SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Battute e accuse dirette. Piove di tutto sulla testa di Marco Calvaresi a due giorni dalle elezioni politiche che hanno sancito l’abbandono delle scene da parte di Amedeo Ciccanti.

L’ormai ex onorevole non è rientrato alla Camera, fallendo così la sua quarta promozione di fila al Parlamento. Immediatamente, il Presidente del Consiglio aveva preso le distanze dall’Udc, precisando come la sua candidatura alle Comunali del 2011 fosse avvenuta grazie al supporto della lista civica Nuovo Polo Sambenedettese.

“Calvaresi è un cuor di leone”, taglia corto il Pdl. “Non ha esitato a distinguersi da Ciccanti dopo il suo flop”. Decisamente meno teneri i toni di Carlo Di Giovanni, che con l’imprenditore sambenedettese ha condiviso l’intera campagna elettorale di due anni fa, prima dello strappo insanabile. “Ero capolista di Uniti in Comune per Cambiare, ho rotto il silenzio perchè non posso accettare che scenda in questa maniera dal carro. La nave non si abbandona mentre affonda, non osi farlo. Calvaresi seguiva in tutto e per tutto Ciccanti, è stato fondamentale per il suo ingresso in politica”.

A detta del giornalista, Calvaresi avrebbe voltato le spalle all’ex sindaco di Ascoli: “Fosse stato intelligente si sarebbe limitato a un mi dispiace. Troppo comodo allontanarsi dall’Udc adesso che è tutto finito”.

Che i rapporti tra l’esponente centrista e Ciccanti siano parzialmente deteriorati lo dimostra il freddo atteggiamento avuto da quest’ultimo ai microfoni di YouRiviera nelle settimane passate. “L’Udc in assise è rappresentata da Domenico Pellei”, avvisò. “Calvaresi, visto che ricopre un ruolo istituzionale e di garanzia, dovrebbe sempre astenersi”. Stoccata a cui seguì il silenzio del diretto interessato. Fino a martedì.