COLLI DEL TRONTO – Giovedì 7 dicembre si è svolto un incontro per la stampa indetto dai proprietari della Cantina Fratelli Vallorani iniziato con la visita ai vigneti. Il vigneto più giovane è stato impiantato il 7 marzo del 2020, primo giorno del lockdown, ricorda Rocco Vallorani: “Quest’anno” afferma sempre Rocco, “ci aspettavamo il primo raccolto della vigna di tre anni di vita, ma per colpa della pessima annata non abbiamo raccolto nulla. A fianco del vigneto più giovane c’è uno di quelli vecchi, piantato 60 anni fa addirittura da nostro nonno. La sua uva unita a quella prodotta dai vigneti più giovani garantisce la qualità del vino”.
Dai vigneti, ci siamo diretti nella cantina dove abbiamo osservato le botti di acciaio, quelle di legno e le anfore da vino. Nell’ammirare le anfore mi è tornata alla mente una frase scritta nel 1871 da Giuseppe Verdi “Torniamo all’antico, sarà un progresso”. Utilizzare, infatti, le anfore da vino in terracotta per la fermentazione e l’affinamento è un metodo molto antico e sorprende che negli ultimi anni, dopo che sono state utilizzate macchine e tecnologie innovative per la vinificazione, molte aziende viticole siano tornate a un contenitore naturale così semplice ed essenziale. Un ritorno motivato dai diversi vantaggi che le anfore da vino in terracotta offrono per la vinificazione. La terracotta infatti è porosa permette quindi una microssigenazione naturale del vino durante l’affinamento, pari a quella del legno, ma senza il rilascio di aromi e di tannini di quest’ultimo. L’azienda dei fratelli Rocco e Stefano è piccola, produce 35.000 bottiglie ogni anno, di cui la metà è venduta all’estero: Stati Uniti, Canada, Australia, Inghilterra, Belgio, Irlanda, Olanda, Danimarca e Francia, in particolare Parigi. Quest’anno dato che il clima non è stato favorevole perché a maggio e giugno, tempo in cui si fanno i trattamenti, è piovuto continuamente i fratelli Vallorani affermano: “Abbiamo perso il 60% della produzione e invece di 35.000 bottiglie usciremo con 15.000/16.000 bottiglie, ma siamo rimasti fedeli alla nostra tradizione cioè quella di produrre soltanto con l’uva dei nostri vigneti”.
Infine siamo arrivati alla Tasting Room da poco inaugurata. “I giovani fratelli Vallorani puntano sull’enoturismo con l’apertura della loro “Tasting Room” nel cuore della loro tenuta sulle colline di Colli del Tronto. Bioarchitettura, ampie vetrate che guardano i Sibillini e le colline delle Vallata e la vigna che disegna il paesaggio. Non si può che restare a bocca aperta entrando nella nuova struttura creata dalla giovane azienda agricola che dal 2004 si distingue a livello internazionale con un export del 60% della produzione”.
Rocco e Stefano Vallorani vantano diverse competenze acquisite sia dagli studi agronomici ma anche per l’esperienza accumulata negli anni al fianco del nonno. I giovani Vallorani hanno rilevato i vigneti di famiglia nel massimo rispetto della natura e della tradizione. Puntano sulla qualità, sulla vinificazione di uve autoctone, sulla produzione biologica a filiera chiusa e sulla valorizzazione della cultura locale. Non a caso ogni bottiglia della loro gamma ha un nome e un’etichetta illustrata da artisti locali come Valeria Colonnella (per il Falerio Avora), Giorgio Pignotti (per il Piceno Superiore) e Spirito Santo (Le Fric).
“L’idea è quella di raccontare il territorio attraverso l’unione di vini, prodotti locali di qualità, musica e arte”, spiega Rocco: “Ecco perché abbiamo scelto di investire nell’enoturismo, trend in grande crescita nel Piceno”.
Nella sala degustazione si ospiteranno molti eventi gastronomici e culturali di cui due già in programma:
16 Dicembre, Wine Christmas – aperitivo in cantina con gli chef del territorio e musica
27 Dicembre, Incontro con l’autore Natalino Capriotti con il libro “Vito Riga e altre persone”
Le degustazioni uniscono vini e cibi in percorsi di assaggio a misura di tutti con opzioni vegetariane, vegane e gluten free.
La Tasting Room Vallorani è aperta tutti i giorni per degustazioni da prenotare attraverso il sito web
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