
TERAMO – Un incontro con la Regione e la richiesta di essere coinvolti nel processo di elaborazione del Piano di riconversione industriale in quanto “terminali territoriali del mondo produttivo e di quello del lavoro”.
Lo hanno chiesto il 28 aprile al presidente Renzo Di Sabatino i segretari confederali (Giovanni Timoteo della Cgil, Antonio Scuderi della Cisl, Emidio Angelini della Uil) e le associazioni di categoria (Antonio De Remigis di Confindustria, Silvio Angeletti dell’associazione Piccole e Medie Industrie; Luciano Di Marzio di Confartigianato).
“Ho già fissato un incontro con il vicepresidente Giovanni Lolli – ha dichiarato a margine della riunione Di Sabatino – sindacati e mondo dell’impresa mi hanno rappresentato le loro perplessità in ordine al fatto che ancora non è stato elaborato il Piano di riconversione, di competenza del tavolo nazionale di coordinamento del quale noi facciamo parte ma che non si riunisce da tempo, e che non si hanno notizie certe sui bandi in uscita. Una preoccupazione che serpeggia anche fra gli imprenditori considerato che il decreto è del febbraio scorso e che la congiuntura è tale che hanno bisogno di risposte in tempi certi”.
Sindacati e associazioni datoriali hanno annunciato un “documento di sintesi ma compiuto” da far arrivare al Tavolo nazionale di coordimento quale contributo all’elaborazione del Piano di riconversione.
L’incontro è stata l’occasione per parlare anche dei provvedimenti riguardanti sisma e maltempo. “Abbiamo chiesto alla Provincia di farsi promotrice di un seminario informativo che entri nel merito delle misure, soprattutto di quelle riguardanti le zone franche urbane, perché vi è la necessità di un’informazione approfondita che al momento manca, una condizione che rischia di far perdere qualche opportunità sia ai cittadini che a commercianti e attività produttive”
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Ma mi chiedo, “terminali territoriali del mondo produttivo e di quello del lavoro”.Vogliono essere coinvolti per programmare?Ancora una volta le associazioni sindacali (vorrei capire oggi con il 70% delle aziende chiuse,ormai chi rappresentano) appena sentono “puzza” di opportunita’ e di soldi ci si buttano a capofitto.Mi chiedo:Dove erano i sindacati quando le aziende chiudevano o delocalizzavano?Questi signori, ricordano che hai presidi degli operai delle vallate vibrata e tronto,nelle varie aziende che chiudevano,sono dovuti scappare rincorsi dagli operai?Non e’ tutto.Hanno avallato e fatto fare per 10-15 anni corsi di formazione tarocchi,senza ricollocare nessuno,fatti solo per sprecare risorse e/o compiacere enti formativi… Leggi il resto »