SAN BENEDETTO DEL TRONTO- Alzi la mano chi, tifoso o meno, può garantire che domenica pomeriggio non butterà almeno un occhio su Monticelli-Samb, in diretta su Rai 3 per l’intera provincia di Ascoli.

E in effetti l’evento non è di quelli fruibili tutti i giorni dell’anno. Vuoi perché la categoria non è fra le più appetitose per le, seppur “fameliche”, bocche delle tv nazionali, vuoi perché vedere dei ragazzi in maglietta rossoblu calcare il prato del “Del Duca” è stato qualcosa di davvero raro da “avvistare” negli ultimi anni, in ogni caso la partita sarà presumibilmente un appuntamento seguitissimo e dal picco d’ascolti garantito, checché se ne dica sull’opportunità di considerare quello di domenica un derby in piena regola.

Catalogare la partita è una questione spinosa: in Riviera infatti tutti propendono per l’impossibilità di equiparare questo match a quello con l’Ascoli e c’è anche qualcuno che addirittura fa professione di distacco assoluto nei confronti della partita, considerando il Monticelli, per una questione di lignaggio principalmente, alla stregua del cuginetto fastidioso che ti strattona i pantaloni, cioè degno di limitata attenzione. Come sempre “in medium stat virtus” ed evitando esagerazioni da una parte e dall’altra possiamo arrivare alla conclusione che questa partita di certo non è “il Derby”, con la D maiuscola non per caso, ma è comunque un derby e cioè una partita sentita. Da tutti. Da chi si occupa della pubblica sicurezza in primis, che ha voluto evitare incidenti vietando la trasferta alla “torcida” rossoblu, dai tifosi del Monticelli, per forza di cose feudo bianconero, e sì, anche dai tifosi sambenedettesi, che indipendentemente dalle legittime professioni di superiorità, non possono che piegarsi all’evidenza di una partita, quella dell’andata, che non andò giù proprio a nessuno e che provocò malumori vari nell’immediato e anche nel meno immediato post partita.

Se dovessimo fare della partita di domenica una questione squisitamente calcistica, allora non ci sarebbe storia. Perché la Samb sembra lanciatissima: ha consolidato il suo primato “seppellendo” addirittura il Fano sotto tredici punti, viene da quattro vittorie consecutive e domenica giocherà per portare a dieci la striscia record di vittorie fuori casa. Discorso diverso invece per il Monticelli che occupa la nona posizione in classifica e che viene da un periodaccio fatto di appena 4 punti raccolti nelle ultime 5 uscite e di due sconfitte consecutive negli scorsi due turni con Jesina e Recanatese. Ma visto che stiamo parlando di un derby niente è scontato e mai si devono sottovalutare le energie nascoste e i nervosismi imprevisti che possono venir fuori da un ambiente carico e caldo, anche se da questo punto di vista, in casa Samb almeno, sembra regnare la serenità.

Diego Conson infatti, sentito negli scorsi giorni parla “di una partita come le altre” non diversa da una partita col Fano ad esempio e “preparata anche dal mister con la massima tranquillità.” E se le parole del difensore sono credibili quando limitiamo il discorso alla rivalità picena, stentiamo un po’ a credergli se solo si pensa alla partita d’andata in cui gli stessi calciatori che scenderanno in campo domenica, in ottobre incassarono 5 gol in casa in un ambiente esterrefatto e surreale, una situazione che vorranno presumibilmente “vendicare”. E forse a qualcuno di loro tornerà in mente la vecchia Samb di Beoni, che proprio all’andata iniziò a mostrare i propri limiti e che costò il posto all’allenatore favorendo il reinsediamento del “delfino” Palladini, la cura ad hoc che ha stravolto l’andamento della stagione e che ad oggi fa tutta la differenza del mondo fra quella e questa squadra e fra quella e questa partita. Una partita che però, possiamo proprio dirlo, è sempre un derby.