Di Claudio Maria Maffei

ANCONA – Il cosiddetto Masterplan con cui la Giunta ha approvato il suo Piano di edilizia sanitaria prevede la costruzione del nuovo ospedale di San Benedetto del Tronto, il che è in sè una buona notizia. Se non fosse che rischia di rivelarsi una promessa elettorale più che un progetto serio. Vediamo con calma perché.

Il nuovo ospedale rimarrebbe in teoria un ospedale di primo livello con un Dipartimento di Emergenza di primo livello. Come Ascoli. E come ben altri undici  ospedali della Regione: Pesaro, Fano, Urbino, Fabriano, Senigallia, Jesi, Civitanova Marche, Macerata, Camerino, Fermo e Ascoli Piceno. Più Torrette che è ospedale di secondo livello più il nuovo Inrca ad Osimo quando verrà completato. Questo è quello che si ricava dal Masterplan.

Questo vorrebbe dire quattordici Pronti Soccorso con Medicina d’urgenza, quattordici reparti di cardiologia, neurologia, ortopedia, terapia intensiva, medicina generale, chirurgia generale, ecc. Insomma una rete ospedaliera incompatibile sia con le norme che, soprattutto, col personale a disposizione. Aggiungiamoci che il cosiddetto Recovery Plan prevede un potenziamento dei servizi territoriali e che la Giunta si è impegnata a riaprire qualche piccolo ospedale riconvertito a ospedale di comunità.

Una rete ospedaliera così non avrà mai il personale che serve e non sarà nemmeno attrattiva per tanti specialisti. Perché un ortopedico dovrebbe andare a lavorare nel pubblico ad Ascoli o San Benedetto dove farà quasi solo urgenze quando nelle Case di Cura private può fare quello che sa fare senza problemi di urgenze o con poche sedute di sala operatoria a disposizione? Certo alcuni sceglieranno comunque il pubblico, ma quanti preferiranno il privato come già sta succedendo oggi?

Chi poi dice che in realtà San Benedetto ed Ascoli drenano pazienti anche dall’Abruzzo si dimentica non a caso che a drenarle sono soprattutto le troppe strutture private dell’Area Vasta 5, quelle che possono fare quello che gli conviene non partecipando né alle urgenze né alla emergenza pandemica. E poi prima o poi la Regione Abruzzo si sveglierà (non manca molto ndr) e finirà la pacchia.

Quindi il nuovo ospedale di San Benedetto sarà sempre in competizione con quello di Ascoli e con le strutture private. L’ospedale unico Ascoli-San Benedetto aveva invece un fondamento razionale. La scelta di tenere aperti tutti gli ospedali renderà i servizi territoriali ancora più poveri e gli ospedali pubblici sempre più affannati. E questo non è voler portare sfortuna, ma fare una semplice banale considerazione sul rapporto tra le promesse fatte e le risorse umane a disposizione. Troppe promesse e poche risorse. Tutto qui.

Il dottor Maffei ha anche detto la sua sulla Pandemia “Perché secondo le statistiche europee le Marche sono in zona rossa?”. Clicca QUI.