SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Alla vigilia della stagione estiva è estremamente complicato il quadro della situazione per il settore ristorativo. E’ quanto emerso dal convegno organizzato all’hotel Fortuna di San Benedetto, nella mattinata del 29 maggio, dall’Arisap (Associazione Ristoratori del Piceno), nel corso del quale si è fatto il punto della situazione sul discorso delle sagre selvagge, ma anche relativamente tutta una serie di circostanze tutt’altro che favorevoli come la disparità di trattamento con strutture che, nonostante le leggi, finiscono per rappresentare una forma di concorrenza impari.
“Siamo l’unica associazione che in questi anni ha scritto ai Comuni, invitandoli a regolamentare le sagre – ha esordito il presidente dell’Arisap Ferdinando Ciabattoni -. In alcune città non sembra essere cambiato nulla ma, a qualche Comune, qualche input sembra essere arrivato”.
Ciabattoni ha citato, ad esempio, la realtà sambenedettese dove pare che i vertici dell’amministrazione, abbiano chiesto di rivedere il calendario delle manifestazioni per “scremare” la sagre.
Ma, sempre relativamente a San Benedetto, non ha risparmiato una piccola nota critica legata al fatto che gli uffici comunali hanno promozionato l’uscita sui giornali di un riconoscimento commerciale rilasciato ad un Bed and Breakfast della città.
All’accenno di Ciabattoni in molti hanno concordato sul fatto che, quella manovra, sia stata assolutamente inopportuna: “Non stiamo parlando del premio Nobel – hanno commentato in molti – ma di un riconoscimento dato da una realtà commerciale ad un’altra. Senz’altro una lodevole e meritata iniziativa ma non si capisce per quale motivo il Comune debba aver messo il proprio ufficio stampa, pagato con soldi pubblici, al lavoro sul comunicato di un B&B”.
E proprio sulla realtà dei B&B si è soffermato Ciabattoni: “Spesso e volentieri passano pranzo e cena ai propri ospiti e possono addirittura essere aperti senza partita Iva”. Ma anche il calcolo fiscale depone a favore di quel genere di strutture: “Un ristorante o un albergo – ha affermato il presidente dell’associazione – su 22 mila euro di guadagno paga almeno 11 mila euro di tasse. Un Bed and Breakfast al massimo ne paga 5mila. Sia chiaro, qui non si vuole fare la guerra a nessuno. Ognuno ha diritto di lavorare e farlo al meglio seguendo i propri interessi ma non è giusto che i ristoranti continuino a fare i bancomat della situazione mentre altre attività, che stanno rappresentando sempre di più un elemento concorrente, vengono agevolati. Gli alberghi stanno pagando l’Imu per camere che sono chiuse e inutilizzate dieci mesi l’anno”.
Nel corso del convegno di ieri è stato presentato l’accordo tra l’Arisap e la Ristoranti Piceni, una nuova e importante vetrina promozionale che viene messa a disposizione degli associati. Attraverso un portale innovativo ed una serie di iniziative promozionali, i locali associati potranno entrare nel circuito multimediale di ristorantipiceni.it.
“Il tutto – ha affermato il direttore dell’associazione Massimo Pompei – con l’obiettivo di tornare a far arrivare le persone nelle sale dei ristoranti”. L’Arisap ha inoltre stretto importanti accordi anche con la Tgs, specializzata nella programmazione di prenotazioni e ordini e con la SaGa, ditta leader nel settore della progettazione e del contract.
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