SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Valori di inquinamento elettromagnetico rassicuranti, ampiamente al di sotto dei limiti di legge. Anche se la sicurezza percepita ha un valore psicologico da tutelare e il Comune intende compiere azioni come la delocalizzazione della sottostazione ferroviaria di via Lombroso.
Questo è quanto emerge dalla presentazione del monitoraggio completo delle emissioni elettromagnetiche nel territorio comunale, presentato dai tecnici dell’Arpam (agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche) e dall’assessore all’Ambiente Paolo Canducci. In collaborazione con la Polizia Municipale, sono stati controllati i valori relativi ai campi elettromagnetici sviluppati da 31 stazioni radio base per telefonia cellulare, 5 impianti per la radiodiffusione, 8 impianti per il broadcasting televisivo, 3 impianti DvB-H per i videofonini, una sottostazione ferroviaria, un elettrodotto ferroviario, due sottostazioni Enel e cinque elettrodotti del Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale dell’energia elettrica. Monitoraggi puntuali senza avvertire i gestori degli impianti, ma anche protratti nel tempo, con centraline rilevatrici lasciate per almeno 48 ore sui balconi delle abitazioni più vicine ai punti di emissione.
L’unica criticità è emersa in una zona disabitata sulla collina del monte della Croce, con uno sforamento dei limiti di legge da parte di un impianto per la radiodiffusione. Comune e gestori si sono incontrati in una conferenza dei servizi per trovare una soluzione: o si modificano gli impianti, oppure si spostano in una zona più alta. L’assessore Canducci rassicura.
Se i dati sulla sicurezza reale, contenuti in un dossier Arpam che dal Comune dicono essere a disposizione di ogni cittadino che ne volesse copia (e del quale rivieraoggi.it pubblicherà ampi stralci nei prossimi giorni) danno tranquillità, non bisogna abbassare la guardia sulla sicurezza percepita, quella per cui molti genitori scelgono la scuola per i propri figli in base alla vicinanza o meno a fonti di emissioni elettromagnetiche. Dice l’assessore Canducci: «Nella logica della qualità della vita, la sicurezza percepita ha una importanza da non trascurare. Per questo siamo per la delocalizzazione della sottostazione ferroviaria di via Lombroso e dell’elettrodotto di via Bianchi, e vogliamo affrontare questo tema con serietà; è importante che chi accompagna i figli a scuola non vada via con la preoccupazione di lasciarli in un ambiente insalubre».
Eppure alcuni dati dimostrerebbero un’alta incidenza di tumori nella zona di via Bianchi. Se ne è parlato molto a fine anni ’90, anni in cui in città c’era un forte attivismo anti elettrosmog. Dati che ha citato più volte uno di questi attivisti, l’ex presidente del quartiere Sant’Antonio, Antonio Alfonsi.
Rispondono i tecnici dell’Arpam: «Conosciamo quella situazione da anni. Abbiamo molti dati, anche di anni precedenti. La sottostazione è sufficientemente distante dalla popolazione, grazie alla recinzione. I suoi livelli di emissione sono bassi, lungo l’elettrodotto di via Bianchi poi sono quasi nulli, perchè la corrente che passa su quei tralicci è veramente poca. Abbiamo rilevato valori quasi nulli nella scuola Piacentini dove abbiamo lasciato i rilevatori per 48 ore, in contrada Santa Lucia sul balcone di una casa molto vicina abbiamo rilevato un campo elettrico di 430 volt per metro, quando il limite di legge è 5000 volt per metro. Dentro la casa i valori saranno venti volte meno, perchè le mura fanno da schermo».
Per quanto riguarda gli elettrodotti dell’Enel, pur se a norma di legge i valori rilevati ad esempio in via Torino sono leggermente più alti.
Nel dossier consegnato dall’Arpam al Comune ci sono le foto degli impianti e le coordinate dei punti di rilevazione, in modo da rendere le misurazioni facilmente ripetibili a chiunque. Le misurazioni Arpam proseguono con la prassi normale, a cadenza periodica.
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