FERMO – Prosegue l’attività della Guardia di Finanza di Fermo nel ruolo di polizia economica finanziaria.

L’operazione odierna si inquadra nella più ampia azione della Guardia di Finanza tesa a contrastare gli sprechi di risorse pubbliche, alla prevenzione e repressione degli illeciti che alterano le regole di funzionamento dell’economia, della concorrenza e del mercato, a presidio degli interessi dei consumatori, della collettività e a difesa degli interessi erariali.

A distanza di tre anni dalle articolate e complesse indagini svolte dalle Fiamme Gialle di Fermo sotto l’egida della locale Procura della Repubblica un complesso immobiliare nel Fermano del valore stimato di dieci milioni di euro è divenuto patrimonio dello Stato.

Le investigazioni eseguite all’epoca delinearono un quadro probatorio di tutto interesse, dove diverse persone (soci e amministratori) in concorso tra loro, nella gestione di alcune imprese dichiarate successivamente fallite furono ritenute responsabili di varie condotte distrattive e dissipative del patrimonio societario per finalità personali ed estranee a quelle imprenditoriali. Dall’esito delle indagini scaturirono la denuncia alla locale Autorità Giudiziaria dei soggetti ritenuti responsabili dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale di cui uno, sottoposto anche alla misura interdittiva del divieto di esercitare imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese.

I soggetti coinvolti attraverso variegate operazioni illecite e l’apposita costituzione di una società cui fu ceduto, contabilmente ad una cifra irrisoria il compendio immobiliare, svuotarono il patrimonio di un’azienda destinata al fallimento, con grave danno ai creditori e all’Erario.

Pertanto, nei confronti della società neo creata per la circostanza dagli indagati, venne eseguito il sequestro preventivo di un complesso residenziale che rappresentava la parte maggiore, dal punto di vista economico del reato di bancarotta fraudolenta distrattiva contestata.

Oggi, 24 ottobre, al termine di un percorso giudiziario ultimatosi con il passaggio in giudicato della sentenza che aveva visto condannati gli imputati per i reati loro ascritti, quel complesso immobiliare, temporaneamente già sottratto alla libera disponibilità per evitare la reiterazione di comportamenti illeciti, con il provvedimento della confisca eseguito dai finanzieri della marca “fermana” è divenuto per sempre un bene di proprietà dello Stato.

Con la confisca, infatti, che è una misura di sicurezza patrimoniale, cioè un provvedimento irrevocabile con effetti definitivi, un bene che è servito a commettere il reato ovvero le cose che ne sono il prodotto o il profitto viene espropriato a beneficio della collettività.