SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Restituire i poteri al comitato d’indirizzo della Sentina, privato di ogni possibilità decisionale in seguito all’approvazione in Consiglio Regionale del famigerato emendamento Perazzoli. Lo chiede a gran voce l’associazione “Salviamo la Sentina”, che ospita tra gli altri anche l’ex presidente della Riserva, Pietro D’Angelo.

Il timore? Che si risveglino gli appetiti di lobby affaristiche, che potrebbero deturpare la bellezza di un bene naturale appartenente a tutta la popolazione. In questo senso hanno provocato non poche irritazioni le voci di possibili realizzazioni di un campo da golf, un ippodromo, o addirittura di una sede del Circolo dei Cittadini di Ascoli. “Sono delle barzellette, delle proposte indecenti”, tuona D’Angelo, affiancato da Massimo Bartolozzi di Ambiente e Salute nel Piceno, Stefano Quevedo della Lipu, Olimpia Gobbi di Luoghi Comuni e Giampiero Giorgi degli Ecologisti Democratici.

“Quello che è accaduto alla Sentina è emblematico, è un tipo di democrazia che non condividiamo e che guarda al passato”, spiega la Gobbi. “Il mercato immobiliare è drogato e al limite dell’esplosione, nella Riserva si vuole andare in quella direzione. Poche persone credono di poter gestire i territori, non può essere permesso”.

Il monito è quindi alla politica: “Esigiamo atti concreti per sanare questa situazione, non si vanifichi un lavoro di anni– continua D’Angelo – se il problema ero io, perchè oltre a cambiare il Presidente hanno dovuto cambiare pure la legge? Con quell’emendamento si vuole impedire l’utilizzo autonomo provenienti dalla Regione”.

La battaglia è aperta e nei prossimi giorni si estenderà con il lancio di una raccolta firme popolare per la stipulazione di una legge regionale per un governo ecocompatibile e partecipato dei territori. Per informazioni sull’intero testo di legge si può consultare il sito www.paesaggiomarche.net.