MONTEPRANDONE- “La strada è tutt’altro che spianata ma crediamo che valga la pena lottare per il diritto alla salute”. E’ nato ufficialmente il Comitato Aria in Trasparenza a Monteprandone, formato da cittadini che intendono opporsi alla costruzione della centrale a biomasse in procinto di essere avviata nei pressi di via dell’Industria.

Nella serata di giovedì 11 aprile tantissime le persone che hanno partecipato alla seconda assemblea pubblica del comitato, seppur si sia notata con rammarico un’assenza dei più giovani. Il direttivo sarà composto da Franco Schiavi, Eros Spinozzi, Giovanni Seghetti e Marina Mattioli, assistiti dall’avvocato Annalisa Cutrona che ha illustrato alcune delle possibili opzioni di strategie legali da adottare eventualmente per fermare la centrale.

L’assemblea è iniziata la proiezione di un video del dottor Stefano Montanari, invitato dall’Amministrazione comunale a collaborare per fornire dettagli sulla centrale locale, che ha illustrato rischi e pericoli derivanti dalle emissioni nocive delle centrali a biomasse. Nello specifico quella che dovrebbe entrare in funzione sarà alimentata a diesel producendo energia attraverso la combustione di olio di palma. “La produzione di olio di palma “, ha spiegato il dottor Montanari “crea un vero e proprio disastro ambientale causando la scomparsa delle foreste tropicali, specie nel sud-est asiatico. Con pesticidi poi ad alto tasso di inquinamento e che da noi sono illegali per questo”.” La centrale”, continua poi, “sprigionerebbe nanoparticelle eterne che potrebbero avere effetti deleteri sulla salute, che non sono tra l’altro catturabili dai filtri. Essi infatti possono bloccare solo le particelle meno nocive, rimanendo poi impotenti di fronte a quelle più dannose per la salute come il monossido di carbonio o gli ossidi di azoto e zolfo “.

“Quello che ci preoccupa”, gli fa eco Eros Spinozzi del comitato, “è che qui abbiamo già una zona abbastanza mal messa dal punto di vista ambientale, cosa accadrà quando questa centrale entrerà in funzione, tra l’altro in una zona industriale comunque vicina al centro del paese?”
La centrale poi stante alla relazione tecnica presentata in Comune “dovrebbe essere attiva 365 giorni l’anno 24 ore al giorno. Senza pause, per 18 anni consecutivi. Cosa ne sarà dell’aria con una centrale fatta funzionare cosi a pieno regime che emette sostanze nocive? Ciò riguarda anche i comuni limitrofi, non solo noi” continua un ragazzo.

Interviene poi il sindaco Stracci che ha sottolineato come “il Comune sta facendo di tutto per tentare di bloccare l’avvio di questa centrale. Abbiamo commissionato uno studio proprio al dottor Montanari che gentilmente ha accettato la collaborazione per capire quali potrebbero essere i reali effetti dannosi sulla salute derivanti da questa centrale. Noi stiamo anche varando un’ordinanza con cui bloccare le emissioni derivanti dai veicoli e attività altamente inquinanti fino al 15 maggio. Per le auto ci sarà il divieto di traffico sulla Salaria per chi possiede veicoli euro 0, euro 1, euro 2. E’ un’ordinanza tampone con cui potremmo bloccare la centrale almeno fino alla data indicata, nell’attesa di studiare assieme al legale del Comitato altre strategie più a lungo termine. Da canto nostro per ora non possiamo fare di più. Ribadiamo che non spetta al Comune l’ultima parola. Stiamo valutando anche la carta dell’Autotutela da concordare con la Regione”.

Strategia che per ora non è ancora ben definita. secondo l’avvocato Annalisa Cutrona infatti “occorreva intervenire prima. C’erano enti che a mio avviso potevano adottare altre vie per vedere se dare il via libera o meno a questa centrale. Ora occorrerà studiare bene quale strategia adottare per tutelare la salute di tutti i cittadini”. La strada insomma si preannuncia un pò in salita ma nulla è perduto secondo il Comitato. Che ha rivolto anche un appello affinchè si cerchi di ampliare il movimento, specie ai giovani, per essere più incisivi sulle decisioni che riguardano il territorio preannunciando nuove iniziative.