ACQUAVIVA PICENA – Una lavoratrice è stata licenziata da un’azienda metalmeccanica proprio l’otto marzo: per il Sindacato, si tratta di un “licenziamento pretestuoso che tocca un soggetto fragile”. Segue la nota della Segreteria Provinciale Ugl Metalmeccanici:

«Prima una contestazione disciplinare, la risposta argomentata ed esauriente della Lavoratrice, poi il provvedimento disciplinare di 3 giorni di sospensione, prontamente impugnato con richiesta di Arbitrato all’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Ascoli Piceno.
Dopo alcuni giorni riapertura della medesima contestazione disciplinare e licenziamento per giusta causa con la motivazione che l’infortunio sul lavoro, certificato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto non era stato accettato dall’INAIL che lo aveva trasmesso all’INPS per competenza; passaggi di competenza che avvengono di frequente e che aprono a successivi ricorsi e nuove e diverse ridefinizioni di competenza tra INAIL e INPS. La pretestuosità di un tale licenziamento è evidente; l’evento è accaduto in Azienda, lo stato di salute della lavoratrice è stato certificato dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto.
Un eventuale passaggio di competenza tra INAIL e INPS che definisca lo Status di infortunio o malattia, non offre spazio a presupposti di licenziamento. Appare evidente la volontà dell’Azienda di disfarsi di una Lavoratrice scomoda.
L’Azienda è la Linergy S.R.L, stabilimento metalmeccanico con Sede in Acquaviva Picena e 60 Dipendenti. La Lavoratrice è una donna assunta dalle Liste Speciali di Invalidità, fiera che rivendica Diritti e condizioni ambientali di Lavoro, assistita dalla UGL.
La UGL metalmeccanici ritiene il licenziamento attuato dalla Linergy del tutto immotivato e non legittimo; la espulsione dal lavoro di una Lavoratrice, oltretutto di un soggetto fragile lede la dignità della persona e la colpisce duramente a livello economico. Risalta in maniera emblematica, che proprio l’otto Marzo una donna debba ricevere una lettera di licenziamento.
Confidiamo che celermente il Tribunale di Ascoli Piceno ristabilisca i Diritti della Lavoratrice e la reintegri in Azienda».