SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il caso trattato a Palazzo di Giustizia ha del singolare. Questa volta ad essere accusato di violenza domestica e percosse non è un uomo come spesso siamo abituati a sentire, ma bensì una donna di origini macedoni e poco più che venticinquenne all’epoca dei fatti.
Nel 2007 avrebbe aggredito il proprietario dell’appartamento nel quale lei e la sua famiglia risultavano locatari. Il tutto per un aumento a loro parere “ingiustificabile” sul fitto mensile Per la difesa dell’imputata, si tratta di una semplice lite e non di fatti criminosi. A sostenere la tesi ci sarebbero anche le remissioni di querela e di parte civile. Il caso si sarebbe dovuto discutere l’undici gennaio ma la corte ha rinviato di due mesi le conclusioni.

Tutta colpa di un aumento d’affitto inaspettato e si è arrivati prima alla lite accesa e poi alla querela. Coinvolti in questa vicenda una giovane macedone sposata con prole e un sambenedettese di settant’anni, che al momento della stipula del contratto d’affitto, avrebbe preteso una cifra e poco dopo richiesto un aumento che ha “riscaldato” gli animi della donna.

Secondo gli atti, la venticinquenne macedone avrebbe aggredito l’uomo nell’appartamento del contendere, strappandogli dalle mani i documenti riguardanti il contratto d’affitto, impedendogli di uscire dalla porta con forza e resistenza.

Nel corso del processo la parte lesa avrebbe riferito alla corte quanto accaduto pur rimettendo la querela nei confronti della donna.
Un accordo arrivato dopo i bollori di una lite che secondo l’avvocato difensore della donna, Andrea Ciannavei (in sostituzione dell’avvocato Umberto Gramenzi del Foro di Ascoli), sarebbe nata da una semplice incomprensione senza fini criminosi.

Nonostante il ritiro della querela della parte lesa, il caso proseguirà d’ufficio e nel mese di marzo 2011 si discuteranno le posizioni della donna riguardante l’accusa di violenza domestica.