
SAN BENEDETTO – Ci è giunta voce che qualche ignorante (nel senso che ignora) non ha preso bene il concetto che altri due anni di serie D porterebbero alla morte della Sambenedettese, come ben descritto nell’articolo di Walter Del Gatto: “Le aspettative della città sono altissime, tutti vogliono una Samb vincente che possa finalmente uscire dal purgatorio dei dilettanti e ritrovare quei palcoscenici che più rappresentano la nostra piazza e di conseguenza iniziare a proporre quelle fondamenta di un ulteriore ambizione per ritornare ad essere storia”
Chiaro il riferimento, non alla Sambenedettese come societá che resterebbe tale, anche se militasse in Prima Categoria, ma alla morte della sua storia. E cioè diventare, con tutto il rispetto per chi le dirige, come Porto d’Ascoli (che è giá morto senza virgolette) o Grottammare o Centobuchi e cosí via. Se, invece, qualcuno vuole questo, è sbagliato dire che la Samb è ‘morta’.
L’altro aspetto nel sommario dell’articolo di Walter Del Gatto riguarda la dimostrazione di quanto ho appena detto: dal 1994 ad oggi la Sambenedettese, senza gli interventi di due colossi come Luciano Gaucci e e Franco Fedeli, avrebbe collezionato ben 30 anni di dilettantismo tra Eccellenza e serie D. Lo dicono i numeri.
Significa semplicemente che per uscire fuori dal dilettantismo (e anche per non essere una meteora) servono grandi potenzialitá economiche. Con Gaucci e Fedeli al comando abbiamo sfiorato tre volte la promozione in serie B.
Fatti non chiacchiere come invece quelle fatte da Venturato (se i tifosi mi davano retta in tempo, forse la storia della Samb sarebbe stata diversa), Soldini, Agnello, Pignotti, Serafino e Renzi recentemente. Personaggi ai quali Espresso Rossoblu prima poi Riviera Oggi ha fatto sempre le pulci. Se qualcuno è in grado di smentire lo faccia.
Appena ci accorgevamo che i personaggi sopra descritti vendevano fumo e volevano fare con la Samb i propri interessi e/o semplicemente soddisfare ambizioni non supportate da un minimo di forza economica, abbiamo iniziato a mettere in evidenza chi veramente erano e cosa volevano fare.
Ripeto: sempre (cosa che ritengo gravissima) senza la condivisione di altre testate giornalistiche che, pur accorgendosene, sono state zitte fino alla morte dei nostri amati colori. Con il loro aiuto sicuramente Venturato, Soldini, Agnello, Pignotti, Serafino e Renzi sarebbero durati molto meno.
Purtroppo anche adesso, prima e dopo la morte del Porto d’Ascoli, vedo cose che assomigliano piú a chiacchiere che a fatti. Con tanti punti interrogativi da chiarire.
1–Roberto Renzi ha rifiutato offerte per vendere la Samb (la piú evidente, ma ce ne sono state altre, i 500 mila euro di Antonini per salvare la Samb dal fallimento) che ha sempre rifiutato; poi l’ha praticamente regalata a Vittorio Massi. Se lo ha fatto perché riteneva poco seri gli altri potenziali acquirenti, Roberto Renzi, bisognerebbe santificarlo. Non mi sembra il caso.
2-Vittoria del campionato ‘regalata’ al Campobasso? Si dice da piú parti con l’aggravante che potrebbe esserci stata una mancanza di volontá. Personalmente non posso crederci ma quelli che lo pensano ci sono e come. L’ultima volta durante la serata nella quale abbiamo premiato il capocannoniere Simone Tomassini. Continuo a ritenerle chiacchiere in attesa del tempo che è sempre il miglior giudice.
3-Merchandise per la vendita di maglie e gadget firmate Sambenedettese Calcio, con gli incassi che non sono finiti direttamente nelle casse della societá (fino a prova contraria) ma di una ditta privata (una Srls) della quale risultano titolari Vittorio Massi e suo fratello. Perché? La risposta di Vittorio Massi è stata, a dir poco, incredibile. “E dai, lo store che abbiamo messo a nostro nome è stato una rimessa”. Crederci è veramente difficile.
4-Un fatto poi diventato chiacchiera ha riguardato l’arrivo alla Samb di Luca Faccioli (un dirigente a livello nazionale) non giunto a conclusione. Spiegazione: “Il mio staff (chi e quali? ndd) non ha gradito…” Anche in questo caso crederci è veramente difficile. Il tutto, ameno 15 giorni dopo che lo stesso Massi era andato a Milano per convincerlo e dopo che lo stesso Faccioli era venuto a San Benedetto con testate giornalistiche locali che riferirono a sette colonne l’arrivo certo del dirigente veneto. Fatti anche questi.
5-Una cosa simile è successa con il calciatore Sbaffo, annunciato e riportato come affare concluso a sette colonne da testate giornalistiche locali e non, con l’aggiunta che avrebbe ricevuto dalla Samb 120 mila euro ogni campionato per tre anni! Dopo qualche giorno il nulla di fatto per motivi tuttora sconosciuti. A noi l’attaccante della Recanatese ha detto piú volte “Non posso dire niente” non una parola in piú. Un chiaro caso di omertá che non fa bene a nessuno.
Insomma per l’attuale societá la trasparenza è un optional. E, per quanto ho scoperto durante la mia vita, non è mai cosa buona.
Queste le chiacchiere piú evidenti ma tanti aspetti a noi sono sembrati piú pubblicitá gratuita che altro. In qualche caso sulla linea di Domenico Serafino, dimenticando che le donazioni valgono quando non si conosce il nome di chi le fa.
Espresso Rossoblu, Sambenedetto Oggi e Riviera Oggi si sono comportati sempre cosí e continueranno a farlo (pur senza essere Report o Le Jene).
Mi ha incuriosito l’altro giorno una domanda, davanti al Caffè Carducci in zona Ascolani, di un tifoso della Samb, questa: “Zaré chi te lo fa fare, fai come gli altri” Traduzione: fai diventare anche Riviera Oggi un giornale come gli altri, cosí la gente non ti offende piú sui social.
Gli ho risposto che per quel che non riguarda la Samb lo faccio perché amo profondamente la mia cittá per la quale vorrei sempre il meglio, per la Sambenedettese perché è per me qualcosa di piú di una squadra di calcio che amo profondamente e, facendo il giornalista è piú forte di me difenderla da chi gli vuole fare del male. Il giornalismo è questo. Far venire alla luce la veritá.
Chiudo: purtroppo è successo spesso dal 1990 in poi e questo tipo di disappunto l’ho dovuto fare piú volte. Con il risultato che c’è sempre stato qualche ‘scappato di casa’, per ignoranza o per invidia, che mi ha contestato non civilmente ma con offese gratuite. Per poi mettere la testa sotto la sabbia quando tutto è venuto alla luce.
Forza San Benedetto del Tronto e Forza Samb.
Nota finale: Chi ha qualche dubbio su quanto ho appena scritto, puó tranquillamente venire in redazione per verificare gli archivi cartacei prima dell’avvento di internet, e poi sul web per trovare gli articoli con i quali posso testimoniare che non ho detto nemmeno una bugia. Coraggio.
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“Con Gaucci e Fedeli al comando abbiamo sfiorato tre volte la promozione in serie B.”
Ma quando mai? Nessuno dei due aveva la minima intenzione di andare in Serie B. Per motivi diversi.
Ma se non avete capito questo siete messi maluccio.
Vittorio Massi è l’unico presidente degno di questa piazza e se non avesse fatto quello che ha fatto, ora stareste parlando di campionati di terza categoria, altro che Serie D.
Tempo al tempo. Per Gaucci e Fedeli le ricordo: Pescara-Samb con arbitraggio pessimo… per la Samb. Semifinale play off.
Lecce-Sambenedettese 0-0 dopo l’1a1 al Riviera. Quarti di finale e Lecce promosso.
Cosenza-Samb 2-1
Samb-Cosenza 0-2 con un portiere che aveva avuto problemi di vista in settimana. Quarti di finale e Cosenza promosso.