
Oggi risponderò ad alcune domande che sono arrivate alla redazione:
- Mi piacerebbe osare con il colore ma ho paura di esagerare. Consigli?
Rispondo a questa domanda parlandovi della regola dei 3 colori 60-30-10, che si utilizza nell’interior design e non solo. Questi tre numeri suggeriscono la percentuale di ogni colore che andrebbe inserito in un ambiente. Il primo, presente per il 60% e quindi dominante, dovrebbe essere una tinta neutra che faccia da base al tutto; possiamo utilizzare un bianco (ne esistono più di quanti immagiamo), un beige o un grigio chiaro.
Il secondo, presente per il 30%, ha lo scopo di esaltare il primo attraverso il contrasto. Si tratta di un colore intenso, come il marrone o il celeste, che darà carattere e profondità alla stanza. Infine il terzo, 10%, definito colore d’accento, serve per attirare l’attenzione e viene utilizzato per i complementi di arredo (cuscini, stampe, lampade, etc). Con quest’ultimo si può osare di più perché potrà in futuro essere sostituito senza spese eccessive.
Si tratta solo di un’indicazione in quanto si potrebbero abbinare infinti colori ma il risultato potrebbe risultare discromico e quindi, spesso, è meglio seguire questa linea.
- Sui social vedo sempre interni total white o quasi. Sembrano irreali, sono veramente adatti ad una casa da “vivere”?
Rispondere a questa domanda non è semplice perché la moda influenza spesso le nostre scelte anche nel mio campo. Quante volte mi è stato chiesto di realizzare una stanza come quella vista su una serie tv o magari su Pinterest. Non tutto ciò che ci piace è poi realmente fattibile o adatto alle nostre esigenze. Avere una sala da “rivista” è il sogno di tutti ma poi siamo disposti a sacrificare un po’ della nostra libertà e personalità? Abbiamo
molti esempi di piccole cucine in cui si è voluta mettere per forza una penisola e poi… ci ritroviamo in spazi poco fruibili e poco pratici.
Le soluzioni vanno cucite addosso alle persone che abiteranno la casa. Il parquet non è adatto a chi non tollera la sua normale usura. Le cucine lucide non si addicono a chi vede “ditate” ovunque. Queste sembrano banalità ma spesso non ci confrontiamo con noi stessi quando facciamo delle scelte. Vi faccio un esempio su di me e la mia famiglia. Sto togliendo la vasca da bagno per sostituirla con una doccia. Il primo pensiero è andato ad
una elegante soluzione WALK-IN, cioè un vetro semplice che racchiude lo spazio in cui fare la doccia, senza piatto ne box, ma poi la scelta è andata a finire su una soluzione più classica e pratica, ugualmente bella ma sicuramente più gestibile in una casa di quattro persone, di cui due adolescenti!
- Alcuni termini una volta comuni, sono spariti dal vocabolario e sono stati sostituiti da altri incomprensibili. Perché voi architetti non utilizzate parole più normali?
Quando parliamo con professionisti di un determinato settore, e quindi anche quando si tratta di arredo, ci imbattiamo in termini sconosciuti che ci fanno sentire ignoranti, ma non dovrebbe essere così perché spesso si tratta di parole inventate o prese in prestito da altri contesti e quindi usate impropriamente.
Facciamo un po’ di chiarezza. Ci basta guardare una planimetria di una casa datata e ritroviamo termini ormai desueti come TINELLO. Ai più giovani bisogna spiegare cosa sia. Stiamo parlando di un ambiente, prossimo alla cucina e con essa comunicante, adibito al consumo dei pasti, cioè di una sala da pranzo o soggiorno, che oggi chiamiamo LIVING. Questi ultimi sono spesso OPEN SPACE ma non è certo una moda recente, infatti stiamo parlando di una concezione degli ambienti di una casa che risale ai primi anni del 1900. All’epoca si cominciò ad unire la cucina con il
soggiorno creando così un ambiente più ampio, che ospitasse funzioni diverse. E lasciatemelo dire una volta per tutte… “Si, gli odori della cucina si diffondono ovunque negli open space, non c’è cappa che tenga!”.
Altri termini che stanno sparendo sono, ad esempio, RETROCUCINA e CUCINOTTO (o CUCININO), rispettivamente una dispensa e un piccolo spazio di preparazione e cottura dei cibi e l’ATRIO o ANTICAMERA che oggi, se presente, si chiama INGRESSO e spesso è solo un angolo, mentre in passato si trattava di una stanza di rappresentanza.
Quello che voglio dirvi è che le nostre vite sono cambiate e che di conseguenza anche le priorità quotidiane, dobbiamo fare i conti con il tempo che passa ed accettarlo!
Aspetto come sempre le vostre riflessioni e domande.
Bella giornata a tutti!
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