ALBA ADRIATICA –  Un tunisino, di cui non si conoscono ancora la generalità, è rimasto ucciso oggi pomeriggio sul lungomare Marconi di Alba Adriatica per un colpo di pistola sparato da un carabiniere.

Secondo le prime informazioni, l’extracomunitario pare volesse aggredire con un coltello il militare che, nel tentativo di difendersi, ha mirato alle gambe recidendo però l’arteria femorale dell’uomo. Il nordafricano è morto per dissanguamento. Dalle prime ricostruzioni, sembrerebbe che i carabinieri fossero intervenuti per sedare una rissa tra tunisini in un condominio del lungomare albense. Sul posto il magistrato di turno della Procura della Repubblica di Teramo. Seguono aggiornamenti.

AGGIORNAMENTO DELLE 20.30
Si chiamava Akim Hadyi ed aveva 37 anni il tunisino morto nel pomeriggio ad Alba Adriatica. Stando alla ricostruzione dei fatti, il carabiniere che ha esploso il colpo mortale aveva fatto irruzione, insieme ad un collega, nell’appartamento di Hadyi dove quest’ultimo viveva con un connazionale. Alla vista dei militari, che stavano effettuando un controllo antidroga, il tunisino ucciso, che pare non avesse il permesso di soggiorno, avrebbe preso un coltello da cucina e si sarebbe scagliato contro i carabinieri. Uno dei due militari  ha estratto la pistola ed è partito un colpo. Inutili i soccorsi di un’ambulanza del 118 giunta sul posto. In casa sono stati rinvenuti 300 grammi di cocaina. A seguire il caso è il sostituto procuratore Davide Rosati che ha disposto l’autopsia per domani.

AGGIORNAMENTO DEL 20 DICEMBRE ore 13.20
Ancora non si conosce l’esito dell’autopsia, disposta dal procuratore Davide Rosati che segue il caso. Il carabiniere che ha sparato ha agito per legittima difesa. Il colpo non è stato, infatti, esploso accidentalmente, come era inizialmente trapelato. Il militare, dopo aver intimato più volte al tunisino di lasciare a terra il coltello, ha esploso un colpo dall’alto verso il basso, dovendosi difendere dall’uomo che continuava a sferrare fendenti verso di lui. Il carabinieri è ancora in servizio e, attualmente, non risulta iscritto nel registro degli indagati.