
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Passata la sbornia elettorale, di cui resta per appendice solo il ballottaggio ascolano, riemerge dalla risacca delle dichiarazioni delle ultime settimane lo scheletro del Centro Agroalimentare Piceno. Lo si ricorderà, la Regione Marche, per mezzo di un proprio funzionario, ha dichiarato all’assemblea dei soci del 14 maggio scorso che intende “liquidare” (e non vendere) le proprie quote. Vendere infatti significa garantire al Centro una vita ulteriore, con un passaggio di quote; liquidare imporrebbe una chiusura del Centro con necessità di vendita immediata da parte di un liquidatore, quindi probabilmente al di sotto dei prezzi di mercato.
Sulla vicenda Riviera Oggi può approfondire con una lettera inviata dal Consiglio di Amministrazione del Caap ai soci. Consiglio di amministrazione composto dal presidente Roberto Giacomini, dal vicepresidente Luigi Travaglini e dall’amministratore delegato Francesca Perotti.
“Il perseguimento tout court dello scioglimento e della liquidazione della società senza alcuna preliminare approfondita valutazione di ipotesi di risanamento della stessa, potrebbe invece costituire danno valutabile anche sotto il profilo della responsabilità erariale – ha scritto il C.d.A. – Del resto, la via maestra per l’eliminazione delle partecipazioni pubbliche sembra essere quella della loro alienazione a terzi, così scongiurandosi la dispersione del valore azionario che dovrà, al contrario, con ogni mezzo essere preservato al fine di scongiurare ogni ipotesi di danno. Al contrario, soluzioni più radicali, come lo scioglimento, la liquidazione stranamente invocate dal Collegio sindacale e la successiva estinzione delle società partecipate sono considerate, esiti eccezionali”.
“Inoltre il CdA – continua la lettera – vuole evidenziare come il Centro Agro-Alimentare Piceno, primo Centro Agroalimentare all’ingrosso costruito ed inaugurato nel 1997 con i fondi statali rischia di fatto di diventare, nel contesto nazionale, l’unica struttura del genere su oltre 20 Centri Agroalimentari all’ingrosso ad essere abbandonata dagli Enti Pubblici“.
Ma la Regione sembra decisa, nel silenzio dei solitamente moltocomunicanti rappresentanti regionali del Piceno, ad andarsene: il 24 maggio è arrivata la disdetta del contratto di affitto, sottoscritto nel giugno 2001, dei locali posti al primo piano della palazzina direzionale del Centro, destinati al Presidio Servizio Ambiente ed Agricoltura, Programmazione e Struttura decentrata di Ascoli Piceno-Fermo, presidio Assam.
“Eppure lo stesso dirigente regionale che nell’assemblea dei soci ci ha comunicato l’intenzione della Regione, era presente, lo scorso 18 aprile, ad un convegno umbro nel quale si è parlato del notevole incremento del settore Agroalimentare nelle Marche e di quanto la Regione Marche punti sul rilancio dell’Agroalimentare; tutte queste scelte rappresentano un ulteriore danno, sia a sé stessa, perché comunque la Regione è Socia del Caap e ne diminuisce in tal modo i ricavi, sia per i dipendenti e sia per il territorio del Piceno sicuramente deluso da tali politiche di abbandono” hanno scritto i consiglieri.
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I limiti del nostro mondo si ripercuoto amplificati nei limiti della politica e della gestione dei beni pubblici. La politica, così per come l’abbiamo scelta, non riesce a costruire nulla di significativo per garantire ed aumentare la competitività del territorio locale ma non solo, tende a svendere (mi auguro in buona fede non volendo pensare a speculazioni edilizie in quell’area) tutti gli asset del territorio. E’ vero il CAAP perde soldi, ma qualcuno ha ragionato su quale debba essere il modello di business di questa struttura? Qualcuno ha pensato che magari con un sano e sostenibile modello di business si… Leggi il resto »
Noto che la Regione Marche sta svilendo il Ns territorio. Ovviamente si tratta di decisioni politiche frutto di chi è stato eletto per rappresentare il territorio. Vedo anche che il voto, forse errato da come parlano i fatti, sta emanando tutti i suoi miasmi. Come se non bastasse c’è anche l’esempio dell’ospedale unico…. Spero solo che il prossimo voto sia più intelligente.
L’attuale governo regionale decide le sorti delle aziende a secondo del riscontro elettorale che porta, cioè quello di riflesso! Difatti sull’Aerdorica hanno versato decine di milioni di euro per salvarlo (la regione ha quote dell’80%) gli ultimi 21,5 milioni li hanno versati poco tempo fa. Stessa cosa per l’Interporto di Jesi costato milioni di euro e con un debito che supera i 10 milioni! Anche li l’attuale giunta si è fatta in quattro per salvarlo, quindi deposito medicinali e centro operativo di emergenza (112)! Ma già sanno che nel profondo sud delle Marche non c’è più trippa per gatti (a… Leggi il resto »