SAN BENEDETTO- Nell’ambito della rassegna “Incontri con l’autore”, dedicata ai “Nuovi saperi digitali”, martedì 6 agosto 2024, presso la Palazzina Azzurra, si è tenuto un incontro con Nicola Lattanzi, professore di Strategia e Management per i Sistemi Complessi, che ha presento il suo libro “Digital Sapiens: Decidere con l’Intelligenza Artificiale“, scritto insieme ad Andrea Vestrucci.

L’evento è stato organizzato dall’associazione “I Luoghi della Scrittura” con il patrocinio del Comune di San Benedetto del Tronto e della Regione Marche e in collaborazione con l’UTES di San Benedetto e l’azienda INIM di Monteprandone

Insieme a Mimmo Minuto che ha introdotto il protagonista dell’incontro, era presente la presidente dell’Utes, Zoboletti Diana. Ha dialogato con l’autore Eliana Narcisi

“Il libro è un tentativo di descrivere e di raccontare come le decisioni cambiano in questo salto di complessità che stiamo vivendo e come il rapporto tra il cervello biologico e quello bioelettronico sta producendo un cambiamento molto significativo. Quindi è un racconto che parte da lontano ma che arriva ai giorni nostri focalizzando l’attenzione sul tema del decidere. L’idea principale è nata da come decidiamo in qualità esseri umani e quindi abbiamo ripreso il termine sapiens. Poi l’editore ci ha spinto a usare digital sapiens” sono state le parole con le quali l’autore ha spiegato il senso e come è nato il titolo del libro

Ha aggiunto: “Il nostro cervello è una macchina per decidere e se non decidiamo c’è qualcosa che non funziona. L’atto del decidere è un elemento ricorrente di tutto il processo evolutivo e della nostra vita quotidiana. Questa è la base del ragionamento del libro. Quando si decide, se le sollecitazioni aumentano, il nostro cervello tende a semplificare perché deve continuamente decidere ma, se si semplifica tanto, questa semplificazione porta delle distorsioni, lontano dalla realtà di quello che si deve decidere. La complessità, l’insieme delle decisioni che oggi dobbiamo porre in essere ci porta a processi di semplificazione che sono un problema perché essa ci porta lontano dalla complessità dei fatti che dobbiamo vivere e non riusciamo a metabolizzare”

Interessante il passaggio sul credere poichè lo scrittore ha affermato: “Si consuma meno energia nell’accettare una credenza piuttosto che verificare una conoscenza perché accettare una credenza non è una verifica e mi consente di assumere decisioni in modo molto più immediato. Accettando il sistema delle credenze, la capacità di decidere aumenta quindi per decidere occorre credere. Se io invece ho la necessità di verificare una certezza, il mio sforzo è necessariamente maggiore. Le credenze derivano da esperienze che sono suffragate da molti decenni e secoli”

L’autore ha parlato anche di possibili situazioni di un futuro imminente affermando che  quelli che si prospettano “Non sono scenari apocalittici, fantascientifici, si, diversi perché è la prima volta che potremmo interagire con forme di intelligenza elettronica, digitale che mai abbiamo avuto e con le quali non abbiamo mai dialogato. Moltissimi lavori spariranno, molti altri ne arriveranno. Oggi i giovani non sanno i numeri a memoria ma sanno la via per trovare le informazioni. È un modo diverso di rapportarsi che io apprezzo molto e che certo si basa su due presupposti fondamentali ovvero la costante disponibilità di energia elettrica e la costante disponibilità dei sistemi cloud perché se io tolgo questo casca tutto. Penso sia molto difficile fare un’analisi dei rischi e delle opportunità perché molti di questi aspetti non si conoscono”

L’autore ha anche sottolineato che “Per tenere in piedi un sistema con questa intelligenza computazionale servono risorse, competenze tecniche e risorse finanziarie che forse neanche un solo stato può sostenere. Queste competenze sono molto potenti in Asia e negli Stati Uniti mentre l’Europa non ha la capacità di competere dal punto di vista della progettazione, pur facendo le regole” e ha anche detto che “Le macchine digitali, per come sono state costruite oggi, non hanno ancora colto la dimensione umana dell’empatia, la compassione, la gioia, la creatività, elementi fondanti della connessione tra gli individui”

Altri temi affini sono stati trattati nella serata tra cui la preoccupazione che questi sistemi possano sostituire la persona, il cuore, l’anima e il fatto che possano rendere gli uomini dipendenti da essi e quindi alla fine incapaci di muoversi senza di essi così come il fatto che ci siano anche interessi economici in ballo