvolto, io cerco una sorta di gratificazione personale. Vede, lo scorso anno, dopo che avevamo già vinto sei o sette partite consecutive con la squadra di pallavolo, parlando con alcuni amici di Giulianova, quasi mi provocarono: per passare alla storia, per porsi un obiettivo, non era sufficiente vincere il campionato (ogni anno c’è una squadra che arriva prima!). Bisognava stabilire un primato. E quel primato doveva essere dato dalla vittoria di tutte le partite. Ci pensai qualche giorno, e poi ne fui convinto anche io. Così ho stimolato continuamente le ragazze a raggiungere questo risultato, accompagnandole in tutte le trasferte. Soffrivo tantissimo quando le partite erano in bilico, ma alla fine riuscimmo nell’impresa. Quest’anno, anche se probabilmente riusciremo a vincere il campionato di pallavolo, difficilmente riuscirò ad appassionarmi come è avvenuto lo scorso campionato.�?
Quest’anno però c’è anche la Sambenedettese. Perché ha scelto di cimentarsi in un’avventura così impegnativa?
“Io voglio assaporare la Serie B. E’ la cosa che ho più desiderato e che vorrei veramente raggiungere. Ho scelto di tentare quest’avventura con la Samb perché ho sempre amato questa città, a cominciare proprio dal calcio e dalla Sambenedettese.�?
Ha dichiarato più volte che seguiva la Samb, da ragazzino…
“Da piccolo ero tutte le domeniche al Ballarin! Ma ci tengo a precisare una cosa. Io a San Benedetto non chiedo niente e non voglio nulla. Avevo provato ad acquistare la Samb prima ancora che arrivasse Gaucci, e quest’estate, spronato dal giudice Aldo Manfredi, sono tornato alla carica in due differenti circostanze. Io voglio rispettare questa città, di cui mi sto innamorando a cominciare dal suo favoloso pubblico che sarebbe la felicità di qualsiasi presidente. Ma bisogna fare qualcosa di più per avere veramente una grande Samb.�?
Cosa intende dire?
“Questa Samb deve essere di tutti, compresi tutti gli operatori economici di San Benedetto e dintorni, che sono tanti. Date una mano alla Samb! I tifosi forniscono un apporto considerevole, ma noi aspettiamo anche gli operatori economici. Lo sport può dare tanto ad una città come San Benedetto. La Samb è un veicolo pubblicitario importantissimo. Pensi che qualche giorno fa, parlando con un anziano pescatore, mi diceva che quando la Samb era in Serie B persino il pesce veniva valutato meglio perché proveniente da San Benedetto! Mi auguro quindi che nei prossimi mesi, attorno a me si uniscano altre forze per fare grande la Samb.�?
Veniamo agli aspetti più personali. Lei ha due figli: quali sono i valori che ha cercato di insegnare loro?
“L’onestà, la capacità di parlare chiaro. Io nella vita sono andato avanti con le mie sole forze, sono partito da zero lavorando tutti i giorni: l’umiltà e l’onestà devono reggere tutte le azioni. Anche mio figlio deve imparare ad andare avanti da solo.�?
Che rapporti ha con Gabriele?
“Da amico, parlo con lui sempre in maniera chiara, anche se è cosciente che deve avere sempre il massimo rispetto per i suoi genitori.�?
Lei è un uomo religioso?
“Sono un cattolico praticante. A Giulianova ho anche costruito una chiesa, San Gabriele, venticinque anni fa. L’asta stava andando deserta perché nessuno era disposto a costruirla per cento milioni…�?
E riguardo la politica?
“Non mi sono mai interessato di politica: non ho la dialettica giusta, e anche se a Giulianova hanno provato più volte a coinvolgermi nella politica, sono sempre rimasto in disparte perché so che non è il mio mestiere.�?
Cosa rappresenta il calcio nella sua vita?
“Il calcio è passione. Io sono innamorato di questo sport più di un ultras, però tutto deve avvenire entro i limiti della correttezza e del rispetto reciproco. Il calcio è bello, non deve essere violento, assolutamente.�?
Analizzando la sua vita, c’è una cosa di cui si è pentito? O per cui nutre un rammarico?
“No, perché io ho agito sempre di testa mia, e quindi rifarei certamente le stesse azioni, sia in occasione degli sbagli che in occasione delle tante cose buone che ho realizzato.�?
A Giulianova la rimpiangono. Cosa si aspetta dalla città di San Benedetto?
“Nella mia città natale sono stato amato e forse sono l’unico presidente che può assicurare di non essere mai stato criticato dai propri tifosi: questo, per me, è un riconoscimento di grande valore. Da San Benedetto non posso che augurarmi altrettanto. Comunque io ripeto sempre: se si sbaglia non mi attaccate, perché sicuramente sono errori commessi in buona fede.�?
Famiglia, lavoro, sport: nella sua vita c’è spazio per l’amicizia?
“Sono fortunato: ho tante amicizie fraterne che durano da tanti anni: trascorriamo insieme tante allegre serate e ci divertiamo andando in gita insieme, da allegri amici.�?
La Samb sta andando bene: l’obiettivo resta sempre quello della salvezza?
“Non potrebbe essere altrimenti. Noi dobbiamo fare più punti possibili e poi, se dovesse arrivare qualcosa in più, non ci tireremmo indietro.�?
Cosa rappresenta per lei una sconfitta sportiva?
“È la cosa più pesante da accettare. So cosa significa, nelle trasferte, compiere tre o quattrocento chilometri di strada con una sconfitta alle spalle: si è di cattivo umore fino al ritorno a casa e anche oltre. A me piace vincere, non sempre è possibile ed occorre anche saper accettare le sconfitte.�?
Presidente, per concludere: lei sembra un gran motivatore e un trascinatore. È veramente così?
“Qualcuno mi definisce in questo modo, ma devo dire che non c’è nulla di artefatto, io sono così in maniera naturale: pane al pane, vino al vino, come si suol dire. Nella mia vita ho incontrato tutti i più importanti personaggi del mondo del calcio, tra cui Massimino, il compianto presidente del Catania che veniva definito come ‘un vulcano’. Ebbene Massimino mi diceva: ‘Mi chiamano vulcano, ma al confronto tu cosa sei?’�?
ppf
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