SAN BENEDETTO – “Siediti, rilassati e ammira questo capolavoro“.

Se lo scorso fine settimana siete usciti per una passeggiata nel cuore di San Benedetto, vi sarà sicuramente capitato di imbattervi in queste curiose e originali istallazioni dislocate nei luoghi più suggestivi della città.

Cornici in legno che racchiudono scorci senza filtri, dando forma a vere e proprie cartoline in tempo reale di cui tutti possono godere con i propri occhi.

Tra uno sguardo sorpreso e una storia sui social, molti si sono chiesti da chi è partita l’idea di realizzare una vera e propria city escape per conoscere, in maniera interattiva, le storie e le tradizioni che si intrecciano tra le bellezze del nostro territorio.

Per rispondere alle tante domande che queste street art hanno suscitato, Riviera Oggi ha incontrato il team di Scioglinodi, ragazzi e ragazze sambenedettesi autori del progetto “I nodi del mare”. Di cosa si tratta?

“Scioglinodi City Escape, è un modo diverso per vivere il turismo e scoprire la città – ci spiegano i giovani organizzatori – Ognuno di noi osserva quotidianamente la bellezza del faro, del molo o della statua del Pescatore, ma non tutti sono a conoscenza delle storie che vi si celano dietro”.

Dunque l’idea è quella di proporre un tour interattivo della città, andando “a caccia di storie”? 

“Proprio così. Le tradizioni dei pescatori, delle retare, del vecchio mercato del pesce, rischiano di perdersi soprattutto fra più i giovani. Tutto il progetto è nato per portare in città un turismo diverso dal solito, che da un lato permette di ammirare la bellezza di San Benedetto, dall’altro di conoscerne la storia. Oggi le persone cercano un turismo esperienziale”.

Esperienziale e che resti in mente. Chi più dell’arte riesce in questo scopo?

“L’idea è far vivere un’esperienza nuova, suscitare un’emozione o anche semplice curiosità di soffermarsi su un dettaglio che si è sempre dato per scontato. E’ rivolto sia ai turisti che non conoscono a fondo San Benedetto, sia a chi risiede qui e ha intenzione di scoprire le antiche tradizioni”.

Siediti, rilassati e ammira questo capolavoro”: non a caso avete scelto questi tre verbi. In una società così frenetica troppo spesso ci scordiamo di cosa ci ruota attorno?

“Prendersi un momento per se nella società di oggi è fondamentale. Davanti a questi monumenti ci passiamo distrattamente quasi tutti i giorni, però non ci siamo mai fermati ad osservarli attentamente. Perchè il pescatore è vestito così? Perchè suona il corno? Nel nostro progetto noi raccontiamo tutto questo. Ci siamo appoggiati e abbiamo chiesto consigli a persone che sono custodi della tradizione e della cultura di San Benedetto, i quali ci hanno raccontato tanti aneddoti di cui non eravamo a conoscenza”.

Traspare un grande amore per la città nelle vostre parole…

…Si, davvero tanto.

Come ha reagito il pubblico? 

Non avevamo idea cosa aspettarci, ma ci siamo detti “rischiamo”. Abbiamo posizionato i banchetti sabato mattina verso le 4, non sapendo neanche se li avremmo ritrovati il giorno seguente. Ma alla fine è andato tutto bene fortunatamente ed è stato molto apprezzato.

Vi aspettavate così tante interazioni e riscontri positivi?

Ci speravamo, ma non credevamo così tanto. Sicuramente l’obiettivo era suscitare curiosità e attenzione nei passanti, ma abbiamo avuto un riscontro che è andato oltre le nostre aspettative.

C’è stata qualche reazione sorprendente?

Alcuni passanti si sono soffermati, con un po’ di sorpresa, altri si facevano un selfie o scattavano foto, coppiette che si prendevano un po’ di tempo per loro. Insomma di reazioni ne abbiamo viste tante, anche se era difficile seguirle tutte nelle cinque postazioni sparse per la città, tra la statua del pescatore, il monumento di Nespolo, in piazza Giorgini, piazza Matteotti e in via Pasqualetti.

San Benedetto può diventare un terreno fertile per queste “street art”?

“Crediamo che mettendo un seme, qualcosa di bello può fiorire. Le persone si abituano e si possono “educare” ad interagire con queste forme d’arte. D’altronde fast art, street art e performance art nelle grandi città sono all’ordine del giorno, abbiamo pensato ‘perchè non farlo anche a San Benedetto che è così bella?”

Fast art che si stanno affermando sempre più come una delle forme d’arte contemporanea più immediate. Perchè secondo voi?

“Il segreto è che suscitano un’emozione, anche mentre stai camminando immerso nei tuoi pensieri e te la trovi lì, ti fanno pensare, riflettere. Nel nostro caso il tema che abbiamo scelto questa volta è il tempo per se stessi: mi siedo, mi rilasso e vedo cosa San Benedetto ha da offrirmi”.

Veniamo al vostro nome. Come mai “Scioglinodi”?

“E’ un richiamo a simboli e parole, sciogliere i nodi significa andare a sciogliere tutti I nodi del mare, un progetto che speriamo di riproporre ed esportare anche in altre città marchigiane. Concretamente consiste nel risolvere enigmi, rispondere a indovinelli e risalire poi al capo della matassa del filo rosso. E’ tutto collegato. Il progetto è già online pubblicato sul nostro sito scioglinodi.com“.

Com’è nato il vostro rapporto con l’arte?

“In realtà non ci sentiamo artisti, noi abbiamo messo l’idea. I banchetti materialmente sono stati fatti da artisti locali, tutto ciò che riguarda il progetto noi lo definiamo “turismo sostenibile” perchè per organizzare la city escape coinvolgiamo le attività del posto, valorizzando la storia della nostra città”.

Avete in mente di riproporlo, anche in altri luoghi? Seguiremo il vostro filo rosso!

“Una signora ci ha contattati per chiederci quando avremmo istallato nuovamente i banchetti, dato che purtroppo duravano solo un giorno. La risposta è sì, torneranno! L’idea inoltre è di proporre la city escape anche in altre località del nostro territorio, andando in ogni luogo alla ricerca delle tradizioni, valorizzandone le peculiarità. D’altronde è un progetto per tutte le età, adatto per chiunque abbia voglia di conoscere la città da un punto di vista diverso”.