SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il decennio dell’edonismo, delle griffe, e della superficialità: ma sarà stato davvero così? Abbandoniamo per un po’ la sociologia e tuffiamoci nei ricordi: cosa resterà di quegli anni ’80, come cantava Raf in uno dei suoi hot più fortunati?
Tante cose, alcune dimenticate, altre conservate nella memoria di chi, oggi, è adulto e non può che ricordare con affetto un periodo della sua giovinezza. Così anche la Riviera delle Palme e San Benedetto, in quegli anni, furono attraversati dal fenomeno giovanile dei Paninari, nato ufficialmente a Milano nella metà degli anni ’80 e poi diffuso in tutta la Penisola, provincia completa. L’equivalente italiano degli yuppies con una attenzione per l’abbigliamento ancor più maniacale: e da qui ne discese un eccesso di riguardi, una mala educazione a base di Timberland, Moncler, Americanino, Naj-Oleari, Levis e via dicendo. Gli eccessi politici del decennio precedente dimenticati in pochi anni.
All’epoca dei Paninari internet non esisteva, così le informazioni e le comunità giovanili trovavano nella buon vecchia carta stampata il loro riferimento. Diverse riviste raccontavano il fenomeno, e tra queste la più diffusa fu “Il Paninaro – I Nuovi Galli” che arrivò a 140 mila copie vendute. Il primo numero fu pubblicato nel gennaio 1986 e l’ultimo nel novembre 1989.
Così nell’agosto del 1987 il Paninaro dedica un approfondimento ai “paninari di San Benedetto del Tronto“, come si legge nella copertina (era abitudine che ogni mese vi fosse uno speciale dedicato ai paninari nelle varie città italiane). Dall’archivio ben custodito di Valentina Simonato troviamo, oltre che la copertina, anche due foto a tutta pagina dove tanti ragazzi, all’epoca ancora minorenni. Una dei “paninari-soul” (eh sì….) al Banzai Disco Food, e un’altra in posa con doverosi cinturoni da mandriano davanti a Sport Commando, uno dei piccoli templi del consumismo dell’epoca.
Cosa sarà rimasto di quegli anni ’80?
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Mi hanno detto alcuni “attempati” (si scherza) che il Banzai Disco Food era un locale situato nell’attuale “Palazzina Azzurra” in quel periodo. Io… ero troppo piccolo per frequentarlo ;)