SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Emidio Girolami e Alessandro Di Battista. Due cittadini che, per una strana combinazione di eventi, si ritrovano in modo fattivo e concreto a difendere la loro concezione di architettura cittadina “sottrattiva” che è poi lo stesso concetto suggerito proprio pochi giorni fa dall’architetto Enzo Eusebi nell’intervista rilasciata a RivieraOggi.it dal titolo “Enzo Eusebi: idee differenti per la città”.
Difendere lo spiazzo che la città ha acquistato dopo la demolizione del mercato della verdura in via Montebello. Ma forse sarebbe più giusto dire che la cittadinanza si è “riappropriata”. Il comitato “No Box” , tramite Di Battista, tiene a precisare che non sono per l’affermazione coatta del loro no al progetto comunale che prevede la creazione sotterranea di una quarantina di box, come da qualche parte è stato erroneamente interpretato, ma per un confronto sui tanti motivi pratici che inducono a riflettere seriamente sull’utilità pratica di tale idea.
Per Di Battista: «La nostra non è una presa di posizione a priori quasi fossimo bambini viziati. L’inutilità e la pericolosità di una realizzazione del genere è confortata da esperti in materia tra cui ingegneri, architetti e geologi che siamo pronti a riproporre in altra sede. Innanzitutto la presenza di una falda acquifera che in quella zona è molto estesa e poco profonda. Secondo, le fondamenta degli edifici, alcuni risalenti agli anni 50 realizzati con soluzioni a martello, ovvero di profondità relativa e per questo, chi garantisce che tra una ventina di anni, anche con armature in cemento a sostegno, il pericolo di smottamento non sussista? ».
Ma poi, 40 posti sotterranei, aiutano a risolvere il problema dei parcheggi al centro? E se la ditta che li realizza deve auto-finanziare con la vendita la riqualificazione della piazza, quale sarà il prezzo? Non certo di un ammontare sostenibile dalle famiglie di estrazione media che abitano e fanno da contorno alla piazza. Chi ci mette in guardia da una eventuale speculazione per cui possano essere acquistati da investitori che poi li possano destinare a altri usi, tipo box-magazzino?
Questi alcuni degli interrogativi posti anche da un vero e proprio movimento d’opinione che si sta sviluppando in rete su “FaceBook” di Girolami “Piazza della Verdura” dove fino ad ora 1.051 cittadini (il numero cresce ad ogni ora) hanno sottoscritto il loro appoggio per una piazza che, forse unica in città, resti a misura d’uomo.
«Non per parcheggi, non per riqualificazioni invasive – aggiunge Girolami, gestore di una nota libreria in centro – neanche per ambulanti del mercato settimanale. Solo e soltanto per i cittadini. Per manifestazioni spontanee quali un cineforum estivo dove ognuno si porta la sedia. Per rappresentazioni teatrali in vernacolo. O semplicemente per passeggiare in una piazza che si possa chiamare tale visto che, a guardare bene, non ne abbiamo una».
I due fanno presente come nella zona i parcheggi non manchino, tipo Piazza Nardone o quello dietro alla stazione. E se proprio si deve scavare perché, delle tre piazze contigue come piazza Garibaldi, San Giovanni Battista e Verdura si debba “per forza” scegliere quest’ultima che, nel rapporto, ha un decimo della disponibilità metrica rispetto alle altre?