ASCOLI PICENO / SAN BENEDETTO – È tornato dove tutto era iniziato, ma con una visione e una responsabilità ben diverse. Antonello Maraldo, nuovo Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) di Ascoli Piceno, si è insediato da circa un mese, e già ha iniziato a tracciare le linee guida del suo mandato. “Non siamo all’anno zero” ha dichiarato, lasciando trasparire un cauto ottimismo sulla situazione della sanità picena.

Maraldo conosce bene il territorio. Nato e residente a Grottammare, aveva lavorato tra il 1990 e il 1999 nell’allora Asl 12, presso l’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto, in qualità di collaboratore amministrativo. Dopo un percorso di crescita professionale in diverse regioni italiane, che lo ha portato a ricoprire ruoli apicali fino alla recente Direzione Generale dell’Asp di Potenza, oggi torna con un bagaglio esperienziale molto più ampio. “Tornare qui è una grande responsabilità, ma anche una sfida personale e professionale stimolante”, ha affermato.

La sanità locale non è priva di difficoltà. Le principali criticità riguardano:

  • Carenza di personale medico e infermieristico
  • Tempi di attesa troppo lunghi per esami e visite specialistiche
  • Incertezza sul destino dell’ospedale di San Benedetto, spesso al centro del dibattito politico e delle proteste civiche

Maraldo è consapevole di queste problematiche, ma ha voluto rassicurare l’opinione pubblica: “Ho trovato professionalità e motivazione. Serve certamente una riorganizzazione, ma c’è una base solida su cui poter lavorare”.

Dopo anni in cui l’Azienda è stata guidata da dirigenti “esterni”, la nomina di un direttore legato alla costa e a tutto il Piceno è stata accolta con favore da parte di operatori e cittadini. “Finalmente uno dei nostri”, si è sentito dire più volte, anche tra le righe della comunicazione istituzionale. Ma il ritorno a casa non sarà una passeggiata. Il clima tra utenti e operatori è segnato da anni di attese e promesse non sempre mantenute.

Il vero banco di prova sarà la capacità del nuovo Direttore Generale di mettere in campo una strategia efficace per rispondere alle attese della popolazione. Oltre alle emergenze quotidiane, serve una visione di lungo termine: investimenti, digitalizzazione, collaborazione con il territorio e valorizzazione delle competenze interne.

Per saperne di più e per un’analisi del suo operato, contiamo fra non molto di averlo nei nostri studi per la trasmissione ‘Punto. E a capo’, che promette di essere meno formale e più concreta, incentrata su dati, obiettivi e azioni. Sarà un’occasione per entrare nel merito delle cose.

Intanto, il territorio osserva. La fiducia iniziale c’è, ma sarà il tempo – e soprattutto i risultati – a definire il valore di questo nuovo corso.