Anche la 7° edizione di «Natale al Borgo» sta riscuotendo il successo degli altri anni. Per assistere alle scenette che riproducono la vita della San Benedetto di inizio Novecento, si stima che siano accorsi circa duemila visitatori solo nella giornata di Santo Stefano.
Un risultato che inorgoglisce gli organizzatori, il regista Alfredo Amabili, tutti i ragazzi che gratuitamente prestano opera di servizio d’ordine, i ballerini, i musicisti e naturalmente anche i sessantaquattro attori e attrici che rendono possibile l’iniziativa.
Le espressioni vernacolari più popolari e quelle che oramai stanno cadendo in disuso e sono parlate da una elite dei sambenedettesi trovano in quest’occasione la giusta vetrina. Personalmente, ci ha fatto molto piacere notare che alcuni bambini impegnati nelle recite sanno parlare il sambenedettese naturalmente e perfettamente, e non perché chiamati a declamarlo: per alcuni di loro, i genitori si sono impegnati ad insegnarlo nella pronuncia corretta.
Cerchiamo, in questa sede, di dare anche un piccolo contributo affinché questa manifestazione possa migliorare nel tempo: non critiche, dunque, ma proposte che possano essere accettate o meno, ma sulle quali poter discutere.
Ad esempio, perché non arricchire la rappresentazione con la riproduzione dei mestieri oramai inesistenti? I fenare, i fabbri, le retare, per dirne alcuni.
Perché non coinvolgere maggiormente la popolazione sambenedettese e quella di Su dentre in particolare, facendo vestire adulti e bambini con i vestiti tipici locali?
Perché non ripetere la manifestazione, d’estate o meglio ancora ad aprile o maggio, per una sorta di «Primavera al Borgo»?
Perché non far pagare l’ingresso (pochi euro, per carità), visto che manifestazioni simili vengono fatte pagare care in diverse parti d’Italia. Il denaro non servirebbe per arricchire nessuno, ma dovrebbe essere destinato a migliorare la recitazione: microfoni, luci, attrezzature, brochure, cartellonistica: e se il ricavato sarebbe tanto persino interventi di recupero di zone del Paese Alto!
Perché non prevedere anche declamazioni di poesie in dialetto sambenedettese, o altri in cui cori e musicisti cantino le canzoni popolari sambenedettesi?
Sono solo proposte, non sappiamo se realizzabili o meno, che i bravissimi organizzatori, ai quali va il nostro encomio per il lavoro svolto, sicuramente tengono già presenti. Le scriviamo perché, visto il buon livello attuale, una manifestazione come «Natale al Borgo» deve verificare se rimanere sempre uguale a se stessa o se, invece, provare a crescere ulteriormente, per divenire una manifestazione di attrazione non solo provinciale ma anche regionale e nazionale.
Per chi volesse avere maggiori informazioni su «Natale al Borgo» e per tutti i nostri lettori lontani, rimandiamo al sito:
www.natalealborgo.it
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