MARTINSICURO – La Di Felice Edizioni si aggiudica il Premio dell’Editoria Abruzzese “Città di Roccamorice”per la narrativa.  Dopo la vincita del Premio Impresa Rosa d’Abruzzo nel 2012, la casa editrice truentina colleziona una nuova soddisfazione. Ad essere premiato è stato l’autore martinsicurese Pasquale Cucco, 26 anni, con la raccolta di racconti per ragazzi “La rosa e il cormorano” uscito per i tipi della Di Felice nel 2012.

Il Premio, organizzato dal Comune di Roccamorice e dall’Associazione Editori Abruzzesi, è una manifestazione importante per il mondo culturale ed editoriale della regione Abruzzo che va a premiare le eccellenze del territorio.

Dopo un incontro pubblico tra i finalisti della sezione narrativa, durante il quale i tre autori abruzzesi (Pasquale Cucco, Vito Moretti e Paolo Carretta) hanno presentato le loro opere, è stato proclamato il vincitore, la cui cerimonia di premiazione è avvenuta domenica 4 agosto alla presenza di autorità e personalità del mondo della cultura. Il riconoscimento è stato consegnato da Nazario Pagano, Presidente del Consiglio Regionale.

“Ringrazio gli organizzatori del Premio – ha affermato Valeria Di Felice, titolare della Di Felice Edizioni – e in particolare il Presidente dell’Ass. Editori Abruzzesi Marco Solfanelli per aver inaugurato una iniziativa molto significativa nel panorama regionale che va a promuovere e incoraggiare l’attività editoriale abruzzese. Spero che questa manifestazione possa andare avanti negli anni e possa portare una maggiore considerazione al lavoro delle case editrici dell’Abruzzo che, tra mille difficoltà, continuano ad essere attente alla qualità e alla valorizzazione dei talenti letterari locali e non”.

Questa la motivazione della giuria sull’opera “La rosa e il cormorano”: “Un’opera che non sembrerebbe la prima. Trame narrative mai scontate, colpi di scena repentini, rendono il ritmo del racconto, con i suoi protagonisti, frizzante e coinvolgente. L’utilizzo non banale di formule ormai, forse, cadute linguisticamente in un colpevole disuso come “C’era una volta…”, “Tanto tempo fa in un regno lontano…”, “Quando gli uomini credevano un po’ meno nella scienza…”, “Il giorno stava cedendo il passo alla sera…”, sembra riportare il lettore ad un’infanzia ormai dimenticata, quando le favole aiutavano i sogni e i sogni tessevano una realtà altra dalla quotidianità dove era possibile rifugiarsi per una boccata d’ossigeno puro. Le cinque storie vissute tra castelli e principesse, magie e sortilegi, streghe ed avventurieri, che l’autore abilmente riesce a presentare in un percorso narrativo ben strutturato, fanno trasparire una freschezza stilistica che, insieme alla pulizia del racconto, evidenzia una maturità non trascurabile, dunque, meritevole di approvazione”.