SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È la quarta operazione antidroga della Polizia di Stato effettuata in Riviera nel corso del 2010, ed è sempre la cocaina la sostanza stupefacente oggetto di smercio.

Un altro tassello del mosaico investigativo, afferma in una nota il dirigente della Squadra Mobile di Ascoli Maurilio Grasso, è stato apposto nella serata di lunedì con l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare ai danni di due pregiudicati. Il Gip del tribunale di Ascoli Carlo Calvaresi, su richiesta del sostituto procuratore Ettore Picardi, le ha emesse  per il reato di spaccio di stupefacenti. Ad essere incarcerati sono stati il 21enne albanese Eltjion Xhaferri, residente a Ravenna e rintracciato ad Alessandria, il napoletano 29enne Ciro Sacchettino, rintracciato nella città partenopea.

Secondo le indagini della Polizia di Stato, quest’ultimo era il fornitore diretto di Vladimiro Foddi, detto “Miro”, gestore dell’ex bar-ristorante “Caviar” di San Benedetto, luogo in cui sarebbero avvenute molte delle cessioni di stupefacente accertate nel corso della precedente indagine, già arrestato dalla Squadra Mobile il 3 novembre scorso.

Già il 3 settembre scorso, in base ad alcune intercettazioni, Sacchettino veniva arrestato insieme alla Squadra Mobile di Teramo mentre stava per arrivare nell’ascolano, secondo le indagini proprio per rifornire di droga “Miro”; nella circostanza il napoletano fu trovato in possesso di 150 grammi di cocaina nascosti dentro l’autovettura fermata presso il casello di Val Vibrata.

L’albanese, invece, è collegato all’arresto, operato sempre il 3 novembre scorso, del suo connazionale Agim Carkanji detto “Luigi”; come quest’ultimo, infatti, anche il Xhaferri è accusato di spacciare cocaina e hashish nella Riviera picena.

Questi 2 ulteriori arresti, afferma il dirigente Grasso, fanno parte delle laboriose indagini, durate diversi mesi e condotte con intercettazioni telefoniche, pedinamenti e vari sequestri di stupefacente, che hanno consentito alla Polizia di interrompere un vasto smercio di cocaina che aveva le sue basi operative in alcuni locali di San Benedetto del Tronto e come clienti numerosi giovani, frequentatori di discoteche e locali notturni, ma anche facoltosi imprenditori e liberi professionisti, i quali hanno ammesso di aver acquistato lo stupefacente.