S. Benedetto del Tr., 20 maggio 2003,
Tuttavia questa intrepida atmosfera non pare intaccare la tranquillità, per ora, di un ragazzo che di play off se ne intende. Sì, perché Marco Napolioni (nato il 16/06/75 a Roma), vanta nel suo curriculum la più recente promozione con il Catania (dalla C1 alla B) ed una storica con la Salernitana (dalla serie B alla A). L’aria da ragazzino educato miscelata alla simpatica veracità romana, fanno di Marco un esempio di umiltà, da non confondere con il Napolioni calciatore. Indossati pantaloncini e maglietta, calzate le scarpe e assaporato il clima partita, ecco che esce fuori la sua vera anima. Implacabile con gli avversari, corre con grinta e con grande determinazione difende la palla dagli estranei. Il pit-bull rossoblu si arrende solo quando l’arbitro fischia per la terza volta. Marco ha vissuto un anno straordinario sia a livello calcistico con la sua Samb che a livello personale, il matrimonio con la sua compagna che fra pochi mesi gli regalerà la gioia di diventare padre. E per completare questa stagione alquanto positiva si augura che il 16 giugno, giorno del suo compleanno, possa spegnere le candeline dei suoi anni e stappare un vino pregiato invecchiato di…14 anni. A buon intenditore poche parole!
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A che età hai cominciato a giocare a calcio? Quale era il tuo ruolo?
Ho iniziato che avevo sette anni nella squadra del mio quartiere a Roma. Poi all’età di otto anni sono passato nelle giovanili della Lazio facendo tutta la trafila fino a 19 anni con la Primavera (nonostante la fede romanista). In squadra c’erano i grandi Di Vaio e Nesta, con loro ho vinto il campionato primavera nella stagione ’94-’95. Non sono, però, mai approdato in prima squadra. Il mio ruolo è stato sempre lo stesso, non ho mai cambiato posizione anche perché il fisico…non me lo permette più di tanto.�?
C’era, a quei tempi, un calciatore che ti piaceva particolarmente? Ed oggi, qual è il tuo preferito?
“Da piccolo ammiravo molto Ancelotti. Mi piaceva il suo stile, il suo modo di giocare. Oggi credo che Davids sia il più forte centrocampista in circolazione.�?
Ci puoi raccontare il tuo percorso calcistico, dalle giovanili fino alla Samb?
“Dopo la primavera con la Lazio, ho esordito nei professionisti con la Lodigiani in C1. Poi sono stato con la Pistoiese sempre in C1, con la Salernitana in B, dove ho vinto un campionato che ci proiettò nella massima serie. Sono approdato al Foggia in C1, tre anni a Catania vincendo l’ultimo anno gli spareggi per la B, infine eccomi qui a San Benedetto.�?
Tra quelli che hai avuto in passato, qual è l’allenatore che hai nel cuore?
“È difficile. Ogni mister che ho avuto ha saputo tirar fuori qualcosa in me, insegnandomi altrettanto. Direi che Mimmo Casio sia il più indicato, visto che mi ha cresciuto nelle giovanili della Lazio.�?
Hai amici nel mondo del calcio?
“Non è facile instaurare rapporti d’amicizia. Delle volte mi capita di sentire spesso i miei ex compagni, delle altre volte di non sentirli per lunghi periodi. In questo mondo non ci sono amicizie vere.�?
Quale è stata la più grande soddisfazione che hai avuto nella tua carriera e quale, invece, la più grande delusione?
“La più grande gioia è stata la promozione in serie A con la Salernitana. Erano credo 50-60 anni che la squadra non saliva nella massima serie, puoi immaginare che festa. All’epoca ero giovane, avevo circa 22 anni. Probabilmente se avessi avuto la maturità di oggi, avrei avuto la possibilità di esordire in A. Invece, la delusione più amara è stata la retrocessione con il Foggia di Brini.�?
Parlaci della tua famiglia
“Mi sono sposato in comune quasi quattro mesi fa. Mia moglie è in dolce attesa di un maschietto, presto faremo le nozze anche in chiesa, soprattutto per il bene del nascituro. Ci siamo conosciuti nel periodo in cui giocavo a Salerno. I miei genitori vivono a Roma centro, mentre io ho la casa un po’ fuori. Ho una sorella più piccola di me, si chiama Marzia. L’unico rammarico è che torno a casa 1 o 2 volte l’anno.�?
Veniamo all’attualità: come vivi questa vigilia dei play off rispetto a quelle degli ultimi due anni a Catania? Ci sono analogie e differenze tra i due ambienti?
“Oggi è martedì e sono abbastanza tranquillo, forse perché mancano ancora diversi giorni. Però, sono sicuro che sabato la tensione salirà. È inevitabile che c’è emozione, sono partite speciali. Non sono, comunque, i primi play off che disputo. La tensione è la stessa di Catania. Ci auguriamo solo di essere i protagonisti di un film già visto. Tra i due ambienti posso dire che sono molto calorosi a livello di tifo. Tuttavia San Benedetto ha un qualcosa in più, c’è un grande rapporto che abbraccia tifosi e squadra.�?
Quanto potrà contare sul rendimento del Pescara il fatto di aver perso la prima posizione all’ultima giornata?
“Dico solo una cosa, il Pescara è una buona squadra e che lo dimostri in campo.�?
Te la senti di fare un pronostico?
“No, non me la sento. Ma sono certo che faremo due grosse prestazioni. I nostri tifosi vedranno la loro squadra dare il massimo.�?
Cosa pensi delle polemiche che in questi giorni i dirigenti e i giocatori del Pescara hanno innescato, relative alla partita Catania-Pescara?
“Quella è una gara passata. C’è stato un episodio dubbio che può capitare. Capita tutte le domeniche in tutte i campionati. L’altro anno il Catania dimostrò più qualità rispetto alla squadra abruzzese.�?
Come ti trovi a San Benedetto? Cosa ti piace di più e cosa vorresti migliorare?
“Sto benissimo qui, ti giuro che non è né una frase fatta né una frase di circostanza. Non posso chiedere di meglio, abito nei pressi dello stadio oltretutto sono a due ore dalla mia città natale, Roma. Inoltre proprio qui mia moglie mi ha detto che aspettava un figlio.�?