SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Si è tenuto giovedì sera, nella sala parrocchiale della Chiesa della Santissima Annunziata, il primo dei due confronti pubblici con la cittadinanza per la presentazione della bozza del piano di localizzazione delle antenne per la telefonia mobile nel territorio comunale. Lo scopo principale del progetto è quello di individuare nuovisiti idonei a la possibilità di ridistribuire gli impianti che hanno creato in precedenza qualche problema.La Polab srl, azienda che ha organizzato il lavoro, in collaborazione con l’Arpam e con le stesse compagnie telefoniche, ha quindi esposto ai residenti uno schizzo del disegno, già mostrato alla maggioranza ed in procinto di essere discusso in consiglio comunale. Anche se, come precisa il tecnico relatore Alfio Turco «nessuna amministrazione può porre vincoli pregiudiziali all’installazione delle antenne, né può ridefinire i parametri di rischio, che sono dettati esclusivamente dallo Stato». Ecco allora che l’unica soluzione praticabile  è «l’individuazione di siti che causino il minor impatto elettromagnetico».

Tutt’ora nell’area sambenedettese sono attive sette antenne della Telecom, nove della Vodafone, sei della Wind e sette della H3G.

Diciassette sono invece i candidati a luoghi potenziali: Rotatoria di Via Piave, Area Nord Ponterotto, Cimitero, Area Verde di Via Paolini, Palazzo Comunale, PalaRiviera, Campo Sportivo Via Pigafetta, Via San Giacomo, Via dei Mille, Stadio delle Palme, Centro Agroalimentare, Via Giotto, Rotatoria futura SS. Zone di proprietà comunale, alle quali si aggiungono i privati dell’hotel “La Palazzina”, dell’edificio di Via Roma, del negozio “Il Telefonino” e di Via Tevere.

In alcuni casi ci troviamo di fronte a semplice de-localizzazione e de-potenziamento di alcuni siti e non a presupposti di nuove installazioni. Come nel caso di Via San Giacomo, attualmente munito di ben quattro strutture, che verranno in parte spostate.

Polab e Arpam hanno però garantito la massima sicurezza, con dei valori di gran lunga inferiori ai 6 V/m, limite consentito nei posti in cui il periodo d’esposizione è superiore alle quattro ore consecutive.

«Tutte le situazioni sono monitorate – spiega l’assessore all’Ambiente Paolo Canducci – e paradossalmente il montaggio di più antenne ha funzione di indebolimento delle onde. E’ importante dirlo perché capita sempre più spesso che le paure nascano dalla cattiva informazione. L’assessore sottolinea infatti come un’antenna, seppur brutta esteticamente e visivamente, sia «meno pericolosa di un comune cellulare», diventato oramai partner quotidiano degli individui.

Non accetta psicosi Canducci, così come Ezio Carpineta dell’Arpam, intento ancora una volta a ribadire gli inoffensivi valori calcolati alla Sottostazione di Via Piemonte: «Numeri bassissimi, quasi al limite della sensibilità della macchina utilizzata per la rilevazione». Discorso identico per l’elettrodotto di Via Bianchi, posizionato nei paraggi della scuola Bice Piacentini: «Ho saputo che molte mamme impaurite non hanno iscritto i loro figli all’istituto. Una decisione assurda. E’ ora di dire le cose come stanno realmente».

Una seconda assemblea in merito si terrà nella serata di venerdì (ore 21) nel teatro parrocchiale della chiesa di San Filippo Neri. Un incontro organizzato per i quartieri a nord del torrente Acquachiara.