MARTINSICURO – Abbiamo intervistato Valeria Di Felice, editrice e poeta, titolare della casa editrice con sede a Martinsicuro Di Felice Edizioni, che sta per tagliare il traguardo dei dodici anni di attività.
Il 22 aprile la Di Felice edizioni festeggerà un traguardo importante: i dodici anni di attività. Qual è il bilancio che puoi fare?
260 titoli pubblicati, centinaia di incontri, tanti percorsi umani che hanno attraversato la “casa editrice” arricchendola non solo di libri, ma anche di esperienza e reciprocità, una bella rete di amanti di letteratura tra scrittori, poeti, critici, lettori. Non sono stati anni semplici, ma ogni piccola crisi, difficoltà è come se fosse stata la porta per entrare in una nuova stanza, più luminosa, più preziosa, più spaziosa. Dodici anni che hanno rinnovato il desiderio della Di Felice Edizioni di proseguire su questa strada, dando più spazio a quei progetti portatori di coraggio e innovazione, con uno sguardo rivolto alle letterature straniere, in particolare del mondo arabo.
Quali sono le collane della casa editrice? Ce ne sono alcune inaugurate di recente e che ritieni siano importanti per il percorso della tua casa editrice?
Tra le collane, la più recente è I contemporanei del futuro, diretta da Roberto Michilli e dedicata ai classici sconosciuti, poco conosciuti o dimenticati, oppure celebri ma appannati da traduzioni non all’altezza, di fine Ottocento e inizio Novecento. Questa collana sta riscontrando molto interesse grazie alle sue prime tre uscite su Lérmontov, Prosper Mérimée e Flaubert. Poi ci sono le collane storiche, come quella di poesia Il gabbiere, diretta da Sante De Pasquale, di narrativa sul Mediterraneo Gli occhi del pavone, diretta da Rita El Khayat, di racconti Racconti Zeta, diretta da Daniele Cavicchia e Maria Grazia Di Biagio.
Sappiamo che stai vivendo una nuova esperienza umana, quella dell’attesa di un figlio, esperienza impattante e sicuramente emozionante per una donna. In quanto poeta, oltre che donna, questa esperienza è stata o pensi possa essere di ispirazione per una tua nuova produzione poetica e se sì, in che modo?
In realtà nel 2016 avevo già curato La grande madre. Sessanta poeti contemporanei sulla Madre, un’antologia poetica impreziosita da 91 opere pittoriche – tra le più significative degli ultimi secoli. Ora che sto vivendo “concretamente” questa esperienza, percepisco ancora di più la magia della creatività che per me sta diventando la chiave di lettura dominante della quotidianità. Non so se ciò porterà una mia nuova pubblicazione poetica o se influenzerà le mie scelte editoriali, ma sono sicura che toccare con mano il mistero dell’Origine, della nascita, porterà un nuovo slancio verso l’Oltre, verso un nuovo Viaggio. Sto già pensando a una nuova antologia di poeti internazionali sulla maternità, tradotti in italiano.
Hai già un altro libro in cantiere?
Di prossima pubblicazione sarà un libro che “camminerà nel tempo” per il suo valore editoriale e culturale. Si tratta del saggio sulla rivolta decabrista 14 dicembre 1825. La rivoluzione immobile, di Roberto Michilli che ha ricostruito con minuzia di particolari e grande attenzione una delle vicende storiche più importanti della Russia dell’Ottocento che poteva diventare fin dal 1826 una monarchia costituzionale o addirittura una repubblica, cambiando così la storia successiva non solo della stessa Russia ma anche dell’Europa e del mondo.
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