SAN BENEDETTO – Poche novità quelle che emergono dallo studio dell’Università Politecnica delle Marche ad opera del professor Valerio Temperini, che con precisione statistica conferma le criticità già note da tempo nel nostro territorio. Lo studio è  propedeutico alla stesura del PUG (Piano Urbanistico Generale), ovvero una revisione più ampia dell’ormai desueto PRG (il c.d. Piano Regolatore)

Oltre ai dati statistici , lo studio si avvale anche della collaborazione di alcuni stakeholder che oltre ai dati puramente statistici intercettano la percezione di alcune categorie, attraverso interviste dirette agli Asessori, Confartigianato, Confesercenti, CNA, Associaziona Albergatori, 2 agenzie immobiliari, 2 imprese edili, una società di trasporti, un’agenzia viaggi. Hanno partecipato inoltre all’indagine Bim Tronto, Museo del Mare, Legambiente, Riserva Sentina, IAT, Circolo Nautico e 2 associazioni del Terzo Settore.

Il quadro che ne emerge è abbastanza chiaro, Ma le soluzioni potrebbero essere abbastanza complesse.  Dal 1981 al 2021 a San Benedetto (data dell’ultimo censimento) c’è stato un incremento della popolazione da 44.773 abitanti a 47.000 e si prevede bhe per il 2030 si supereranno le 48.000 unità. Un dato che appare chiaro è che la popolazione, negli ultimi 30 anni ,è diventata più anziana, con un calo netto della popolazione under 40, ed un aumento corrispondente degli over 40. Nota positiva, è che il tasso di laureati residenti in città è del 15,5 % che supera la media reginale che è del 12% e quella nazionale che è dell’11,4%.

Benché San Benedetto sia la città più densamente popolata delle Marche, solo il 70,4% delle abitazioni sono occupate, c’è una fuga dal centro, e le persone preferiscono andare ad abitare in periferia o nei paesi limitrofi. Sicuramente la carenza di parcheggi per i residenti crea parecchio disagio.

Con 37,68% di superficie cementificata, San Benedetto  è la prima nella regione Marche. I dati sono dell’Ispra del 2022, ma in attesa del Pug e del Pums,  il  consumo del suolo è in continuo aumento con le crescenti concessioni edilizie che erodono anche il verde privato, per lo più a scopo residenziale, ma anche per altro, vedasi il centro commerciale in Zona San Pio, l’ospedale e la casa di comunità a Ragnola.

A fare da volano per l’economia restano sempre la Pesca, che perde di rilevanza rispetto al passato, ma soprattutto il turismo, un settore in decrescita, poiché è sceso il turismo di qualità e la città è divenuta meno attrattiva  per i turisti stranieri.

Lo studio comprende anche alcune osservazione di sintesi e ipotesi di interventi in prospettiva futura.

Per un’offerta migliore, dovrebbero aumentare   spazi di aggregazione e svago per i giovani, valorizzare l’offerta culturale, anche con spazi dedicati per gli eventi, e cinema meno decentralizzati. Bisognerebbe preservare e rafforzare  l’offerta alberghiera, attraverso la destagionalizzazione dei flussi turistici supportando il segmento sportivo e congressuale. In tal senso, il Palacongressi è il simbolo di un obiettivo di destagionalizzazione mai raggiunto.

Bisognerebbe migliorare anche l’offerta dei servizi, diversificando l’offerta commerciale in centro, incentivando l’artigianato, e fornire alcuni quartieri di servizi commerciali essenziali.

Inoltre  sarebbe auspicabile potenziare il sistema Università-Ricerca-Innovazione, creando spazi e favorire start-up per lo sviluppo economico di San Benedetto e implementare una strategia di sviluppo della blue economy.