SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Il dottor Carlo Di Biagio introduce gli ambiti di lavoro del Centro Famiglia, fornendo dati sui registri comunali delle coppie di fatto in Italia. Cos’è una famiglia? Un’unione fra persone che si impegnano a costruire insieme un progetto di vita. Ma molte persone scelgono di non legarsi con un matrimonio e chiedono diritti allo Stato. C’è una parificazione in atto fra famiglia e convivenze?

Come difendere i diritti delle coppie di fatto senza intaccare lo status delle famiglie tradizionali. Di Biagio parla dell’adozione di leggi che già in parte esistono.

Laura Ripani crede che la questione dei Dico non sia un argomento strettamente urgente nella società di oggi e nella percezione della popolazione. La nostra Costituzione, sostiene, tutela i diritti delle famiglie ma nell’attuale precarizzazione dei contratti di lavoro vanno fatte delle serie politiche di sostegno ai nuclei familiari. La Costituzione tutela già i diritti di carattere privato dei conviventi.

Fabio Urbinati cita alcuni dati sull’alto numero di bimbi che ogni anno nascono fuori dalle unioni familiari. Servono nuovi diritti civili, sia per gli eterosessuali che per gli omosessuali. L’omosessualità, sostiene, purtroppo è ancora un tabù in Italia. In Europa, continua, siamo quasi gli ultimi a non avere legislazione sulle unioni civili e a non riconoscere diritti importanti. E senza svilire le famiglie tradizionali. Cita l’articolo 3 della Costituzione italiana sui diritti inviolabili del cittadino sia nella sua dimensione di singolo sia nelle composizioni sociali di cui fa parte.

Daniele Primavera afferma che la bontà di una legge non dipende dal numero più o meno ampio di persone che tutela. La Costituzione deve aggiornarsi perchè con gli anni i costumi e le percezioni mutano. Anche i cattolici, continua, devono capire che quelle che per loro sono verità assolute non lo sono per tutti gli italiani. E la Chiesa, quindi, non dovrebbe chiedere obbedienza ai cittadini in generale.

Bruno Gabrielli nota contraddizioni nel centrosinistra in generale e fra Urbinati e Primavera in particolare. Il Papa, dice, ha chiesto ai cattolici di seguire le sue indicazioni indipendentemente dal loro credo politico. Il Papa, anzi, parla anche ai non cattolici per portare la Buona Novella. Oggi in Europa, continua, ci sono forti lobby delle minoranze, che assumono poteri anche “in spregio” a quelle che sono delle maggioranze. L’azzardo principale è la parificazione delle coppie eterosessuali e di quelle omosessuali, conclude, perchè quest’ultime non avrebbero rilevanza sociale perchè non possono generare dei figli naturalmente. Per Gabrielli si vuole arrivare in maniera “sotterranea” a concedere il diritto di adozione alle coppie omosessuali.

Primavera trova grottesco il parlare di lobby omosessuali. Fa rabbrividire, continua, dire che la procreazione è determinante per la funzione sociale di una coppia. Laura Ripani ribadisce che la famiglia è “naturalmente” realizzata da un uomo e da una donna. E cosa vogliono fare i politici per sostenere queste famiglie, anche dopo l’eventuale approvazione dei Di.co ?

Per Gabrielli i bambini devono avere come riferimento un padre e una madre; il politico, continua, deve pensare al problema europeo della denatalità. Urbinati invece afferma che anche nella recente legge Finanziaria il governo di centrosinistra ha pensato a politiche concrete per la famiglia. E poi anche nel clero cattolico ci sono pareri discordanti, come quello del cardinale Carlo Maria Martini. La Chiesa, continua, contribuisce a creare l’alone di intolleranza verso gli omosessuali.
Il dottor Di Biagio parla di “fortuna del cristiano” nell’avere davanti un “cammino per la Santità” anche fra mille cadute. Se i bambini nascono fuori dal matrimonio, sostiene, è perchè la famiglia è stata svalutata. L’affetto e i doveri reciproci, sostiene, si possono tutelare con diritti privati, non con surrogati del matrimonio.
Per Primavera la legge Bindi-Pollastrini non parificherebbe Di.Co. e famiglie tradizionali e sarebbe fortemente mediata verso un compromesso poco laicista, e lui se ne dispiace
Gabrielli fa una riflessione: il disegno di legge sui Di.Co. sarebbe un pastrocchio che non accontenta nè i favorevoli nè i contrari. La rilevanza sociale intesa dal consigliere comunale sarebbe sociologica e giuridicamente i costituzionalisti la pensano nello stesso modo. Gli omosessuali, afferma, hanno piena dignità ma non possono parificarsi con le famiglie tradizionali.
Urbinati sostiene la proposta del professor Gaetano Pecorella di Forza Italia, ancora in Parlamento dopo quattro anni, che si rifà ai Pacs francesi, non parificando al matrimonio la coppia di fatto ma riconoscendo diritti civili. Inoltre in Francia c’è stato un grande aumento della natalità. La politica, afferma, deve pensare alle persone in carne e ossa, non all’Aldilà

Gabrielli cita la motivazione pedagogica sostenuta dalla Corte di Cassazione francese contro l’adozione di bambini dagli omosessuali. La Ripani aggiunge che fede e ragione si possono sostenere l’un l’altra, come sosteneva don Giussani. Però, afferma, purtroppo la civiltà narcisistica odierna impone a ogni desiderio di diventare un ordine socialmente rispettato e tutelato.

Il conduttore Buscemi legge la mail dell’ascoltatore Max80 favorevole all’istituzione dei Di.Co. Di Biagio invece ribadisce che il diritto ribadisce ciò che è giusto per la società e che non serve a riempire i vuoti. La politica dovrebbe principalmente tutelare il diritto a un lavoro non precario. Ciò che è mero desiderio non può diventare diritto e, aggiunge, le leggi vanno studiate bene in virtù del loro potente valore educativo. Tuteliamo i diritti dei gay, dice, con le leggi ordinarie che già esistono.

Il conduttore Buscemi parla dello statuto della Cassa professionale dei giornalisti (Casagit), che prevede l’estensione del diritto alle prestazioni sanitarie a favore del convivente. Primavera nota una contraddizione fra il dire che “fede e ragione possono convivere” e dire che “il cattolico obbedisce giustamente ai dettami del Papa”. Urbinati ribadisce che fare atti di diritto privato da un notaio (come ha fatto lo stilista Versace per tutelare il suo convivente dopo la sua morte) non è una soluzione percorribile da una coppia di giovani precari economicamente poco abbienti perciò è evidente che ci sarebbero carenze nel diritto. Infine fa una proposta: il politico che non è favorevole ai Di.Co. secondo Urbinati dovrebbe battersi per eliminare il diritto che hanno i parlamentari a concedere la reversibilità della pensione e l’assistenza sanitaria anche ai propri conviventi, anche dello stesso sesso.

Gabrielli precisa che già esiste l’istituto giuridico del Trust che, sostiene, riesce molto bene a regolare le problematiche inerenti la convivenza. Laura Ripani risponde all’ascoltatore Max80 e afferma che esiste il matrimonio civile per coloro che non vogliono il matrimonio religioso. I Di.Co. sarebbero matrimoni precari che si andrebbero ad aggiungere ai tanti contratti di lavoro precario esistenti.

Urbinati rimarca le differenze fra la politica economica del ministro Tremonti del centrodestra e quella dell’attuale governo, a favore di quest’ultimo. Buscemi legge la seconda mail dell’ascoltatore Max 80 che tira in ballo il dottor Di Biagio sui rapporti fra Stato, morale, diritti e legge naturale.

Primavera ribadisce che al suo partito sta molto a cuore il problema della precarietà nei rapporti di lavoro odierni e che c’è l’attenzione giusta nel cercare di risolverli, aggiungendo che c’è anche il problema dei precari della partita Iva.

Gabrielli conclude ribadendo la necessità di sgravi fiscali da parte di Stato ed enti locali per le famiglie numerose

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