GROTTAMMARE – Ecco i dettagli della “Grande Opera“, la struttura “Anima” (Arti, Nature, Idee, Musiche, Azioni) con funzionalità turistiche e culturali, frutto del finanziamento della Fondazione Carisap per quasi 20 milioni di euro che sorgerà in zona Valtesino di Grottammare, grazie ad un accordo di programma tra Comune e Provincia di Ascoli Piceno e l’adozione di una variante puntuale che coinvolge l’azienda SWM Costruzioni 2 di Ripatransone.
L’accordo è stato approvato dal Consiglio Comunale di Grottammare il 19 settembre (Consiglio che si è aperto con il ricordo del sindaco Luigi Merli per il regista e “light designer” Pepi Morgia, da un decennio organizzatore di Cabaret amoremio!), ed è stato descritto dal primo cittadino come “un momento importante per la città. In un momento come questo, in cui le organizzazioni del pubblico vengono bistrattate questo accordo è un esempio di straordinaria buona amministrazione, sia dalla parte politica ma soprattutto delle strutture del comune di Grottammare e della Provincia di Ascoli Piceno. I soggetti coinvolti non hanno lesinato fatica, impegno, fantasia e responsabilità. Questi ingredienti hanno prodotto un accordo innovativo che sicuramente verrà preso ad esempio perché la variante urbanistica che approviamo avrà valore solamente quando i lavori e il superamento dei vincoli legati all’opera di miglioramento idraulico della zona saranno collaudati. Senza la soluzione del problema, quindi, non vi è possibilità di attuare la variante urbanistica. Questo è il tassello più importante che ha portato tutti a lavorare bene e con responsabilità”.
L’area è di proprietà della Swm Costruzioni 2 di Ripatransone che, in qualità di soggetto attuatore dell’accordo dovrà realizzare le opere previste, di cui circa 1,6 milioni di euro per la messa in sicurezza dell’alveo del fiume Tesino. Il privato potrà realizzare le volumetrie già in suo possesso, ridistribuendole diversamente rispetto a quanto previsto in precedenza nel Piano Regolatore: “La somma finale delle volumetrie – ha spiegato il sindaco Merli – è quella prevista: non ci sono aumenti, anzi quasi in riduzione di qualche centinaia di metri quadri di superficie. L’unica concessione che stiamo facendo è la trasformazione di una volumetria commerciale in una volumetria turistico-ricettiva”.
I lotti a disposizione del privato sono tre, ma nell’accordo è contenuto anche il lotto di interesse pubblico della superficie di 9.200 metri quadri che accoglierà la “Grande Opera” della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno (si veda documento allegato in Pdf, cliccabile sulla destra), definita dal vice sindaco e assessore alla Cultura, Enrico Piergallini: “L’esempio di come la politica può rispondere alle emergenze”.
L’accordo contiene complessivamente 4.208.000 euro di opere pubbliche extra lottizzazione per il soggetto privato, che corrispondono al 68% dell’investimento totale programmato: oltre al già citato miglioramento idrogeologico dell’alveo fluviale, c’è la realizzazione della bretella di collegamento tra il casello autostradale e la strada provinciale Valtesino, con uscita su questa in rotatoria, che avrà la principale finalità di decongestionare il traffico del tratto urbano della strada provinciale, attualmente gravante su via della Pace, per un valore complessivo di circa 900 mila euro; un edificio dedicato a centro ricreativo di quartiere di 250 metri quadrati per un valore di 250 mila euro; un impianto fotovoltaico di 60 Kw, del valore di 590 mila euro “un bene pubblico che va verso la riduzione di Co2 perché va ad alimentare l’energia necessaria a Palazzo Ravenna” ha commentato l’assessore all’ambiente Giuseppe Marconi, ricordando anche il percorso partecipativo “Periferie al Centro” con il quale il progetto è stato condiviso con i residenti della zona; una pista ciclo-pedonale per 250 mila euro, oltre a tutte le opere pubbliche derivanti dall’urbanizzazione dell’area – marciapiede, illuminazione e fognature – e in extra standard 10 mila metri quadrati tra parcheggi e verde.
L’augurio “che si proceda in tempi brevi, che non sorgano ostacoli e avversità per dare grandi opportunità economiche con l’indotto che inevitabilmente l’operazione porta con sé, considerando anche che la Grande Opera va pensata come un discorso di territorio” è stato il commento dell’assessore alle Politiche attive del lavoro e Attività produttive, Cesare Augusto Carboni. Il consigliere di minoranza Maria Grazia Concetti (PdL), nell’annunciare il proprio voto contrario, ha espresso perplessità sui dettagli tecnici dell’operazione urbanistica, mentre il consigliere Filippo Olivieri (PdL) ha plaudito al risultato raggiunto congiuntamente da Provincia e Comune e al coraggio dell’imprenditore attuatore: “Votare a favore di questo grande progetto significare seguire il buon senso. A favore sarà il mio voto e quello del consigliere Rossi”.
“La crisi lavorativa, la sostenibilità ambientale e l’assenza di spazi pubblici sono i tre grandi problemi che l’Occidente è chiamato oggi ad affrontare e, nel suo piccolo, anche ogni Comune – ha affermato il vice sindaco e assessore alla Cultura, Enrico Piergallini -. L’ accordo che approviamo oggi affronta in maniera organica questi problemi centrali e dà risposte, ovviamente al momento sulla carta, che sembrano efficaci. Urbanisticamente non c’è da aver dubbi: in una situazione come questa il verde che sarà presente in quella zona viene riorganizzato all’interno di uno spazio più ampio e ciò non è consumo di territorio ma una perfetta armonizzazione tra gli spazi costruiti e gli spazi verdi”.
La discussione si è conclusa con l’approvazione del punto quasi all’unanimità, contrari solo due consiglieri Concetti e Vagnoni (PdL).
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Mi domando se ci sia un documento simile a quello in allegato per spiegare le vicende della Grande Opera a San Benedetto. Sarebbe un bel gesto di trasparenza da parte dell’attuale amministrazione per spiegare il costo sostenuto dalla collettività per l’incapacità di giungere ad un accordo di 10 milioni di € con la Fondazione Carisap. L’amministrazione di Grottammare ha dimostrato che ciò era possibile, credo che la città meriti più spiegazioni.
Non c’è.
Il documento non c’è, come non c’è stata la minima trasparenza nella questione Grande opera; ma c’è almeno qualche elemento pescato “dietro le quinte”?
Si è mai capito in pratica cosa voleva realizzare la Fondazione, cosa voleva ottenere il comune di SBT, e perché realmente è maturata la rottura?
Era il comune che doveva indicare il “cosa” fare….
Ma senza un PRG non hai alcuna visione urbanistica della città, delle sue esigenze e delle potenzialità di sviluppo. Amministratori non ci si improvvisa servono competenze, idee, capacità manageriali e relazionali. In questa vicenda abbiamo fatto la figura degli sprovveduti, che per una città di 50 000 abitanti con il ruolo nevralgico che ha San Benedetto nel contesto regionale. Se continuiamo così prepariamoci a dire addio a questo ruolo, e quanto pare la regione l’ha già recepito.
Si, d’accordo, però c’è dell’altro.
Il comune per quanto incapace non avrebbe potuto rifiutare una beneficenza disinteressata e incondizionata.
La fondazione aveva un qualche scopo non altruistico che non faceva scopa con il desiderata dei nostri amministratori.
Se non ricordo male volevano la donazione del terreno su cui costruire la grande opera, e puntavano fortemente sul Ballarin.
Non sarebbe male scoperchiare gli interessi occulti che c’erano dietro questa storia, anche perché fatta chiarezza si potrebbe forse riaprire il discorso. La fondazione era disposta a fare un’altra grande opera a SBT a patto che…
Veramente è Gaspari che ha offerto il Ballarin con un clamoroso autogol!!!!!!
Bravi al Comune, alla Provincia e alla Fondazione Carisap. Un ottimo esempio di buone e fruttuose sinergie. In bocca al lupo!
Al contrario il sindaco di San Benedetto dovrà mangiarsi le mani…
Ma come, non ricordi come si espresse il nostro Sindaco quando la fondazione bocciò San Benedetto?
E adesso pensi che dovrà mangiarsi le mani?
Disse che era la Fondazione che si sarebbe pentita di quella scelta!
Una cosa ancora non mi è chiara: chi gestirà l’opera una volta ultimata? chi coprirà i costi di gestione? sarà una grande opera aperta 1 giorno all’anno. Mi ripeterò, ma l’esperienza del Palacongressi a S. Benedetto dovrebbe aver insegnato qualcosa in tema di pianificazione.
I congressi senza hotel adeguati non possono prendere piede. credo che il comune debba spiegare anche queste cose! O no?
Ancora non ci sta neanche il progetto e vuoi sapere tutte queste cose?
Comunque non è semplicemente un centro congressi, quell’opera sarà tante cose, sarà molto versatile. Il PalaCongressi di SBT era stato ideato e concepito male. Infatti una volta ristrutturato ha iniziato ad avere una sua vita.
Scusa Piceno, prima di fare il progetto del mattone bisognerebbe sapere cosa sarà quell’opera, qual è il budget e quindi la disponibilità e chi lo sosterrà. Ho sentito solo: “sarà tante cose, sarà molto versatile”…che non vuol dire nulla. “Il PalaCongressi di SBT era stato ideato e concepito male. Infatti una volta ristrutturato ha iniziato ad avere una sua vita”. infatti prima era gestito dal comune che non aveva un progetto, poi è stato dato in gestione ai privati e funziona (non so quanto, ma diciamo che funziona). Da cittadino, per evitare un altr’altra cattegrale nel deserto, voglio sapere qual’è… Leggi il resto »
Vagnozzi,
se leggi il documento c’è scritto tutto.
Una sala centrale capace di accogliere 2,500 persone, modulabile, con vari spazi per ospitare mostre, ricevimenti…: un auditorium di moderna concezione.
Invece si poteva fare un acquario (lo so, mi ripeto), con stanze annesse per le discussioni, lezioni…magari anche una sala congressi con vista su una vasca dell’acquario.
In quel modo avremmo avuto davvero un’attrazione, qualcosa per cui il turista viene dale nostre parti e riesce ad impiegare fruttuosamente il tempo perso in caso di pioggia.
Mah, gli scienziati nei vari comuni la pensano diversamente.
Fermo restando che l’opera mi sembra molto bella, vorrei ricordare che 2500 posti sono più o meno la capienza della sala grande dell’Auditorium di Roma. È abbastanza chiaro che dalle nostre parti risulterà del tutto sovradimensionato. Va anche ricordato che una grande struttura ha anche grandi costi di gestione. L’amministrazione comunale di Ancona è appena caduta per i debiti accumulati dal Teatro delle Muse, molto più piccolo di questo nuovo auditorium. Il mio timore è che l’opera si farà, fallirà, e poi una buona parte verrà convertita in centro commerciale. San Benedetto ha probabilmente uffici amministrativi capaci di fare i… Leggi il resto »
Concordo pienamente, Sig Gundam, con la Sua idea…..purtroppo celebriamo un’occasione clamorosa che è andata in fumo…persa per colpa di amministratori miopi ma forse solo non interessati ad avere un’attrativa che parlasse e fosse un richiamo fuori dalle nostre mura…. E che avrebbe dato economia al nostro territorio per l’indotto che si sarebbe generato dai flussi turistici tutto l’anno…anche d’inverno magari solo nei fine settimana….pensiamo solamente al turismo scolastico: un esempio per tutti il ‘planetario’ presente a Fano che attira scuole da tutta Italia. In questo modo si celebra solo l’egocentrismo (misto ad interessi occulti..) dei nostri politici per un’opera che… Leggi il resto »
Mi sembra strano guardare con invidia al (meraviglioso) exploratorium di Saltara, dimenticando che a Cupramarittima c’è uno straordinario Museo Malacologico (che, volendo superare i confini di provincia, formerebbe con il Museo Polare di Fermo uno straordinario museo etnologico-naturalistico diffuso). Sarebbe bello se si riuscisse a valorizzare quel che c’è sul territorio, e non sempre viene sufficientemente apprezzato e fatto conoscere.
Chi lavora nel turismo (vedi gundam, scartozzi, ecc) conosce ciò che occorre per attirare i turisti nella nostra riviera, perchè con i clienti ci parla fin dal primo contatto telefonico (la fase più importante). Oltre a mare, spiaggia, lungomare, buona accoglienza, ecc, ecc occorrerebbero attrazioni turistiche costruite dall’uomo (vedi proposte di gundam, scartozzi, ed altri). E’ giunta l’ora di dirlo chiaro e tondo e far capire alla cittadinanza che vuole più turismo, quello che occorre. Questo deve essere la mission che i maggiori esponenti delle associazioni di categoria devono portare a termine