SAN BENEDETTO DEL TRONTO – La direzione ha detto la sua, ora la parola passa ai componenti dell’assemblea regionale. Il Pd continua le consultazioni interne per individuare il candidato da presentare all’elezione del nuovo inquilino di Palazzo Raffaello.

“Il sondaggio è avvenuto in maniera individuale e il parere di ognuno degli ascoltati è stato verbalizzato”, informa il Pd. “Verbalizzazione a cui hanno partecipato, oltre al Segretario, anche due membri della Segreteria regionale”.

Intanto hanno già preso il via i nuovi appuntamenti consultivi: i componenti dell’Assemblea delle province di Ascoli e Fermo hanno votato a Pedaso, poi spazio ai maceratese, agli anconetani e ai pesaresi, quest’ultimi presso il comune di Urbino.

Per quel che riguarda il Piceno, diverse sono state le preferenze per Camilla Fabbri. Il gradimento nei confronti della senatrice pesarese è stato espresso pubblicamente dal sambenedettese Gianluca Pompei, che ha nominato come ipotetico vice il segretario regionale Francesco Comi. “La considero una mediazione alta nell’interesse dei cittadini marchigiani”, dice Pompei. “Ci permetterebbe di affrontare l’impegno elettorale con adeguata compattezza e di offrire a tutti i cittadini un tandem qualificato e solido sia nell’affrontare le emergenze economico-politiche sia per la conoscenza della macchina amministrativa ed istituzionale”.

I renziani tuttavia avrebbero giocato proprio la carta di Comi, affiancato alla vicepresidenza da Luca Ceriscioli, ex sindaco di Pesaro. Nella giornata di giovedì, Comi ha però informato i dirigenti del Partito nazionale di preferire svolgere la funzione di segretario regionale a tempo pieno e di non essere disponibile alla candidatura a Presidente della Regione Marche. Qualora non si individuasse un candidato capace di accontentare tutte le anime, si aprirebbero le porte alle primarie.

GIOBBI POLEMICO Sull’iniziativa lanciata dal Pd è intervenuto il coordinatore del Circolo Guido Ianni di San Benedetto, Roberto Giobbi. “Nel partito esiste uno stato di estrema confusione. Ci sarebbe stato tutto il tempo per procedere all’impostazione dei programmi e alla scelta dei candidati secondo il metodo delle primarie, ormai divenute una regola costante. Non si comprendono, quindi, le ragioni che hanno spinto il gruppo dirigente regionale a rimanere fermo per diversi mesi e, poi, a presentare delle regole barocche che prevedono sostanzialmente, soltanto la consultazione dei gruppi dirigenti regionali, attorno alla proposta della formazione di un ticket formato dalla senatrice Fabbri e dal Segretario regionale Comi”. Prosegue Giobbi: “Come Circolo riteniamo che tutti abbiano diritto di porre la propria candidatura, ma nell’ambito di regole chiare che debbono valere per tutti, dai semplici iscritti di Circolo ai Dirigenti regionali, compresi i membri della Segreteria, del Direttivo, i parlamentari fino ad arrivare a rappresentanti della società civile. In ogni caso devono essere rispettate prerogative e funzioni delle organizzazioni di base che sono state, fino ad ora, del tutto trascurate”.