GROTTAMMARE – Adottato da Grottammare, che presto lo renderà cittadino onorario in virtù dei successi conseguiti alla guida di “Cabaret Amoremio!”, Enzo Iacchetti butta un occhio sull’attuale condizione della televisione, tra giudizi ed inedite confessioni. “Il giurato in un talent? Lo farei, sarebbe divertente. Italia’s Got Talent rispecchia il mio spirito, soprattutto quando a partecipare sono personaggi strambi. Ma essendo pure cantante, potrei far parte di programmi specializzati in musica”.

Il presente però si chiama “Striscia la notizia”, nonostante la trattativa per la ventunesima stagione sia ancora in corso. “Sono stato contattato, ma la certezza non si ha fino all’ultimo. Il contratto l’ho sempre firmato in extremis, è tradizione. Qualora la facessi, si tratterebbe del periodo compreso tra gennaio e febbraio 2015”.

Al suo fianco dovrebbe esserci, come al solito, Ezio Greggio. “Ovviamente io spero di avere lui, però Antonio Ricci è imprevedibile – ride – ama mescolare cose strane. Quest’anno ad esempio comincerà con il duo Pieraccioni-Battista”.

Come mai la sua avventura a Mediaset non va più oltre la partecipazione al tg satirico?

“Mediaset non mi ha mai proposto niente di differente e quando sono io a farlo nessuna produzione viene presa in considerazione. Sarà la crisi…”.

Qual è il settore più in sofferenza?

“Il reparto sit-com è stato cancellato. Il Mammo è ad oggi la sit-com più vista in assoluto, strareplicata. Evidentemente la tv usa prodotti a basso costo per coprire le perdite accumulate”.

In che stato versa, secondo lei, l’attuale televisione?

“La televisione tradizionale ormai se ne sta andando. Il futuro sarà sul web, ma occorreranno almeno 5-6 anni. La tv vive appiattita sulle sciocchezze. Rimarrà un mezzo dedicato solo ad anziani che non possono passare il tempo in altri modi”.

Non proprio un giudizio lusinghiero…

“Esatto. Stimo molto la Gabanelli, mi piacciono Le Iene e i programmi Rai sullo stile di Linea Verde. In quei casi i soldi del canone sono ben spesi”.

Chi inserisce invece nella lista nera?

“Non sopporto i contenitori allucinanti delle domeniche pomeriggio o le trasmissioni di cucina al mattino. La gente non sa cosa mangiare e noi investiamo sulla cucina. Mah”.

Il suo esordio televisivo risale al 1990, grazie al “Maurizio Costanzo Show”. Rispetto ad allora, è aumentata o diminuita la difficoltà d’affermazione per i comici?

“Ai miei tempi occorreva un’idea originale, adesso bastano sette puntate di Colorado. Io molti comici di Colorado o Zelig nemmeno me li ricordo, fatta eccezione per Ale e Franz, Ficarra e Picone e qualcun altro. Gli altri gruppetti fatico a memorizzarli. Ce ne sono un po’ troppi. La quantità non aiuta la qualità”.

Si sente più a suo agio in teatro?

“Io nasco in teatro, la tv ho imparato a farla col tempo, standoci dentro. Nel piccolo schermo i tempi sono diversi, hai al massimo tre minuti poi ti bloccano. A teatro conta esclusivamente il respiro del pubblico, la reazione immediata della gente”.