
MONTEPRANDONE – Quanto può valere l’associazionismo in un territorio? Ad oggi tantissimo. Le associazioni, in questi anni, specialmente dopo la pandemia Covid, hanno assunto un ruolo molto importante per l’organizzazione e la stesura di vari eventi. Ed è accaduto anche in provincia di Ascoli. Tante amministrazioni comunali collaborano con le varie associazioni del territorio, di qualsiasi ambito, per lo svolgimento di iniziative che puntano a coinvolgere l’intera comunità. Spettacoli musicali, teatrali, sportivi, artistici, enogastronomici e tanti altri ancora. L’unione di molteplici associazioni per permettere la realizzazione di un evento importante è un fenomeno sempre più diffuso anche nel Piceno.
Riviera Oggi/Piceno Oggi vuole dare spazio a queste realtà associative.
Per avviare questo Focus abbiamo sentito i ragazzi di Prima Persona Plurale, associazione sambenedettese che si occupa di eventi musicali sulla costa ma anche lungo la Vallata del Tronto. Il presidente è Matteo d’Angelo, il vice è Paolo Maiolati, il Segretario è Michele Palmiero, Lucio Traini è il Tesoriere. I membri del Direttivo sono Edoardo Tarullo, Micaela Scutti, Guido De Laurentiis, Mirco D’Angelo e Alberto Loggi.
Per l’intervista abbiamo incontrato e ascoltato Michele Palmiero e Matteo D’Angelo.
Come è nata l’associazione Prima Persona Plurale e perché?
“Tutto ha avuto inizio a fine 2018. Da una semplice idea, scaturita durante una serata fra amici, siamo arrivati alla fondazione. Siamo sempre stati grandi fan dei concerti, molti di noi hanno vissuto fuori anche dal Piceno e abbiamo potuto constatare la differenza tra vari spettacoli musicali. La nostra provincia ha un bacino importante, eppure notavamo che in altre realtà, anche più piccole della nostra, gli eventi erano molto di più. Allora abbiamo pensato di aiutare il nostro territorio facendo nascere Prima Persona Plurale. Abbiamo coinvolto molte persone, attualmente siamo in nove nel Direttivo, contando anche sull’esperienza di alcune di loro, già impegnate in passato con altre associazioni. Amiamo la musica, è una nostra grande passione”.
Quindi da spettatori di concerti siete passati al ruolo di organizzatori. Immaginiamo che, ovviamente, è tutto un altro mondo.
“L’inizio è stato molto stimolante ed eccitante ma abbiamo subito riscontrato sorprese e anche difficoltà. L’organizzazione di un concerto ti stravolge a 360 gradi. Devi individuare gli artisti emergenti, contattarli e convincerli ad esibirsi da noi. Ti confronti, naturalmente, con le amministrazioni comunali per la stesura di un evento. Non è stato facile, e non lo è ancora oggi, trovare strutture idonee nella nostra provincia per lo svolgimento di uno spettacolo. Specialmente d’inverno. Un problema che, però, si allarga in altre aree d’Italia. D’estate c’è l’agevolazione di poter organizzare un concerto in grandi spazi all’aperto. Quando fa freddo le iniziative devono svolgersi, per forza di cose, al chiuso e la poca disponibilità di strutture non aiuta. Anche perché bisogna tenere conto dei costi e dell’ordine pubblico, ovvero la messa in sicurezza”.
La vostra associazione come si confronta con le amministrazioni comunali nell’organizzare un evento?
“Noi ci presentiamo nei vari Comuni con le nostre ‘armi’. Ovvero foto, video e presentazioni dove mettiamo sul tavolo i nostri intenti e obiettivi. Inoltre chiediamo se ci sono altre associazioni sul territorio per poter eventualmente collaborare con loro. Le amministrazioni ci ascoltano, poi c’è chi ci asseconda e chi magari no. Però basiamo tutto su un dialogo franco. La nostra associazione punta a mettere nero su bianco lo svolgimento di uno spettacolo. Facciamo intendere che il budget che ci viene messo a disposizione non è una sorta di contratto tra cliente e fornitore. Con quello che ci viene dato noi puntiamo ad un serio investimento che porti benefici e frutti non solo alla nostra associazione ma a tutta la comunità. Ci mettiamo la faccia e non vogliamo fare brutte figure. E, soprattutto, vogliamo aiutare il territorio a crescere. Un’altra difficoltà è la burocrazia. Prima Persona Plurale si affida ad un pool di persone che si occupa principalmente di questo ma auspichiamo in futuro che le questioni burocratiche siano più snelle perché portano via tanta energia oltre alle risorse. Il nostro obiettivo è un progetto culturale a 360 gradi. Il concerto deve essere lo specchietto principale di un evento che però da visibilità a tutte le altre iniziative di contorno che spesso e volentieri coinvolgono tutte le fasce d’età. Stiamo molto attenti alla parte comunicativa, il nostro è un periodo storico molto importante per quanto riguarda ciò, basti pensare alle molteplici piattaforme Social. Per i Comuni, oltre che per noi, un’ampia visibilità è un’ottima vetrina dal punto di vista turistico”.
Come selezionate gli artisti musicali da portare sul nostro territorio?
“Il nostro Direttivo è composto da persone che hanno diversi gusti musicali. Ascoltiamo dei progetti e ci confrontiamo. Ognuno di noi porta un nome, lo mettiamo sul tavolino e ragioniamo sulla disponibilità e sui costi. Raccogliamo tutte le informazioni e facciamo delle valutazioni. Alla fine, dopo un’attenta e scrupolosa analisi, decidiamo quale artista contattare. Confrontarci con i musicisti è molto stimolante, è un lavoro duro che però alla fine ripaga sempre”.
Dal 2018 ad oggi avete già un curriculum importante.
“Siamo partiti con i concerti al Geko di San Benedetto e stavamo avviando una serie di iniziative anche all’Edelweiss. Poi è arrivato il maledetto Covid. Abbiamo dovuto annullare tanti eventi fra cui un concerto con Tananai che all’epoca era ancora poco conosciuto. E’ un nostro piccolo rimpianto. La pandemia è stata una brutta botta, ripartire è stato molto difficile. I costi erano raddoppiati e in più dovevamo tenere conto delle misure di sicurezza rigide per lo svolgimento degli eventi. Alla fine, però, i nostri sacrifici sono stati ripagati. Abbiamo continuato a svolgere iniziative in Riviera per poi allargarci anche in provincia. Tra le nostre soddisfazioni annoveriamo i concerti al Museo Ittico di San Benedetto, la nostra collaborazione al Diffusioni Festival di Grottammare e il Cassandra Fest a Centobuchi di Monteprandone. Abbiamo portato sul nostro territorio tanti artisti emergenti e affermati (Venerus, Valerio Lundini con i Vazzanikki e Coma Cose giusto per fare qualche nome)”.
Il Cassandra Fest è un esempio di come l’unione di più associazioni possa portare benefici a tutto un territorio.
“Esatto. Come abbiamo detto anche prima, quando ci presentiamo ad un Comune chiediamo sempre se ci sono altre organizzazioni sul territorio, non solo quelle che si occupano di musica. Cerchiamo di coinvolgere più realtà perché l’unione fa davvero la forza. Il concerto può veicolare altri messaggi come nel caso del Cassandra Fest. Ci sono laboratori artistici e teatrali sia per grandi sia per piccini. Diamo visibilità all’enogastronomia con stand appositi dando la possibilità di godersi al meglio tutte le iniziative. Cerchiamo di essere polivalenti per aiutare altre associazioni e permettere un ottimo svolgimento dell’evento”.
Può l’unione delle molteplici associazioni presenti in provincia generare un effetto positivo e lo svolgimento di tanti eventi anche lungo la Vallata del Tronto, in realtà minori ma con importante patrimonio artistico e culturale?
“Chiaramente sì. Noi, come fanno sicuramente altre associazioni, cerchiamo di far capire ai Comuni che lo svolgimento anche di un piccolo evento può portare benefici nel futuro. Le amministrazioni, giustamente, devono tenere conto dei bilanci però auspichiamo un po’ di coraggio in alcuni casi. Un piccolo evento può, grazie alla comunicazione di oggi, diventare virale e di conseguenza crescere anno dopo anno. Bisogna avere pazienza e coerenza per poter raggiungere un obiettivo importante. Nel mondo di oggi, purtroppo, in molti vogliono tutto e subito ma non funziona così. Speriamo in una inversione di tendenza e un po’ di comprensione a riguardo”.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
“Oltre a consolidare le iniziative già ben collaudate (Mercato Ittico, Cassandra Fest e la collaborazione con Diffusioni Festival), ci piacerebbe organizzare tanti eventi ‘piccoli’ con artisti locali e forestieri. Diventare una vetrina fissa per molti artisti, fare modo che la nostra provincia diventi per loro una tappa abituale. Un nostro grande sogno è la creazione di un Festival permanente a San Benedetto. Un altro sogno nel cassetto è un Festival itinerante lungo tutta la Vallata del Tronto. Abbiamo tanti tesori in provincia, Borghi che potrebbero diventare palcoscenici a lungo raggio. Una tale rassegna porterebbe numerosi benefici a tutto il Piceno. Chiaramente con l’unione e collaborazione di più associazioni. Siamo fiduciosi, non siamo così lontani da poter realizzare insieme tutto questo”.
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