SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si trova al terzo piano del poliambulatorio di via Romagna la “base operativa�? dell’Ambito sociale 21 (www.ambitosociale21marche.it).
Gli Ambiti sono stati istituiti dalla regione Marche e quello di cui San Benedetto è comune capofila comprende altri tredici comuni (Acquaviva, Campofilone, Carassai, Cossignano, Cupra, Grottammare, Massignano, Monsampolo, Montalto, Montefiore, Monteprandone, Pedaso, Ripatransone).
Alla sede di via Romagna fanno riferimento più gli operatori del sociale, che non gli utenti, dal momento che il fine dell’Ambito è proprio quello di coordinare le attività. Vi lavorano due operatori a tempo pieno, e quattro part-time.
Tra gli utenti, tuttavia, ci sono quei minori che fanno di San Benedetto un caso segnalato dal ministero di Giustizia, distaccamento di Ancona. L’Ambito fa indagini sociali per l’autorità giudiziaria e la presa in carico dei casi problematici.
Il coordinatore Antonio De Santis conferma che a San Benedetto non ci sono quartieri-ghetto, ma «problemi grossi per fasce di popolazione, come appunto i minori, che sono soggetti a dipendenze da varie sostanze, a comportamenti devianti, per esempio detenzione di armi, gravi risse, reati di vario tipo. Un particolare trauma che subiscono è la disgregazione delle famiglie. Possiamo anzi dire che le maggiori violenze sui nostri minori sono quelle psicologiche piuttosto che quelle fisiche».
«Quello sui minori è il dato più allarmante – prosegue De Santis – perché fino a qualche anno fa sembrva non esistere. Oggi invece è diventato molto rilevante».
«Tramite la cooperativa “l’Oleandro�? in via Moretti lungo l’Albula – dice infine De Santis – esercitiamo anche attività diurna per il sollievo e la salute mentale, cui fanno ricorso una ventina di persone al giorno. In questo ci aiutano due psicologi del dipartimento di salute mentale dell’ospedale. Poi abbiamo l’Unità di strada [v. Riviera Oggi n. 616, ndr]. Sul versante amministrativo svolgiamo le attività di reperimento fondi, rendicontazione alla regione, supporto ai comuni».