SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Ancora Invincibili. In 8 contro 10, o in 8 contro 13 come dice Palladini, la Samb non ha perso. Si è aggrappata allo scheletro di squadra a cui era stata ridotta da un arbitro da Prima Categoria, si è spolpata di corsa e fiato, è risorta, poi è crollata.

Se il Paradiso e l’Inferno esistono, hanno qualcosa di molto simile a questa gara, Samb-Legnago. L’urlo seguito al gol di Di Vicino da parte dei cinquemila del Riviera delle Palme sembra l’espiazione della sofferenza. E invece quello strozzato, a seguito del rigore calciato da Napolano contro il palo, fa ripiombare il pubblico giù, negli Inferi che hanno il volto della Serie D.

Partita stranissima ma di intensità degna di ben altri palcoscenici, altro che Serie D. Protagonista assoluto il signor Marco Serra di Torino, che inizia nella ripresa il suo show: annulla gol a Nicolosi (in combutta con l’assistente Francesco Torre di Chieti) e poi lo espelle. Dopo l’espulsione inevitabile di Valente, ecco il fallo su Puglia, sicuramente trattenuto, che forse può aver accentuato la trattenuta ma anche qui, dopo lunghi secondi di titubanza, niente punizione o rigore, ma espulsione. Il meglio lo ha dato però sull’espulsione di Cuccù, assolutamente inesistente per un semplice fallo di gioco: e lì si è avuta la conferma che l’arbitro di Torino avesse perso la misura di quel che stava facendo.

Ci sono stati momenti confusi, con l’espulsione di Palladini, un tentativo di invasione campo, ultras della laterale che presi dalla disperazione sono entrati nella tribuna centrale. Situazione veramente al limite, trascinata da decisioni incomprensibili. In 8 contro 10 (o 13) sembrava tutto perso, e invece fortunatamente la curva ha intonato un coro disperato, e tutto lo stadio l’ha seguito, a più riprese, mentre il cartello dei cinque minuti di recupero veniva sventolato.

E allora, come tarantolato, un Napolano esausto correva a perdifiato, veniva buttato giù e Di Vicino trovava il gioiello, complice Pinzan: pareggio, il finimondo al Riviera delle Palme, Inferno e Paradiso che si mescolano all’improvviso, quasi da Apocalisse con un pubblico rapito in una estasi non ripetibile a parole.

Poi i rigori, sembrava impossibile perderli sotto quella curva, ma si sa che può accadere.

Quanto alla partita, l’avversario si è dimostrato di rango, molto ostico, poteva anche raddoppiare ma i rossoblu – privi di Carteri e Carpani – si sono dimostrati complessivamente più forti. Probabilmente Palladini ha sbagliato ad insistere su Ianni centrocampista anche dopo l’ingresso di Puglia: il difensore era in difficoltà e in svantaggio era meglio giocare con Oretti. Ma forse sono dettagli.

Superbo Napolano nel primo tempo, purtroppo sui piedi nella ripresa, tranne che per l’affondo finale. Pazzi un po’ a sprazzi, Di Vicino che crea il gioiello, Mengo che butta il cuore in mezzo all’area. Ma tutto si perde nel ricordo.

Ricorda che ci riporta ad un’altra partita impossibile, terminata in 8 e con Giorgio Rumignani anche lui espulso, come oggi Palladini. Era il campionato 1990-91, terminato con la promozione in C1, la partita Samb-Martina, conclusa in parità nonostante i tre espulsi.

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