SAN BENEDETTO DEL TRONTO  – Conferenza stampa con il sindaco Giovanni Gaspari, il dottor Persiani, Carmine Ruta dirigente del settore Salute della Regione Marche, il dottor Giuliano Tagliavento, il consigliere comunale e medico Palma Del Zompo, presidente della commissione Problemi Sociali del Comune e referente del consiglio comunale sulla situazione
Introduce il sindaco sulle misure organizzative e sanitarie per fronteggiare la pandemia . “La conferenza stampa era programmata prima del decesso avvenuto all’ospedale civile. Un decesso avvenuto ANCHE per l’influenza, come concausa, non come causa prevalente”. “Da un mese lavoriamo, istituendo il tavolo pandemico cittadino, cercando in ossequio alle direttive ministeriali di porre in essere tutte le azioni che vanno nella direzione di controllare quella che è stato definito un virus debole che se non preso in tempo certo può creare altri problemi”.

Ancora il sindaco sulle vaccinazioni: “Procedono alacremente, con impegno del personale medico sanitario, c’è un grande lavoro in corso. Vogliamo rassicurare la città, il ministero ha individuato le categorie che si devono vaccinare, ed è giusto che si vaccinino, ritengo”

Ruta: “Abbiamo comitati pandemici zonali, poi una nuova delibera assegna i ruoli a tutti gli attori. La pandemia non è patologia catalogabile come le altre, ci sono sfumature più complesse. Affrontarla come sistema, in modo articolato. C’è un call center per adulti e pediatria, serve una buona azione di comunicazione. Poi abbiamo creato rete informativa Influnet via web, con tutte le informazioni. Il call center ci dice le problematiche, la rete monitora attività medici di famiglia e pediatri, gli accessi ai Pronto Soccorso, le presenze nei reparti e nelle Emergenze. Poi ci sono i dati sui vaccini fatti. A differenza di Lazio e Campania, lasciamo al medico il governo clinico del territorio (i medici di famiglia hanno compiti di cura, non di vaccinazione come in altre regioni. Loro curano, non fanno le vaccinazioni che si fanno nei presidi Asur). Sul virus: “E’ peculiare, non colpisce gli anziani, ma si diffonde con pericoli per chi ha malattie pregresse. Sopra i 65 anni uno per mille dei colpiti, quindi non serve vaccinare gli anziani. La situazione è che un tasso di incidenza del 40 per mille c’è un fenomeno in corso. Bambini 0-14 si stabilizza o diminuisce, calano le assenze scolastiche. Aumentano però gli adulti da 30 a 50 anni con patologie complicate, ad esempio immunitarie, tumorali, cardiorespiratorie. Il rischio ora è che queste persone trascurino le patologie, mentre per i bimbi c’è la mamma che prende le informazioni a volontà”.

Ancora Ruta: “Questa fase dunque colpisce soprattutto i giovani adulti, e nel sud delle Marche siamo quasi giunti al picco. Monitorando le assenze scolastiche, comprendiamo le possibili incidenze. In questa settimana il tasso è raddoppiato nel sud delle Marche, ma lo scenario complessivo è in media con le altre regioni, eppure il sistema ha reagito bene, non registriamo resse nei pronti soccorsi o dai medici di famiglia”.

Il dottor Tagliavento: “Nuclei vaccinali aggiuntivi preparati parecchi mesi fa, fra febbraio e marzo, ci si aspettavamo questo incremento statistico, ogni zona territoriale delle Marche aveva predisposto l’organizzazione territoriale, tramite il personale sanitario dell’ospedale e degli altri presidi”. “Vaccinazioni cominciate il 21 ottobre appena giunte le dosi, si iniziò a Torrette con le primissime dosi, poi qualche giorno dopo fu distribuito con la vaccinazione del personale socio sanitario. Il 2 novembre cominciata la vaccinazione dei singoli cittadini con patologie croniche e che sono a rischio di complicanze”.

Una domanda di rivieraoggi.it sulle notizie di stampa pubblicate mercoledì, secondo le quali i parenti della donna deceduta lamentano l’arrivo in ritardo del vaccino per la loro congiunta. “La vaccinazione è cominciata quando è giunto il vaccino, da un punto di vista tecnico e di sicurezza è stato autorizzato in Europa nel minor tempo possibile. La vaccinazione è ultima arma per modificare l’andamento dell’evento pandemico, poi dall’individuazione del virus alla sperimentazione c’è stato poco tempo. Seppur in dosi inferiori all’ipotesi iniziale, il ministero ha cercato di anticipare i tempi di invio del vaccino, e noi a livello regionale abbiamo attivato al più presto quel che era possibile fare. Oggettivamente il percorso dell’identificazione del virus, della produzione del vaccino, della catena organizzativa, è stato breve. Lo aspettavamo per metà novembre, eppure invece abbiamo comunque cominciato il 2 novembre a vaccinare”.

Il commissario straordinario dell’ospedale civile Massimo Esposito: “Fin dal primo momento, come zona territoriale dell’Asur abbiamo iniziato campagna di informazione. Questa conferenza stampa convocata da tempo rientrava nel percorso di indicazione dei comportamenti per i soggetti a rischio. Abbiamo diffuso notizie, comunicati stampa, volantini, brochure per le direzioni didattiche”.

Ruta ribadisce: la normale influenza è cento volte più virulenta di questa. “Il virus dà polmonite interstiziale, meno riconoscibile ma che evolve più rapidamente, quindi bisogna subito andare all’ospedale una volta che il medico di famiglia che ti conosce e conosce le tue patologie ti consiglia di ricorrere all’ospedale”.

Tutti concordi nel ribadire: “I vaccini necessari nella zona 12 ci sono, solo che non sono obbligatori ma solamente consigliati. Ma ci sono, per tutti i soggetti a rischio”. 

E quindi, affermano i medici, bisogna affidarsi alla catena informativa e recarsi in ospedale se il medico di famiglia te lo consiglia per le tue particolari patologie associate al virus influenzale.

Palma Del Zompo: “I medici di famiglia in prima fase hanno svolto consulenza e informazione, ora seconda fase con l’opera di convincimento nei confronti delle persone che appartengono a categorie a rischio individuate dal ministero e che magari sono recalcitranti. Quindi personale socio sanitario, poi under 65 portatrici di patologie croniche, donne incinte al secondo o terzo mese, donne che hanno partorito da meno di sei mesi. C’è un decreto del ministero  Ma i numeri ci dimostrano che le complicanze più gravi sono nelle persone portatrici di patologie croniche, quindi è questo il target. Ma siccome l’offerta vaccinale è facoltativa, deve arrivare il messaggio che ci sono dosi sufficienti, non c’è discriminazione per nessuno, basta presentarsi nei servizi preposti di Igiene Pubblica”.

“L’adiuvante squalene presente nel vaccino non deve far paura, nonostante il nome aggressivo. E’ un precursore del colesterolo, già presente nell’organismo, usato nel ’97 a oggi in tantissimi vaccini, come quello per il cancro dell’utero o per l’influenza stagionale. E’ una sostanza sperimentata. Non era presente nel vaccino contro l’antrace, sfatiamo questo mito”.

Il dottor Tagliavento: “Relativamente alle categorie di priorità per le vaccinazioni, vengono dopo i soggetti sani fra i 6 mesi e i 27 anni. Nel giro di pochi giorni, potremo aprire anche a questa ultima categoria”.

E’ una normale influenza, una complicanza polmonare può essere più complessa, ma una persona sana o non gli viene o la supera in tre giorni. Persone con problemi metabolici, immunitari, tumorali, hanno più difficoltà. 

Il dottor Luigi Persiani direttore del Dipartimento di Prevenzione di San Benedetto sulle vaccinazioni a San Benedetto: “Nella nostra zona iniziata campagna di vaccinazione il giorno successivo all’acquisizione dei vaccini, cioè il 29 ottobre. Attivati due centri, uno all’ospedale presso il centro trasfusionale e uno nel centro di piazza Nardone. Si è cominciato con gli addetti ai servizi socio sanitari (finora se ne sono presentati 178 sui 2000 stimati, ma è una media alta rispetto a quella nazionale). Dal 2 novembre in parallelo anche le donne incinte al secondo e terzo mese (21), le donne che hanno partorito da meno di sei mesi (14), i soggetti a rischio dializzati, oncologici, trapiantati, che sono stati vaccinati in ospedale (totale 467 vaccinati)”.

Dai 20 ai 30 giorni, questo è il tempo che necessita al vaccino per “coprire”. Eppure, ribadisce Persiani, vaccinarsi ora ha moltissimo senso.  “Inizieremo a breve con i bambini sani e i giovani sani”. “Poi è iniziata la vaccinazione al personale delle forze di pubblica sicurezza e dei servizi pubblici essenziali. Poi con i donatori di sangue periodici, e per i bambini maggiori di sei mesi che vivono in asili nido o i bimbi che vivono in comunità. Dal 29 ottobre al 17 novembre, abbiamo ricevuto 68 notifiche di casi sospetti da qualsiasi tipo di medico, 58 accessi al Pronto Soccorso per sintomatologia simil influenzale, di cui 32 ricoverati. Solo a pochi di loro è stato fatto il tampone naso faringeo inviato a Torrette, e su 32 ricoverati ci sono stati 13 casi, spesso bimbi in Pediatria subiti guariti”. Totale vaccini somministrati 703

Quanti vaccini sono arrivati totalmente qui? Tre tranche, una da 2200, una da 1960 dosi, una da 1054 dosi. Quindi presto inizia l’offerta vaccinale per i soggetti sani. Un numero ampiamente sufficiente, ribadiscono i medici.

L’assessore Loredana Emili conclude: “Il sistema funziona bene, con punte di eccellenza rispetto alle altre regioni. Forse la Pediatria ora è un po’ sotto stress, ora se il picco va a scemare per gli under 14 ok, altrimenti verremo a bussare alla Regione per avere un miglior servizio in Pediatria”.