MARTINSICURO – Annalisa è una delle molte donne che ha incontrato il tumore al seno. Davanti alla sua diagnosi, ha deciso di voler raccontare la sua storia, i suoi giorni, dai cicli di chemioterapia fino all’attesa dell’intervento, poi il post-operatorio.
Prima di essere una donna con il tumore al seno, una donna che ha raccontato come la sua vita e il suo modo di vedere sono cambiati, Annalisa è una copywriter e la creatività l’ha sempre accompagnata nel quotidiano.
Con semplicità ha affermato: “Cosa fa una scrittrice quando si ammala di cancro? Scrive“. In poche parole Annalisa ha racchiuso l’essenziale, ciò che è genuino, la sua vita prima e durante il cancro. Così nasce il suo progetto “PinkInk Series I-II-III“, in maniera “poco pianificata“, come lei stessa ci ha detto. Con un élan vital a tutto tondo, direbbero i Romantici.
Tutto è partito come un diario social, giorni raccolti in serie e scelti come post pubblici. Annalisa voleva scrivere, voleva legare saldamente il suo lavoro e la sua passione alla malattia.
Nel ‘Giorno zero‘ ci racconta: “Non ho potuto donare i miei capelli a una delle molte ONLUS a sostegno delle donne operate al seno, perché avevano le mèches e non erano abbastanza lunghi. Allora mi adopero in un altro modo, il mio modo: scrivere e raccontare“.
Presto Annalisa ha iniziato a ricevere messaggi privati da donne da tutta Italia e anche fuori. Così in quelle serie, ha raccontato la sua e altre storie. Annalisa parla in prima persona, sempre, della vita, della speranza e della leggerezza che non smettono di ardere sotto la cenere e dei suoi incontri con le altre donne che hanno testimoniato la loro esperienza.
Molte persone l’hanno contattata anche per parlare di ciò che scrive come si fa con un libro dopo averlo letto perché la malattia non è solo paura e buio, non è qualcosa di innominabile. La malattia ha diritto di essere tema di narrazione come qualunque altra cosa.
Il progetto PinkInk Series reca al suo interno il Kintsugi Project che la stessa Annalisa ha definito una sorta di spin-off. Nel dettaglio, nelle PinkInk Series sono raccolti i cicli di chemio fatti e il post-operatorio e il Kintsugi Project, invece, riunisce i pensieri nell’attesa dell’intervento e le Storie di donne-albero.
Un progetto semplice e spontaneo che ha allungato le sue braccia verso altre mani e le sue “pagine” verso altri occhi. Una voce che non poteva tacere in un esclusivo silenzio. Così Annalisa ha scritto per tutti, per chi aveva bisogno di conforto e anche per chi aveva ‘soltanto’ bisogno di una nuova lettura. Lo ha fatto con l’obiettivo personale di poter, in qualche modo, trasmettere che qualsiasi cosa possa succederci nella vita è sempre un’opportunità per declinarla e renderla preziosa con ciò che sappiamo fare. “Anche una casalinga che si ammala di cancro può, con la sua passione, creare la sua ricetta migliore di una profumata torta appena sfornata“.
Il mondo di Annalisa è un diario, un calendario, tutto scritto. Uno dei suoi naturali prolungamenti oltre il bisogno di scrivere è, per fortuna, l’informazione, la divulgazione e il riverbero al sociale, ad un’unione sensibile.
La sua scrittura è una montagna russa, è sincera, tocca la rotaia più bassa e poi risale in un picco di sprezzante ironia. Lei ama l’affollata Bologna e i suoi tortellini, ama parlare con chi è stranamente di buonumore, il tango e non smette di subire il fascino dell’arte giapponese di “riparare le crepe con l’oro”. Di meno le piacciono le autostrade. Quello che più ama, però, è il suo lavoro perché le permette di vivere la vita due volte: la prima quando sente la vita addosso, la seconda quando la ri-scrive.
Oggi è importante far sapere che questo “diario della vita” è diventato un sito internet, dove è possibile leggere tutti i pensieri in un luogo virtuale, una zona franca protetta dall’inevitabile frammentarietà dei social (https://www.pinkinkseries.it/). Ancora più importante è far sapere che Annalisa non ha assolutamente voglia di smettere di scrivere.
Infine, a chiusura, con le sue parole: “Sto continuando a raccogliere testimonianze di altre donne che hanno o hanno avuto un cancro al seno. Queste testimonianze faranno parte del Kintsugi Project in ogni luogo in cui il progetto troverà accoglienza, anche al di fuori di Facebook. Grazie a chi ha già risposto al mio invito e grazie alle altre che si faranno avanti. Per farsi avanti, basta scrivermi un messaggio privato sul mio profilo Facebook oppure un’e-mail all’indirizzo annalisa@pinkinkseries.it“.
Lascia un commento